La valanga di dichiarazioni dell'ex dittatore ha fatto emergere anche le connivenze con la dittatura sui desaparecidos. Il nunzio apostolico e l'ex presidente della Conferenza episcopale fornirono consigli al regime su come gestire la situazione, ma offrirono anche i loro "buoni uffici" per tenere in silenzio i parenti delle vittime
La valanga di dichiarazioni dell’ex dittatore Jorge Videla
ha messo fine a un lungo dibattito sui modelli di transizione. Quanti
criticavano la riapertura dei processi per crimini contro l’umanità
sostenevano che l’obiettivo di giungere a una condanna penale rischiava
di ostacolare il raggiungimento della verità ed esaltavano, invece, il
modello sudafricano consistente nell’ottenere informazioni in cambio
dell’impunità. Durante una visita in Sudafrica nel 2005, i familiari
delle vittime della violenza razzista mi parlarono del senso di
frustrazione provato nel vedere i loro aguzzini raccontare con
particolari sadici come avevano massacrato i loro figli o coniugi per
poi andarsene liberi.
In Argentina, al contrario, sono già state pronunciate oltre 250 sentenze di condanna al termine di processi che hanno garantito tutti i diritti alla difesa tanto che vi sono state anche due dozzine di sentenze di assoluzione. E il flusso di informazioni non solo non si è arrestato, ma è aumentato. Il presunto contrasto insanabile tra Verità e Giustizia si è rivelato falso. Le successive confessioni del condannato Videla a diversi giornalisti che lo hanno intervistato in carcere hanno fatto luce sulla complicità con il regime dei grandi imprenditori, dei principali partiti politici e della Chiesa cattolica.
In Argentina, al contrario, sono già state pronunciate oltre 250 sentenze di condanna al termine di processi che hanno garantito tutti i diritti alla difesa tanto che vi sono state anche due dozzine di sentenze di assoluzione. E il flusso di informazioni non solo non si è arrestato, ma è aumentato. Il presunto contrasto insanabile tra Verità e Giustizia si è rivelato falso. Le successive confessioni del condannato Videla a diversi giornalisti che lo hanno intervistato in carcere hanno fatto luce sulla complicità con il regime dei grandi imprenditori, dei principali partiti politici e della Chiesa cattolica.