Francescani dell’Immacolata. Che fare dopo il crudele divieto imposto a p. Stefano M. Manelli?
Due giorni fa abbiamo pubblicato l’articolo di Michele Majno sul divieto a p. Manelli di visitare la tomba dei genitori. Questa cattiveria ha turbato molti lettori e aperto un dibattito su ciò che si può e si deve fare in circostanze così eccezionali. Vi proponiamo ora la lettura che p. Ariel S. Levi di Gualdo fa di queste pagine dolorose di Storia della Chiesa e saremo ben lieti di ospitare ulteriori contributi su un argomento che non cessa di addolorare e turbare i tantissimi fedeli che hanno sempre visto nei Francescani dell’Immacolata e nel loro Fondatore una guida sicura e una vera testimonianza di Fede cattolica.
PD
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Francescani dell’Immacolata. Che fare dopo il crudele divieto imposto a p. Stefano M. Manelli?
di p. Ariel S. Levi di Gualdo
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Due giorni fa questa rivista ha pubblicato un articolo sulla «cattiveria allo stato puro» con la quale è stato ulteriormente colpito l’anziano fondatore dei Francescani dell’Immacolata [qui].
Dalla cronistoria del fatto riportata con precisa fedeltà nell’articolo di Michele Majno sortiscono fuori in modo implicito certi preti — ed è d’obbligo ribadire ancora “certi” — appartenenti come tali a una specie degenere. Forse l’autore di questo articolo, narrando certi fatti dolorosi, di questo non si è neppure accorto, io invece sì: subito. Cercherò allora di venire in soccorso all’autore di questo articolo ed ai lettori per spiegare: «Quello che i preti non dicono».
Nel malaugurato caso in cui mi accadesse qualche cosa di simile a quanto accaduto al Venerabile Padre Stefano Maria Mannelli, mi comporterei come lui. In caso contrario cadrei in contraddizione con il mio indelebile carattere sacerdotale, quindi con me stesso e con i miei scritti stampati e pubblicati.
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Francescani dell’Immacolata. Che fare dopo il crudele divieto imposto a p. Stefano M. Manelli?
di p. Ariel S. Levi di Gualdo
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Due giorni fa questa rivista ha pubblicato un articolo sulla «cattiveria allo stato puro» con la quale è stato ulteriormente colpito l’anziano fondatore dei Francescani dell’Immacolata [qui].
Dalla cronistoria del fatto riportata con precisa fedeltà nell’articolo di Michele Majno sortiscono fuori in modo implicito certi preti — ed è d’obbligo ribadire ancora “certi” — appartenenti come tali a una specie degenere. Forse l’autore di questo articolo, narrando certi fatti dolorosi, di questo non si è neppure accorto, io invece sì: subito. Cercherò allora di venire in soccorso all’autore di questo articolo ed ai lettori per spiegare: «Quello che i preti non dicono».
Nel malaugurato caso in cui mi accadesse qualche cosa di simile a quanto accaduto al Venerabile Padre Stefano Maria Mannelli, mi comporterei come lui. In caso contrario cadrei in contraddizione con il mio indelebile carattere sacerdotale, quindi con me stesso e con i miei scritti stampati e pubblicati.