ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 4 agosto 2014

Padri del modernismo

Bergson e gli errori teologici odierni



Henry Bergson è un filosofo ambivalente. In un certo qual modo si può leggere come il classico “bicchiere”: mezzo pieno o mezzo vuoto; mezzo pieno amplificandone le caratteristiche positive, mezzo vuoto amplificandone quelle negative. In realtà, se proprio si vuole essere precisi (e non necessariamente pignoli) le caratteristiche negative superano quelle positive. Se poi a questo si aggiunge che il suo pensiero è stato non poco valorizzato da certe correnti teologiche neomoderniste, anzi tali correnti hanno trovato anche nel pensiero del Bergson ossigeno su cui alimentarsi, allora vien da sé che il giudizio non può che essere ampiamente negativo.

EMILIA PARANOICA (non solo)

“Matrimoni” omosessuali anche a Reggio Emilia?
"Matrimoni" omosessuali anche a Reggio Emilia?

Dopo Bologna è il comune guidato da un altro sindaco Pd a tentare la trascrizione dei “matrimoni” omosessuali sul locale registro delle “unioni civili”
Ricordando la famosa canzone dell’indimenticabile punk band CCCP-Fedeli alla linea “Emilia paranoica”, ci accingiamo ad assistere ad un altro paradossale e, forse isterico, scontro pro econtro il “matrimonio” omosessuale. Questa volta ha luogo nel Comune di Reggio Emilia, a guida, rinnovata alle ultime amministrative del 2014, di centro-sinistra.
EMILIA PARANOICA

“E questo chi sarebbe?”

Il sig. Deotto e il sig. Bianchi

“E questo chi sarebbe?” è ciò che mi sono detto la prima volta che l’ho visto: smunto, mal vestito, con la barba incolta e poco curata, una fotocamera da 50 euro scarsi per aggiornare le immagini del sito, un block-notes per segnarsi gli appunti delle conferenze.
L’opposto dell’altro: panciuto e pasciuto, in giacca e cravatta, con la barbetta ricercatissima probabilmente confezionata dai truccatori di Kill Bill 1, sciarpa ‘di Prada’, sorriso smaccato, un divo.
Dei due uno è monaco, ma quale? Siamo nel 2014 e la risposta è flessibile: il secondo.
Il secondo è l’ammaliante conferenziere che gira il mondo, strappando applausi e ovazioni, guadagnandosi le moquette dei salotti più in vista, le carezze dei porporati più alla moda; il primo è un imprenditore svenato dallo Stato e ora dedito a scrivere le sue opinioni su di un blog per nostalgici di nicchia e sconfitti culturali. Come me.
Il primo predica la misericordia, l’ecumenismo, l’allentamento delle norme ecclesiastiche, il dialogo. Il secondo scrive di giustizia, identità culturale, fedeltà alle tradizioni iper-cattoliche, ripetizione quasi meccanica del catechismo di san Pio X.
Ora viene il bello: chi dei due, a parer vostro, ha deciso di avviare una causa giudiziaria a danni dell’altro?
E’ chiaro: il secondo. Il tradizionalista iracondo e intollerante che vive chiuso in se stesso e vuole solo lo scontro, insofferente di ogni parere diverso dal proprio.
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Exultet: non era tradizionalista..

Il Papa revoca la sospensione a divinis al prete sandinista


Il Papa ha dato assenso positivo alla richiesta di padre Miguel D'Escoto Brockmann, della congregazione di Maryknoll, di "tornare a celebrare l'eucaristia prima di morire". Viene così revocata la sospensione a divinis per il sacerdote ottantunenne che dal 1979 al 1990 fu ministro degli Esteri nel governo sandinista di Daniel Ortega.

Padre D'Escoto Brockmann, legato fin dalle origini al partito rivoluzionario filomarxista, non subì la ramanzina che toccò nel 1983 al suo connazionale (e anch'egli ministro) Ernesto Cardenal, inginocchiato davanti a un Giovanni Paolo II infuriato. Ma qualche anno dopo, "per desiderio del Santo Padre", pure lui fu sospeso a divinis. Oggi, arriva la revoca del provvedimento, firmato dal prefetto della congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli, il cardinale Fernando Filoni.

© FOGLIO QUOTIDIANO
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/119747/blog/papa-francesco/il-papa-revoca-la-sospensione-a-divinis-al-prete-sandinista.htm

Papa Francesco revoca la scomunica a padre d’Escoto, il prete sandinista

Il religioso fu colpito negli anni '80 dalla "sospensione a divinis" da parte di Giovanni Paolo II per la sua partecipazione al governo rivoluzionario del Nicaragua. Il sacerdote ha scritto a Bergoglio manifestando il desiderio di "ritornare a celebrare la Santa Eucaristia"

Papa Francesco revoca la scomunica a padre d’Escoto, il prete sandinista
La storia di d’Escoto, oggi 81enne, è, però, diversa e la decisione di Bergoglio arriva al termine dell’impegno politico del sacerdote e dopo aver ricevuto una sua lettera nella quale chiede di “ritornare a celebrare la Santa Eucaristia prima di morire”. E così Papa Francesco ha dato subito il suo assenso. D’Escoto, appartenente alla congregazione di Maryknoll, era incorso nella pena canonica negli anni Ottanta per il suo coinvolgimento nel governo sandinista del Nicaragua. Nell’ottobre 1977 il sacerdote espresse pubblicamente il suo appoggio per il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale insieme a “Los Doce”. Dopo la vittoria dei sandinisti nel 1979, d’Escoto fu nominato ministro e fece parte del governo guidato da Daniel Ortega dal 1979 al 1990. Giovanni Paolo II ammonì duramente sia lui sia gli altri preti nel governo per essere stati coinvolti in politica, e d’Escoto fu sospeso a divinis. Successivamente l’amministrazione di Ronald Reagan lo segnalò come un moderato da opporre al regime in Nicaragua. Dopo la sconfitta dei sandinisti alle elezioni del 1990, d’Escoto guidò il Movimento Comunale, ma si dimise nel dicembre 1991. Il 4 giugno 2008 fu eletto presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la sua 63esima sessione annuale.
Il sacerdote aveva accettato dall’inizio la pena canonica inflittagli dalla Santa Sede, pur rimanendo membro della propria società missionaria, senza svolgere alcuna attività pastorale. Già da qualche anno ormai aveva abbandonato il suo impegno attivo in politica. Papa Francesco è rimasto molto toccato dalla sua richiesta di tornare a celebrare la Messa sentendosi ormai prossimo alla fine della vita e, rispondendo affermativamente alla sua lettera, ha lasciato al superiore generale della congregazione religiosa a cui appartiene d’Escoto il compito di seguire il confratello nel processo di reintegrazione al ministero sacerdotale.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/04/papa-francesco-revoca-la-scomunica-a-padre-descoto-il-prete-sandinista/1081425/

Il Papa revoca la sospensione al prete che fu ministro sandinista

(©Reuters)
(©REUTERS) NICARAGUA. UN MURALES CON ORTEGA, CASTRO E CHAVEZ

Risposta positiva di Propaganda Fide alla richiesta dell’anziano padre nicaraguense Miguel D’Escoto. Da Hollywood a Daniel Ortega. Gli attriti all’epoca Wojtyla, il “sermone” all’Onu

IACOPO SCARAMUZZICITTÀ DEL VATICANO

Papa Francesco ha dato il suo assenso perché sia revocata la sospensione "a divinis" di padre Miguel d'Escoto Brockmann, 81 anni, incorso nella sanzione quando, negli anni Ottanta, non assecondò la richiesta vaticana di lasciare il ruolo di ministro degli Esteri nel governo sandinista del  Nicaragua.

La notizia è stata inizialmente diffusa dalla congregazione di Maryknoll alla quale padre D'Escoto appartiene, la società missionaria della Chiesa cattolica statunitense. “Il Santo Padre - è il testo della notifica vaticana datata primo agosto e riportata nei giorni scorsi dalla congregazione religiosa - ha dato il suo benevolente assenso perché padre Miguel d'Escoto Brockmann sia assolto dalla sanzione canonica che gli era stata inflitta e lo affida al superiore generale dell'istituto (Maryknoll, ndr.) ai fini di accompagnarlo nel processo di reintegrazione nel ministero sacerdotale”. L'informazione è stata riportata oggi dalla “Radio vaticana”.

A firmare il decreto, tecnicamente, è stato, a quanto si apprende, il cardinale Fernando Filoni che, in qualità di prefetto della congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli (Propaganda fide), ha giurisdizione sulla missione in Nicaragua.

Nato a Hollywood, in California, nel 1933, figlio dell'ambasciatore nicaraguense presso gli Stati Uniti, Miguel d'Escoto Brockmann entra nel seminario di Maryknoll di New York e viene ordinato sacerdote nel 1961. Master in giornalismo, il religioso fonda la divisione delle pubblicazioni teologiche della congregazione, la Orbis Books. Vicino alla teologia della liberazione, negli anni Settanta è sempre più coinvolto nella politica del Nicaragua. Aderisce, in particolare, al Fronte sandinista di liberazione nazionale, partito politico rivoluzionario di ispirazione marxista che nel 1979 rovescia il regime di Anastasio Somoza Debayle. Dal 1979 al 1990 è ministro degli Esteri del governo guidato da Daniel Ortega. Giovanni Paolo II nel 1983 visita il paese, rimprovera un altro sacerdote andato al governo, padre Ernesto Cardenal, chiedendogli di regolarizzare la sua posizione, viene contestato dai sandinisti.

Negli anni successivi, padre D'Escoto (così come padre Cardenal) viene sospeso "a divinis". In un'intervista del 1985 al settimanale dei gesuiti statunitensi, “America”, il sacerdote spiega così la vicenda: “Le specifiche funzioni sacerdotali, quelle sacramentali, mi sono state tolte per desiderio del Santo Padre, non dalla mia società, e non dal mio vescovo in Nicaragua (Ruben Lopez Ardon, ndr.), che non lo farebbe”. Quanto al merito della sua decisione di non rinunciare all'incarico di ministro degli Esteri, “con tutto il rispetto per la legge canonica, che infatti rispetto e non intendo violare, se si tratta di legge devo stabilire una priorità. E la legge di Dio viene prima della legge canonica. Penso che sarei in radicale violazione della legge di Dio, che è fondamentalmente amare il prossimo, se, nella situazione nella quale il mio paese si trova, dovessi attenermi al diritto canonico e lasciare il mio posto, che non ho mai cercato né voluto”. Padre D'Escoto, nel frattempo, ha avuto diversi altri incarichi diplomatici internazionali, tra i quali la presidenza di turno della 63esima sessione della assemblea generale delle Nazioni Unite, dal settembre 2008 al settembre 2009, su candidatura unitaria dei paesi dell'America latina e dei Caraibi. “Hanno eletto un prete”, commentò lui stesso in una conferenza stampa. “E spero che nessuno si offenda se dico che l'amore è ciò di cui il mondo ha più bisogno. E che l'egoismo è ciò che ci ha portato a questo terribile palude nella quale il mondo sta affondando (erano gli anni delle guerre in Iraq e Afghanistan, ndr.), forse irreversibilmente, a meno che non accada qualcosa di grande. Può sembrare un sermone, ok”.

Padre D'Escoto, riporta la “Radio vaticana”, ha sempre accettato la pena canonica in cui è incorso negli anni ’80, pur rimanendo membro della propria società missionaria, senza svolgere alcuna attività pastorale. Da qualche anno il sacerdote aveva abbandonato l’impegno politico. Padre d’Escoto - prosegue l'emittente radiofonica della Santa Sede - ha scritto una lettera al Papa, manifestando il desiderio di “ritornare a celebrare la Santa Eucaristia”, “prima di morire”. E Papa Francesco ha risposto affermativamente.

Dopo Caserta, il Sedefreghismo?


Rassicuro tutti. Questa breve riflessione “estiva” non vuole aggiungere nulla a quanto è già stato sapientemente detto e scritto sugli allucinanti “fatti di Caserta” (si veda, ad esempio, quiquiqui e qui). Mi sembra particolarmente interessante segnalare anche quanto ha dichiarato, (qui), il “pastore” Silvano Lilli, Presidente della Chiesa Evangelica Internazionale e vice presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche Pentecostali in Italia. 

Una Croce svuotata di senso

Usa: a Ground Zero una Croce svuotata di senso

croce
Resterà una croce ad indicare il museo della memoria, eretto sulle ceneri di Ground Zero, a Manhattan, New York, Usa. E questo, in apparenza, è un bene. Non resterà però in quanto segno religioso, bensì come semplice richiamo storico. E questo è decisamente un male.

Non debemus, non possumus, non volumus..

 Affermazioni spurie riprese - e diffuse - dai media 'cattolici'. E noi?

Segnalazione di un lettore:

clicca per ingrandire
Ieri nel banco della buona stampa di una chiesa ho sfogliato la rivista "CREDERE la gioia della fede", edizioni S.Paolo.
Nel numero 21 del 25 maggio 2014 a pagina 49, nel contesto di un dossier sull'Eucarestia (da staccare e conservare), in fondo vi è un'affermazione che mi ha incuriosito.
Al numero 11, sotto il titolo "Che rapporto esiste fra la Messa e i poveri e i malati" si legge quanto segue:
" ...Una comunità che celebra l'incontro con Cristo vivo e risorto... non può celebrare un culto staccato e disancorato dalle urgenze e dal grido di coloro che sono affamati e assetati. In essi è presente lo stesso Cristo adorato e condiviso nell'Eucarestia".

domenica 3 agosto 2014

Verso il Trionfo


Quello che voi ed io possiamo fare per contribuire a realizzare il trionfo del Cuore Immacolato nel mondo?
Leggere questo piccolo opuscolo "Verso la Triumph" del P.. Massimiliano M. Dean, FI e scoprire!

Scusi a chi?

04:08

Attenti a chi sono i veri leoni..!*

Nella fossa dei leoni   
Il Foglio
 
(Matteo Matzuzzi) “Iraq, Siria, Libano, Terra Santa. E poi l’Africa, dalla Libia del dopo Gheddafi – dove gli antichi cimiteri cristiani diventano luogo in cui i miliziani islamici sfogano la rabbia per decenni covata – alla Nigeria divisa lungo rigide linee confessionali: cristiani a sud e musulmani a nord, con le scorribande di Boko Haram, “talebani africani”, a rapire, convertire e uccidere i miscredenti. Cari Fratelli Vescovi, contate sul mio appoggio ed incoraggiamento nel fare tutto quello che è in vostro potere per aiutare i nostri fratelli e sorelle Cristiani a rimanere e ad affermarsi qui nella terra dei loro antenati ed essere messaggeri e promotori di pace”. 

Postino kafkiano santificato

Rilettura del discorso di Paolo VI all’Onu. Il messaggero di Kafka

(Vincenzo Bertolone) «Noi siamo come il messaggero che, dopo lungo cammino, arriva a recapitare la lettera che gli è stata affidata». Con queste parole di speranza papa Paolo VI iniziò il suo discorso all’Onu, l’Organizzazione delle nazioni unite, il 4 ottobre 1965, “evento singolare sotto ogni aspetto”, nel ventesimo anniversario della sua costituzione.

Bigotto come sono..

Bigotto come sono, e in quanto tale lettore solo di ciò che mi fa comodo o mi conferma nei miei convincimenti, ho letto il libro Leader come Francesco di Bruno Bellardini che, già dalla copertina, esalta papa Francesco. Ho avuto seri problemi a non gridare la rabbia di tante gratuite banalità e lo sconforto di fronte all’ennesima conferma che Francesco sta con costoro e non a difesa dei cattolici. In Francesco tutti i non cattolici ripongono tante aspettative perché la Chiesa cattolica perda sempre più la sua specificità. I non credenti sperano che la Chiesa cambi così che Essa perda la sua unicità. E che questo avvenga con il placet o con il silenzio del Papa è terrificante. Leggiamo e proviamo a capire, anche e soprattutto da chi vuole che la Chiesa non sia quello che è sempre stata, cioè quella che Gesù Cristo ha voluto.

AVENGING GOD ?

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X

Dio vendicativo?

È Dio che ha comandato l’odierno massacro a Gaza?
No! Dio è misericordioso e giusto. Non può essere!

L’ultimo orribile assalto scatenato contro i Palestinesi praticamente inermi a Gaza, può suscitare nella mente di molte persone un ostacolo alla vera adorazione del vero Dio, perché è ben noto che molti Israeliani di oggi affermano di avere dal Vecchio Testamento il diritto dato da Dio di appropriarsi di tutta la terra occupata dai Palestinesi, con la forza se necessario. Una persona ragionevole potrebbe porsi due domande: che tipo di Dio può essere chiamato in causa, sia pure lontanamente, per ‘giustificare’ tanta barbara crudeltà, insieme con tale disprezzo per qualsiasi opinione mondiale che condanna questa barbarie? E che razza di ‘Popolo Eletto’ può essere questo?
La risposta a entrambe le domande si impernia in Nostro Signore Gesù Cristo, su cui, naturalmente, è imperniata tutta la storia umana. 

Et oremus..

Francescani dell’Immacolata. 2 agosto 1970: inizia a Frigento l’esperienza di vita francescana più vicina alle fonti

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Mentre prosegue la persecuzione dei Francescani dell’Immacolata, ricordiamo la nascita di questa Famiglia che ha tanto dato alla Chiesa e alla salute spirituale dei fedeli.
CLICCANDO QUI potremo leggere una breve storia della nascita e della vita dei Francescani dell’Immacolata, fino al riconoscimento come istituto religioso di diritto pontificio, sia per la comunità dei frati che per quella delle suore.
La storia si ferma qui. La persecuzione non è storia, è cronaca tristissima quotidiana.
Preghiamo perché il Signore faccia al più presto terminare questa ingiustizia e restituisca alla Chiesa e ai fedeli il grande tesoro della spiritualità dei Francescani dell’Immacolata.
2 agosto 1970 – 2 agosto 2014
Redazione

sabato 2 agosto 2014

Non solo nel resto pentecostale...

A Caserta Francesco è piaciuto. Ma nel resto del mondo pentecostale no

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Nel discorso rivolto, a Caserta, al pastore Giovanni Traettino e alla sua comunità pentecostale, papa Francesco ha tratteggiato così “l’unità nella diversità” tra i cristiani:
“Noi siamo nell’epoca della globalizzazione, e pensiamo a cos’è la globalizzazione e a cosa sarebbe l’unità nella Chiesa: forse una sfera, dove tutti i punti sono equidistanti dal centro, tutti uguali? No! Questa è uniformità. E lo Spirito Santo non fa uniformità! Che figura possiamo trovare? Pensiamo al poliedro: il poliedro è una unità, ma con tutte le parti diverse; ognuna ha la sua peculiarità, il suo carisma. Questa è l’unità nella diversità. È in questa strada che noi cristiani facciamo ciò che chiamiamo col nome teologico di ecumenismo”.

INVALIDITÀ O ILLICEITÀ DEI NUOVI RITI SACRAMENTALI?

Vari lettori hanno posto delle questioni sugli articoli pubblicati da sì sì no no (15, 31 maggio e 15 giugno 2014) riguardo alla validità dei “nuovi sacramenti” post-conciliari. Rispondo il più chiaramente possibile onde eliminare ogni equivoco.
Innanzi tutto occorre ben distinguere la “liceità” dalla “validità” di un rito liturgico o di un sacramento.
Liceità viene dal latino lìcere, ossia essere decoroso, conveniente, corretto, non contrario alle regole. Quindi illecito è un rito liturgico celebrato o un sacramento conferito contrariamente alle regole teologiche e canoniche tradizionali oppure in maniera sconveniente o indecorosa. Per esempio: il rito della Messa nuova è contrario alle regole teologico/canoniche della Tradizione apostolica e tende al protestantesimo; il rito dell’ordinazione sacra, che avviene durante la nuova Messa, è sconveniente; il rito della cresima, accompagnato da canzonette ‘yè yè’, non è decoroso.

Nostra Signora, Regina degli Angeli

 - 2 agosto  Prof. Plinio Corrêa de Oliveira

Nel 1863 a una suora Bernardiniana è stato mostrato in spirito la vasta desolazione causata dal Diavolo in tutto il mondo. Allo stesso tempo, udì la Beata Vergine le diceva era vero, l'inferno era stata scatenata sulla terra, e che era giunto il momento di pregare per lei come Regina degli Angeli e di chiedere da lei l'assistenza delle Legioni Celesti per combattere contro questi nemici mortali di Dio e degli uomini.

Dittico Wilton _ Ala destra

La Madonna, il Bambino e gli Angeli Dettaglio daThe Wilton Dittico , c. 1395
«Ma, mia buona madre," rispose, "tu che sei così gentile, potresti non inviarli senza la nostra richiesta?" "No," Nostra Signora rispose: "perché la preghiera è una delle condizioni richieste da Dio stesso per l'ottenimento favori ". Poi la Vergine ha comunicato la seguente preghiera, di offrire la sua per stamparlo e distribuirlo ovunque. Augusta Regina del Cielo, Padrona sovrano degli Angeli, che hai ricevuto fin dall'inizio la missione e il potere di schiacciare la testa del serpente , noi ti supplichiamo di inviare i tuoi santi Angeli, che sotto la tua comando e con la tua potenza, possono perseguire gli spiriti maligni, li incontrano da ogni parte, resistere ai loro attacchi audaci, e spingerli quindi nel baratro di dolore. santissima Madre , invia i tuoi Angeli per difenderci e per guidare il nemico crudele da noi. Amen.Voi tutti santi Angeli e Arcangeli aiuto e noi difendere.


Questa preghiera è stata approvata dalla Chiesa. Una persona che dice che riceve 300 giorni di indulgenza.

L' importanza di non tacere

 I doveri dell' intellettuale. L' importanza di non tacere

Ringrazio il lettore Enrico, perché con il suo messaggio sotto riportato mi ha indotta ad approfondire ed a trovare in rete [qui] il testo che segue, che vi propongo perché contiene spunti di riflessione notevoli, perfettamente calzanti con la realtà che si sta dipanando con ingravescente drammaticità, fatte salve impreviste e imprevedibili evoluzioni.
Non pensavo di pubblicarlo già stasera, ma ho appena finito di leggere, su Riscossa Cristiana [qui], l'articolo del Direttore, Paolo Deotto che, proprio nei commenti di uno quegli articoli per i quali e' chiamato in causa, ha inopinatamente censurato una mia corretta replica al fuoco amico che lanciava strali su questo blog. Il suo titolo già vi dice: "Dai profeti del dialogo e della misericordia, una nuova brillante iniziativa: Enzo Bianchi minaccia azioni giudiziarie contro Riscossa Cristiana".
Non possum scribere in eum qui potest proscribere: sta tutto qui il dramma di ogni libertà di pensiero che abbia il coraggio di uscire dall'ironia soggettivistica.
Questo vale anche nella Chiesa. Di più, direi che vale a fortiori nella Chiesa: al di sotto del cielo delle più sottili dispute teologiche si aprono sempre gli abissi del potere e con essi dell'inimicizia politica.
Davvero la fede non è mai una questione privata.

Trovo, in una nota a una pagina scherzevole di Jhering, le parole di Macrobio: "Ego taceo, non est enim facile in eum scribere qui potest proscribere...". Non sono in grado - limiti delle letture campagnole! - né di controllare la correttezza del testo né di conoscere le circostanze, in cui quelle profonde e terribili parole furono pronunciate. Certo è che esse debbono ben riflettere uno stato d'animo, un'angoscia propria dell'intellettuale, se le ritroviamo, a distanza di quindici secoli, nella difesa schmittiana dell'ambiguo rapporto con il nazismo. Anzi Carl Schmitt le volge in forma più secca e recisa: "Non possum scribere in eum qui potest proscribere": dove il non possum indica, non una semplice difficoltà, un non "essere facile", ma una reale impotenza, da cui in ogni caso non riusciremmo ad affrancarci. La difficoltà suggerisce espedienti e astuzie, volti ad aggirare l' occhiuta polizia del tiranno; l'impotenza schmittiana ci dice che tutto è inutile e vano, e che la "sicurezza" val pure un sacrificio di libertà.

L'antico detto anche ci spinge a considerare il gioco sottile dello scribere e del proscribere; dello scrivere intellettuale, che si leva contro il tiranno o l'autorità pubblica; e dello scrivere politico - giuridico, dal quale si è messi al bando e condannati all'esilio. L'uno e l'altro, chi consideri a fondo le cose, sono forme del potere, ignote a coloro che o siano in grado soltanto di parlare o non abbiano la capacità e l'energia di scrivere in eum. Il quale ultimo non è un semplice scrivere, un bruttar carta con l' inchiostro, ma una battaglia di parole fermate nel documento, che nel tiranno suscita fastidio apprensione timore. Forme in certo modo fraterne e solidali, poiché separano scrittori e proscrittori dalla massa ignara e incolta, estranea alla lotta tra gli artefici del documento.
Roland Barthes distingueva - in un prezioso e lontano articolo - ecrivains ed ecrivants, scrittori intransitivi e scrittori transitivi. Questi ultimi svolgono un'attività , si propongono un fine, o politico o sociale o religioso, di cui la parola è soltanto un mezzo. Quegli che scrive in eum, contro il potere capace di mettere al bando, appare come un ecrivant; e, perciò sentito e trattato per nemico, da condannarsi e allontanarsi in esilio. Gli ecrivains non minacciano il potere politico - giuridico, non destano allarme e timore, non corrono il pericolo della proscrizione. Non è un caso che Barthes tratteggi la distinzione in un fascicolo di Arguments dedicato agli intellettuali e rievocante il "manifesto" del 1898 in favore di Dreyfus. 
Quello di Macrobio è, dunque, un detto di intellettuale e per gli intellettuali, i quali, esercitando un contro - potere, si servono della parola scritta per perseguire un fine di carattere pubblico, e così entrano nel conflitto politico. Non conflitto (che neanche sarebbe concepibile) tra letteratura e politica, ma, schiettamente e duramente, fra due visioni politiche. L'ego taceo di Macrobio non è il silenzio della distanza, ma il silenzio calcolante della difficoltà o della paura. Il silenzio di colui che ha il potere dello scrivere, non costituisce una situazione ambigua e inespressiva, non nasconde insieme un sì e un no; ma rivela di per sé una volontà di star fuori, un'impartecipe estraneità, la quale può anche (e la storia degli ultimi due secoli ce ne porge taluna prova) venire in sospetto ed essere tenuta per ostile dissenso. 
Si apre qui il capitolo della moralità dell' intellettuale: se egli, per dovere intrinseco e ineludibile, sia tenuto a levarsi, costi quel che costi, contro il potere; o se, come a uomo tra gli uomini, non chiamato a pubblica funzione, gli sia lecito di valutare rischi e incognite dello scrivere. 
Nell'alternativa sono racchiusi problemi del potere e della dignità morale. La scrittura può obbedire alla logica dei poteri e, nel conflitto, farsi cauta o silenziosa. Ovvero sentire che il proprio potere è insieme dignità morale e coraggio di testimonianza; e che il silenzio ne segna invece il rapido declino. Potere, il quale, nel non esercitarsi, si perde e consuma. 
Perché questo ci sembra essenziale dello scrivere, che esso deve offrirsi agli altri; e nel silenzio corre il rischio di decadere e dissolversi. Gli intellettuali - vogliamo dire - non sono tali soltanto quando vengono in conflitto col potere politico: è nella loro libertà di dissentire o consentire, ma non è nella loro identità di rifugiarsi nel silenzio e cosi' di sottrarsi al rischio della scelta.
Irti Natalino [qui]
Pagina 35
(28 ottobre 1999) - Corriere della Sera

L’ennesima scivolata ?

L’ennesima scivolata di Papa Bergoglio celebrata da Introvigne


di Giorgio Mariano
In un articolo apparso sulla Nuova Bussola Quotidiana del 29 luglio scorso, Massimo Introvigne ha celebrato con entusiasmo il gesto teatrale di papa Bergoglio di recarsi a Caserta presso la nuova sede della chiesa evangelica pentecostale della “riconciliazione”. In tale occasione il Papa avrebbe chiesto “perdono” «per il sostegno che alcuni cattolici italiani diedero alle leggi contro i pentecostali degli anni 1930». Tale gesto “forte” è da inquadrare, secondo Introvigne, in quello sforzo di “purificazione della memoria” inaugurato da Giovanni Paolo II.

Ci risiamo. La kermesse dell’attuale pontificato prosegue provocando sconcerto e disorientamento, se non tra i “cattoliconi” di questo mondo, certamente tra i Santi in paradiso i quali si staranno guardando dubbiosi gli uni con gli altri a cominciare da Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù (suscitata dalla Provvidenza proprio per combattere il protestantesimo), chiedendosi: “ma allora noi per chi abbiamo militato? Per cosa ci siamo sacrificati?”.

TUTTI I BERGOGLISMI DI FRANCESCO.


 I 17 neologismi che hanno reso caratteristico il linguaggio del Papa


Jorge Milia è giornalista, già alunno di Bergoglio quando questi insegnava Letteratura e Psicologia nell’Istituto dell’Immacolata a Santa Fe negli anni 1964 e 1965. Vive nella città di Salta, nell’omonima provincia argentina. E’ autore di Racconti Originali, prologato da Bergoglio nel maggio del 2006 e Maestro Francesco, edito nel mese di maggio di quest’anno da Mondadori. Per Terre d’America ha scritto 17 testi su “Il gergo di Francesco”, dall’oramai celebre “primerear” pronunciato per la prima volta da Bergoglio Papa nel corso del viaggio in Brasile per la Giornata mondiale della gioventù del luglio 2013, poi ripetuto in occasione della moltitudinaria vigilia di Pentecoste coi movimenti ecclesiali il 18 maggio, a “balconear”, “hagan lio”, “ningunear”, “misericordiando” e altri ancora, tipici nel linguaggio dell’odierno pontefice.

Trionfalismi & responsabilità (di ogni parola si renderà conto..)

Se 15 milioni di follower vi sembrano pochi (tanti sono i “seguaci” del profilo Twitter di papa Francesco), provate a immaginare una cifra che oscilla tra i 60 e i 200 milioni: «È il numero di volte in cui ogni messaggio del Santo Padre viene “ritwittato”», spiega il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, monsignor Claudio Maria Celli. «Un risultato del genere – aggiunge – sarebbe stato impensabile fino a pochi anni fa. Ed è la conferma che la Chiesa non può non essere presente nelle reti sociali».

venerdì 1 agosto 2014

Dai profeti del dialogo e della misericordia,

una nuova brillante iniziativa: Enzo Bianchi minaccia azioni giudiziarie contro Riscossa Cristiana 

Sulla scia di più illustri amici, ora è il nostro turno come bersagli della nuova offensiva progressista: la minaccia di azioni giudiziarie. Al di là dell’inconsistenza delle accuse, è interessante notare come chi manca di argomenti ricorra alle intimidazioni. E il diritto di cronaca, di critica, di libera discussione? Già, la legge è uguale per tutti, ma “alcuni sono più uguali degli altri”…

di Paolo Deotto
zzghigliottina
.
Questa lettera è arrivata poco fa (inizio a scrivere queste note alle 19.50) sulla casella di posta di Riscossa Cristiana:
.
Scrivo in nome e per conto di Enzo Bianchi, priore del monastero di Bose.
Il sito riscossacristiana.it da Voi gestito contiene numerosi articoli diffamatori nei confronti del priore, della comunità e del monastero di Bose tanto per il contenuto, quanto per le modalità espressive ed i toni.
Anche in considerazione della non veridicità di molti dei fatti riportati, gli articoli in questione si caratterizzano come lesivi dell’onore e dell’immagine dei miei clienti.
Oltre all’aspetto della diffamazione, il sito Internet da voi amministrato – che, a partire dalla home page, contiene numerose immagini del priore Enzo Bianchi utilizzate senza alcuna autorizzazione, con l’aggravante dell’uso in senso dispregiativo – si connota quale illecito in quanto lesivo del diritto all’immagine tutelato dall’articolo 10 del codice civile e dall’articolo 96 della legge n. 633/1941.

TRUPPE CAMMELLATE ALLA RISCOSSA…


Il vittimismo non mi appartiene. Al contrario mi appartiene la sete di verità e di giustizia. E il buon gusto che, a quanto pare, latita. Ne sono testimonianza taluni commenti vomitevoli elargiti ad un pubblico degno della peggiore suburra romana dalla pagina facebook dei supporters del nuovo corso FFI. Anche questo accade nella Chiesa della “tenerezza”.
Cedo anche a voi qualche escerto di una riflessione fra le tante che oltre a dileggiare il professor De Mattei, Marco Tosatti e tutti coloro che osano criticare i loro eroi, questa volta celebra il sottoscritto. L’acuta riflessione è a firma di tal Michele Gamboni, personaggio che vanta ben due profili su facebook con le stesse immagini (una curiosa opera del surrealista Gervaso Gallardo), solo che nel primo si definisce donna e nel secondo uomo (misteri della fede?):

AAA: vescovi/e cercansi

Bird Eye View di notizie     Atila Sinke Guimarães

DONNE ANGLICANE VESCOVO: LE CONSEGUENZE  - 
 Il 14 luglio 2014, la riunione sinodo anglicano all'Università di York ha approvato la consacrazione delle donne all'episcopato. Justin Welby, il capo del ramo inglese della setta, ha approvato la decisione, in quanto si era impegnato a essere "episcopalmente led e sinodalmente governati."

Donne sacerdoti anglicani allietare l'approvazione delle donne vescovo da loro sinodo
Dopo di Leone XIII Apostolicae curae nel 1896, che ha dichiarato gli ordini degli anglicani nullo, sappiamo che per noi, cattolici, non fa differenza se il signor Welby decide di fare il suo autista, la sua cameriera o il suo gatto un vescovo. L'autista e la cameriera continuano ad essere niente più che un rispettabile cittadini britannici come erano prima, e il gatto, solo un potenziale cacciatore di topi.

Calura estiva tradizionale?

Ci scrivono dalla Fraternità San Pio X


Pubblichiamo e rispondiamo

                               31 luglio 2011, S. Ignazio di Loyola


Sinceramente, vi prego di consentirmelo, il vostro articolo del 31 maggio mi sembra imbarazzante, contraddittorio ed animato da pregiudizi personalistici che nulla hanno a che fare con la Fede Cattolica.
Quando, per esempio, l'accordo lo faceste voi del IBP non si trattava oviamente di "accordo di potere"? Lo abbiamo visto chiaramente qualche anno dopo di che accordo era... Ma siamo impazziti?

Eppur si muove..?

Ora i vescovi d’Europa alzano la voce contro la “feroce persecuzione”


L'Arcivescovo di Angelo Scola (foto LaPresse)
“Questa persecuzione, più feroce di quella subita dai cristiani nell’epoca apostolica, deve provocare e scuotere tutti noi che a Milano, in Italia e in occidente crediamo troppo tiepidamente e siamo poco coraggiosi nell’impegnare la vita seriamente sul Vangelo, pagando almeno quel minimo prezzo necessario per vivere la fede con coerenza”. Dopo i cardinali arcivescovi di Lione e Vienna, Philippe Barbarin e Christoph Schönborn, sull’esodo dei cristiani da Mosul, cacciati dalle proprie case dagli sgherri del califfo al Baghdadi, a prendere posizione è Angelo Scola, arcivescovo di Milano.