ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 6 gennaio 2016

Dalla tentazione all' eresia.

Un libro contro la tentazione del sedevacantismo

In un’ora storica di profonda confusione all’interno Chiesa, vanno prendendo piede le teorie di coloro che sostengono l’esistenza di una “Sede vacante”, ovvero dell’assenza di Pontefici legittimi da cinquant’anni a questa parte. Per i “sedevacantisti”, la data di inizio di questa inedita situazione è l’approvazione finale degli atti del Concilio Vaticano II.
All’eresia conciliare seguirebbe, automaticamente, la perdita del pontificato di Paolo VI e dei suoi successori, fino a Papa Francesco.

Un Papa Perugina


Chi (e perché) ha preso sul serio il falso Papa Francesco

L'articolo di Bonifacio Borruso

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Bonifacio Borruso apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.
L’augurio ha preso a circolare la sera di San Silvestro, poco dopo che nelle chiese di tutto il mondo si era recitato il Te Deum, la preghiera cristiana di ringraziamento per l’anno che si chiude. E forse le migliaia di credenti che, in Italia, hanno condiviso un discorso di Papa Francesco via mail, Facebook, Whatsapp o sms, devono aver pensato forse a un aggiornamento dell’antico inno al Padreterno.
Insomma, il pontefice che aveva appaltato al National Geographic la facciata di San Pietro per videoproiettarci le meraviglie della Natura, quasi un inno panteista, per fare la ola alla sua enciclica verdeggiate, Laudato Si’, poteva benissimo aver rivisto la lode con cui da secoli si rende grazie a Dio, per il bene ricevuto lungo 365 giorni. Solo che il lungo discorso che molti hanno usato per augurare il buon anno, era un falso bello e buono.
È stato il direttore di Tv2000Lucio Brunelli, vaticanista di lungo corso e bergogliano doc, ad avvisare i fan francescani, credenti o meno, via Twitter, il 2 gennaio: «Pensierini tipo Baci Perugina attribuiti al papa. Ma chi mette in giro queste bufale?», s’è chiesto il giornalista. Brunelli non s’è domandato, però, perché migliaia di persone abbiano giudicato verosimile un sorprendente concentrato di melensaggini del tipo: «Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi».
La spiacevole verità è che questo frasario alla Paulo Coelho, in tono vagamento New Age, suona alle orecchie di molti Italiani come coerente con il discorso pubblico di Jorge Maria Bergoglio. E l’assenza o quasi di riferimenti religiosi nel testo circolato, «(Essere felici) è ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita» era l’unica nota cristiana, l’assenza di riferimenti religiosi, dicevamo, non ha messo sull’avviso nessuno, perché il romano pontefice ormai parla il linguaggio laico del mondo, seppure secondo i suoi sentimenti migliori.
Bergoglio «uno di noi», può dire benissimo che «essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere», oppure, che «essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia». E, in fondo, non è bergogliano pensare che la felicità sia «baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono»? Non s’accorda forse col Vangelo secondo Jorge Mario, «lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice»?
Onestamente, una frase come «scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza», non potrebbe essere stata pronunciata, non diciamo in una omelia a Santa Marta, ma in una delle tante interviste rese dal Papa soprattutto fuori dall’Italia?
Per esempio quella al Clarin del luglio del 2014, contiene, su esplicita richiesta dell’intervistatore, Pablo Calvo, una sorta di decalogo papale per la felicità, in cui figurano acuti come «vivi e lascia vivere», secondo Francesco «il primo passo in assoluto verso la pace e la felicità». E poi, consigli pratici del tipo, «non bisogna cenare con la tv accesa», quasi una nuova virtù teologale.
Insomma, il Bergoglio apocrifo non è troppo distante da quello originale, ed è la sua sterminata produzione, che non passa necessariamente da omelie e discorsi ufficiali, ma che deborda in telefonate, visite private, interviste, a farne, di fatto, un Papa Perugina, tanto per citare i pensierini da cioccolatino invocati dall’indignato Brunelli. Peraltro, il falso Bergoglio, parso autentico ed edificante a molti, è in realtà un medico psichiatra e psicanalista brasiliano, Augusto Cury, autore di Dieci regole per essere felici. Lo aveva rivelato, nel novembre scorso, il sito http://blogdazero.blogspot.it/, quando lo pseudo-papa circolava già, mellifluo.
Non si arrabbino dunque le guide autorizzate al bergoglismo (anche se tace per ora padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica) se la fantasia popolare ne associa verbo papale ad altre fonti. Si consolino col già citato Te Deum, recitato e cantato nel giorno della santa bufala, e che si chiude con un messaggio di positività autentica e garantita da 2015 anni di storia cristiana: «Tu sei la nostra speranza/Non rimarremo confusi in eterno». Sembra perfetto per questa vicenda ma anche per questi nostri tempi.

Chi tentenna sulle sponde del NWO..?

La guerra a pezzi fa scintille, ma il Papa non ha ancora trovato (seri) alleati

Francesco ha un’agenda chiara, ma è senza sponde. I dubbi sugli Stati Uniti il dilemma-Putin, la chimera cinese

Papa Francesco ha ricevuto per la prima volta Vladimir Putin, in Vaticano, nel novembre del 2013 (LaPresse)
Roma. L’agenda papale per il 2016 è fitta, e non solo per gli impegni giubilari che hanno costretto Francesco ad annullare la già annunciata visita a Milano (programmata per il prossimo maggio). Ci sono i viaggi internazionali – quelli sì confermati – prima in Messico e poi in Polonia, per la Giornata mondiale della gioventù, nella Cracovia che fu di Giovanni Paolo II, ma soprattutto ci sarà da far fronte alle tante emergenze globali che alimentano la “Terza guerra mondiale a pezzi” che Bergoglio ha avuto più volte modo di illustrare nei suoi tratti essenziali.

La primizia del nostro Credo

I Magi e l’Epifania del Signore

Siamo ancora nel Presepe. Gesù è nato. I pastori, avvertiti dall’Angelo, sono giunti nella Notte Santa per adorare Colui che spaccò la storia umana e portò la Salvezza. I primi a sapere della nascita del Salvatore furono alcuni pastori del popolo eletto, avvisati da un angelo del Signore e poi il Salvatore si manifestò ai pagani.

Gli specolatori tutto credono fuorché a Dio!

Bergoglio reintepreta la figura dei pastori: "Erano dei briganti"

Per Bergoglio i pastori forse erano briganti

Non è la prima volta che Papa Francesco incorre in una gaffe. Questa volta lo strafalcione riguarda i pastori che, a detta di Bergoglio, erano "uomini umili e disprezzati, alcuni dicono briganti".
La frase incriminata, pronunciata ieri nel corso della sua omelia durante l'Angelus in piazza San Pietro, ha così adombrato un nuova e suggestiva interpretazione della figura dei misteriosi pastori che, per primi, andarono ad adorare il Bambino Gesù.

“Apertis verbis”

ATTACCO A MARIA
Strategìe per l’oscuramento del culto mariano



La terza predica di Avvento, condotta, davanti al Papa e alla Curia Romana, dal frate Raniero Cantalamessa, di cui abbiamo letto nel servizio di Antonio Socci, riportato su questo sito – “Se in Vaticano vogliono Lutero, se lo tengano. Noi preferiamo stare con la Madre di Dio”  -  quella terza predica, dicevamo, è l’ultimo colpo delle truppe moderniste, annidate e incistate nella roccaforte della Katholica,  tirato “apertis verbis”, contro il culto mariano quale devozione in sé, ma sottilmente e palesemente funzionale ad un attacco contro la stessa figura della Vergine Maria, Madre di Dio.

Fra le fonti del Sinodo, mancava Paperinik !?


Il card. Martini e l’ “Imitazione di Cristo”: due ”fonti” per una rilettura del “fare la comunione”

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 Nel corso di questo ultimo biennio, sotto la stimolante pressione dei lavori sinodali sulla famiglia, abbiamo dovuto rileggere la tradizione del “fare la comunione” con la disponibilità a lasciarci interrogare sulle nostre abitudini più consolidate e sulle evidenze apparentemente indiscutibili.
Tra le voci che con maggiore autorevolezza si sono pronunciate ci sono stati tutti coloro che, a partire da papa Francesco, hanno riscoperto una considerazione della “comunione” non solo come “premio dei perfetti”, ma come “farmaco e rimedio per chi è in cammino”. Una comunione non solo come “pienezza e compimento”, ma anche come “pedagogia e medicina”.

Dove sono i bambinelli?

Italia sempre più scristianizzata. Così numeri e dati raccontano un cattolicesimo malconcio

Cifre peggio che esplicite, perché testimoniano di una feroce caduta della frequenza con cui ci si reca in chiesa nelle giovani e giovanissime età: si passa dal 50 per cento tra i 6-13 anni al 27 per cento tra i 14-17, per finire al 16 per cento tra 18-24 anni

Intendiamoci, l’osservazione è immediata. Ma i numeri vi aggiungono qualcosa, ed è un  qualcosa che deve preoccupare un poco tutti.

L’osservazione immediata è quella di una partecipazione non solo scarsa alla celebrazione della messa  della domenica ma anche costituita a grande maggioranza da persone di una certa età, e diciamo pure della terza età. Si entra in chiesa la domenica, durante la messa, e balza all’occhio l’estrema esiguità della presenza di giovani, specialmente maschi. I numeri sono impietosi. Tra i 18 e i 24 anni si reca in chiesa almeno una volta alla settimana, secondo i dati del 2014, il 16 per cento degli abitanti di questa fascia d’età, contro una media generale del 28,8. Tra i maschi la proporzione sprofonda tra il 12 e il 13 per cento.

martedì 5 gennaio 2016

Non c'era posto per loro nell'albergo?

SOS IMMIGRAZIONE, IN VATICANO SI PREDICA MALE E SI RAZZOLA PEGGIO


È facile avanzare sempre con condanne per decisioni che si prendono quando si tratta di regolamentare questi flussi, ma nessuno – e neppure il Vaticano – sanno dare risposte adeguate al problema lasciando, alla fine della fiera, che lo scontro avvenga tra le persone, o che le soluzioni diventino così facile preda ideologica.
Non pensiate che ci divertiamo a “fare le pulci” alle notizie ufficiali di Radio Vaticana, ma dobbiamo pur rispondere a quanti ci scrivono ponendoci delle domande, ed è compito proprio del laico battezzato, affiancarsi al proprio ambiente ecclesiale per aiutarlo, spesse volte, a comprendere quelle “cose del mondo” che solitamente sfuggono a chi vive solo in – e di – ambito ecclesiale.

La fede al cubo per sepolcri imbiancati


Sacerdoti e fedeli abbandonano la chiesa-mostro di Fuksas: “Fa troppo freddo”


fuksas_folignoLa chiesa progettata dalla nota archistar Fuksas a Foligno è troppo fredda per
celebrare la messa e così i parroci hanno deciso di spostare nel salone parrocchiale tutte le celebrazioni, compresa quella domenicale. Ne dà notizia il sito Umbria Domani, che parla di “una scelta difficile ma condivisa con la comunità dei fedeli, perché la situazione è insostenibile e c’è il rischio che la gente, soprattutto famiglie con bambini, non partecipi più alle liturgie preferendo altre soluzioni per evitare di prendersi un malanno pregando.”

Meglio soli che sòle

Galantino muove le pedine contro un nuovo Family Day
Galantino e De Palo
Ma che coincidenza! È in rampa di lancio una nuova manifestazione per la famiglia - dopo quella del 20 giugno – per fermare il riconoscimento delle unioni gay, e toh: il nuovo presidente del Forum delle Famiglie, Gigi (Gianluigi) De Palo,rilascia un’intervista in cui spara che il Family Day del 2007 «è stato uno dei più grandi fallimenti che abbia visto». Opera di revisionismo storico? Tentativo di rileggere la presenza dei cattolici nella società? Non esageriamo, l’operazione è molto più terra terra: colpendo quella del 2007 si cerca semplicemente di minare all’origine l’organizzazione di un’altra manifestazione in vista dell’arrivo in Senato del ddl Cirinnà, messo in calendario per il 26 gennaio.

L"Avvenire" di Checco (Papa?)





MA QUALE DESTRA QUALUNQUISTA O SINISTRA SNOB, L’”AVVENIRE” DI ZALONE E’ CRISTIANO - ‘’LA CAPACITÀ DI FARE COMMEDIA DA DENTRO, OVVERO SENZA PORSI AL DI FUORI DELLA MEDESIMA MATERIA COMICA, SENZA FARE I MAESTRINI, È SEGNO DI UMILTÀ CRISTIANA”

''Non c’è mai in questa comicità l’impressione che uno (il punto di vista di qualcuno dei protagonisti o il punto di vista del regista) sia quello 'a posto' che giudica gli altri come dei mentecatti. Va in scena, una umanità certamente piena di difetti, di manie, di snobismi intellettuali ridicoli, di chiusure mentali, ma mai soffia lo spirito gelido della divisione in 'giusti' e 'ingiusti', in perduti e salvati''...

I falsi modesti

Papa Francesco UMILE O FALSA MODESTIA?


«I gesti e le parole di Papa Francesco sono un campionario di relativismo morale e religioso; le sue esibizioni di ostentata povertà stucchevoli e ben poco francescane; la sua proclamazione dell'autonomia della coscienza in palese contrasto con il catechismo e il magistero dei papi precedenti».


Fede digitale

La conversione digitale del Papa: una «videopreghiera» ogni mese

Si parte domani con una clip che sarà realizzata in 10 lingue
Un videomessaggio al mese per chiedere al popolo di Dio di pregare per una intenzione particolare.

Papa Francesco è sempre più social; ora anche con messaggi in video. La prima video-clip uscirà domani, 6 gennaio.

Il martelletto del Giudice

http://opportuneimportune.blogspot.it/2016/01/bergoglio-volevo-fare-il-macellaio-ansa.html

                             ASPETTI PROCESSUALI 

Intendiamo, stando agli eventi recentemente mostrati, sollevare alcune obiezioni sull’iniziativa di Bergoglio che con zelante determinazione ha fatto ricorso al martelletto del Giudice.
La questione richiama gli aspetti processuali relativi ai fatti riguardanti l’acquisizione e la divulgazione di notizie trafugate dal Vaticano.

lunedì 4 gennaio 2016

E qui mi ha steso!

Il silenzio è d'oro! La gravità dei peccati di lingua



Un bel giorno mi arrivarono alle orecchie queste parole di San Pio da Pietrelcina, uno dei più grandi santi della storia della chiesa: "Mancare alla carità è come mettere il dito nella pupilla dell'occhio di Dio!" Cosa c'è - pensai - di più sensibile della pupilla? Non mi viene in mente nulla... E continuava il santo stigmatizzato: "Mancare alla carità è come mancare alla purezza con atti contro natura" e qui mi ha steso!

I Martiri di Natale

Siria, bombe sui cristiani: "Sono attacchi mirati, ma noi siamo uniti"

Attentati in Siria, il lutto e la resistenza. Parla il capo dell'eparchia armeno-cattolica di Qamishli: “Siamo in lutto totale”
Come si presenta, dopo l'attentato, il Café Miami di Qamishli, colpito il 30 dicembre scorso (LaPresse)
Roma. “Un massacro terroristico senza precedenti”, ha detto il patriarca siro-cattolico Ignace Youssef III Younan, commentando quanto avvenuto il 30 dicembre scorso a Qamishli, nord della Siria, a non troppa distanza dai confini con la Turchia a settentrione e l’Iraq a oriente. Tre diversi attentati, subito rivendicati da gruppi che si sono richiamati alla dottrina dello Stato islamico, hanno lasciato a terra diciotto morti, tra cui tredici cristiani. Una quarantina i feriti, alcuni dei quali senza più gambe o braccia.

“Abbiamo già i fiori di ciliegio“?

Il ‘secolo cristiano’ che non sbocciò in Giappone

Michael Hoffman The Japan Times, 19 dicembre 2015
Hasekura Rokuemon  (Rokuemon Hasekura)
Hasekura Rokuemon (Rokuemon Hasekura)
Natale si avvicina. Cristiani e non, pensano a temi cristiani. Quali sono i temi cristiani? Amore. Perdono. Mansuetudine. Porgi l’altra guancia. Il regno dei cieli. C’era una volta il Giappone quasi cristianizzato. Nel 1549, un missionario basco di nome Francisco Xavier fu il primo a predicare la parola di Cristo sul suolo giapponese. Nel 1638, una rivolta cristiana guidata da contadini affamati nella provincia povera di Shimabara, presso Nagasaki, fu schiacciata con tanta furia genocida da seppellire la “dottrina perniciosa” per 250 anni. Quegli anni sono noti in Giappone come “secolo cristiano”.

Leggende metropolitane.


La "misericordia" dei felici anni Settanta


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C'è una lettera della congregazione per la dottrina della fede del lontano 1973 che, ripescata oggi, è stata esibita per dimostrare che allora vigeva la "probata Ecclesiae praxis in foro interno" di consentire la comunione ai divorziati risposati, e che quindi oggi non si tratterebbe che di ripristinare quella felice pratica pastorale, purtroppo interrotta dai "rigorismi" di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.
L'autore del ripescaggio, come riferito nell'ultimo servizio di "www.chiesa", è stato il vescovo di Albano Marcello Semeraro, molto prossimo a papa Jorge Mario Bergoglio.
Ma il "ballon d'essai" lanciato da Semeraro in vista dell'attesa pubblicazione da parte del papa delle conclusioni che egli trarrà dal sinodo sulla famiglia non è stato affatto accolto pacificamente dalla folta schiera dei contrari alla comunione ai divorziati risposati.

Il nuovo bell'Arcivescovo

“Velociter currit ad finem” : il diavolo se la ride... pranzo di capodanno nella Cattedrale di Palermo

Cosa c'è di più perverso approfittarsi dei cristianissimi sentimenti di amore verso il prossimo, soprattutto verso i più bisognosi, inducendo se stessi e gli altri a non avere rispetto verso i diritti di Dio e verso la sacralità inviolabile del Tempio Santo di Dio?
Vale la pena commentare la trovata di organizzare il pranzo di capodanno PROPRIO all'interno della Cattedrale di Palermo?
Conoscendo le dinamiche economiche e organizzative dei catering posso affermare che gli organizzatori avrebbero certamente speso molto di meno se fossero andati in una struttura già predisposta alla ricreazione.