ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 27 settembre 2016

E non é uno spezzatino

La Terza guerra mondiale è quella contro la vita
“Terza guerra mondiale” è una frase che andrebbe applicata alla guerra contro la vita che si combatte senza quartiere in tutto il mondo, con un bilancio annuale di 50 milioni di vittime: tanti sono gli aborti che vengono praticati. Nessun'altra guerra è mai stata più cruenta e più globale di questa.


Era il febbraio 1995, dal palco della Conferenza Internazionale dell’ONU sullo sviluppo sociale, a Copenhagen, l’allora first lady americana Hillary Clinton arringava la platea dei delegati invocando il diritto all’aborto “raro, legale, sicuro”. Non era certo una posizione nuova e già pochi mesi prima alla Conferenza del Cairo si era tentato di inserire l’aborto tra i mezzi consigliati di controllo delle nascite.

Ma il pulpito da cui partiva l’appello e l’autorità di chi lo lanciava imprimeva oggettivamente una forza che non poteva passare inosservata. A 21 anni di distanza appare chiaro che quel discorso non era un semplice esercizio di retorica, ma l’esplicitazione di una priorità politica per gli Stati Uniti che era destinata a incidere profondamente sulla realtà di molte popolazioni.

"Impressionante ed orribile"

Dialogo con i luterani. Nel nome di Cristo
 L'Osservatore Romano 
«Non si tratta del banchetto della Chiesa, ma piuttosto del banchetto di Cristo. Non si tratta di fare la conta dei cattolici rispetto ai protestanti, ma piuttosto dei peccatori divenuti giusti, delle persone tristi che vengono confortate e dei poveri che vengono rialzati». Ed è «impressionante e bello» come «i cristiani cattolici e protestanti si muovano nella stessa direzione sulla questione dei rifugiati, controbattano a una testimonianza basata su nascenti egoismi nazionali, siano alla ricerca in modo creativo di possibilità di soluzioni». 

Ricchi epuloni, dalla stessa parte

Articolo - Che strano... - Danilo Quinto - 27.09.'16

Danilo Quinto, già licenziato per le sue opinioni e per il libro con noi, si trova ad affrontare un’altra persecuzione, da parte, questa volta, dei Radicali. [RS]

di Danilo Quinto

La notizia è di qualche giorno fa. Non so se interessa a qualcuno, ma ho deciso di renderla pubblica perché è giusto che sia così. Ringrazio chi mi consente di farlo.

Subirò un processo per diffamazione per aver scritto nel mio primo libro di oltre 4 (quattro!) anni fa, Da servo di Pannella a figlio libero di Dio, espressioni del tutto innocue, che chiunque può giudicare.

No idiots please..

Vescovo di Aleppo sul bombardamento Usa a Deir El-Zor: 'Vogliono prenderci in giro, come se fossimo dei mentecatti'

Vescovo di Aleppo sul bombardamento Usa a Deir El-Zor: 'Vogliono prenderci in giro, come se fossimo dei mentecatti'

In un'intervista rilasciata a La Stampa, il vescovo maronita della città di Aleppo Joseph Tobji ci offre una testimonianza diretta della situazione nella città un tempo più florida del Mediterraneo Orientale e oggi preda del saccheggio di gruppi terroristi e milizie jihadiste al soldo di Nato occidentale e Nato del Golfo.

Dopo mesi di disinformazione è importante ascoltare una voce autorevole che vive il dramma degli Aleppini ogni giorno. Una delle mistificazioni più grandi della stampa nostrana  è sull'intervento russo. Il vescovo usa queste parole.

Street Catholicism

"Dio non è cattolico, ma forse neppure Papa Francesco lo è"

Il j'accuse del filosofo: "Bergoglio non ha aggiornato la dottrina, l'ha demolita"
Se Costanza Miriano è la mia madrina spirituale, Flavio Cuniberto è il filosofo che non sono, lo studioso coi quattro quarti di dottorale nobiltà, il professore universitario che scrive di cattolicesimo contemporaneo così come di romanticismo tedesco, l'autore di saggi su Friedrich Schlegel, di cui se mi concentro riesco a ricordare l'esistenza, e su Jacob Böhme, per il quale devo ricorrere obbligatoriamente a Wikipedia.

Non me ne vergogno: solo Dio è onnisciente. Ma sono consapevole di essere un cattolico di strada e la seconda intervista di un Cattolico Perplesso, ossia di un semplice cristiano turbato dalle contraddittorie novità che diuturnamente giungono da Roma, e perciò assetato di certezze, la faccio a un cattolico accademico.

A bee risponderà booh!?

Francesco apre la porta anche a chi non ha l'abito nuziale. Ma che ne dice il Padrone di casa?


nozze
Ricevo e pubblico. L'autrice della prima lettera è una consacrata nella vita eremitica. L'autore della seconda è un rinomato avvocato penalista del foro di Napoli.
L'una e l'altro intervengono sulla questione della comunione ai divorziati risposati. Il secondo, in particolare, a seguito della lettura di "Amoris laetitia" fatta dal cardinale vicario di Roma Agostino Vallini, segnalata nel precedente post.
Entrambi sono tra quelle "pecore fedeli" cui ha fatto cenno il cardinale Camillo Ruini nell'intervista al "Corriere della Sera" del 22 settembre, quando ha detto che prega il Signore "perché l’indispensabile ricerca delle pecore smarrite non metta in difficoltà le coscienze delle pecore fedeli".

Sulla cassa del morto ?

AMORIS LAETITIA. CONTRO LA CONFUSIONE, UNA DICHIARAZIONE DI FEDELTÀ ALLA DOTTRINA DELLA CHIESA.


Marco Tosatti

fedelta

La confusione esistente in materia di comunione ai divorziati risposati non accenna a chiarirsi, anzi. Singoli vescovi e conferenze episcopali prendono posizione a favore o contro la possibilità di dare l’eucarestia a persone che vivono una seconda relazione senza che la prima sia stata giudicata nulla dalla Chiesa. Contro questa ambiguità l’associazione Supplica Filiale, che aveva chiesto con quasi novecentomila firme a papa Francesco di pronunciarsi con chiarezza sull’argomento pubblica oggi una “Dichiarazione di fedeltà” all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina.
Su La Stampa pubblico una notizia relativa a questo passo. Ecco un testo più ampio.

Così é se gli pare..!



Quando il pastore lascia che il gregge si disperda…


Papa Bergoglio, invece di raccogliere le pecore, pare disperderle… Quanto è vero?
Non siamo noi a parlare di numeri, noi lo condividiamo, e con immenso dolore, non certo con gioia. Ad esprimere questo dolore, che condividiamo, è uno dei primi siti, seri, in campo cattolico ed ecclesiale, il social Totus tuus, vedi qui, che riporta l’articolo di un quotidiano, con la fonte ufficiale del Vaticano.
Noi vogliamo andare oltre i numeri perché, come ben sappiamo, il cattolicesimo non è fatto di numeri, ma di persone e di qualità, di santi. Certo, è come quando si dice “i soldi sono lo sterco del diavolo”, però poi si comprende che senza non si vive, non ti fanno vivere, e che quando speso bene, anche il danaro serve… Così si fa presto a dire che i numeri non contano, soprattutto quando un Pontificato viene giornalmente usato per un marketing ad effetto, mentre a farne le spese è proprio la fede in Cristo Signore.

lunedì 26 settembre 2016

Senza che neppure se ne accorgano

VERA E FALSA TEOLOGIA

Teologia satanica? il Diavolo è più astuto dei suoi servi sciocchi e da sempre è lui che si serve di essi senza che neppure se ne accorgano. I teologi non possono prendere le Scritture e far dire ad esse quel che vogliono loro
di Francesco Lamendola  



Dei teologi, fino alla prima metà del Novecento, non è che si parlasse molto. C’era la grande tradizione tomista, naturalmente; c’era il prestigio acquistato da Tommaso d’Aquino come massimo interprete delle Sacre Scritture, dei Padri della Chiesa e dei misteri cristiani; ma, nello stesso tempo, c’era la consapevolezza che l’epoca d’oro della teologia era finita insieme al Medioevo, e che non solo alla società profana, ma anche alla Chiesa stessa, la teologia, ormai, avesse poco da dire o da aggiungere, e che difficilmente avrebbe potuto riconquistare la posizione eminente di cui aveva goduto in passato, come regina di tutte le scienze.
C’erano, è ovvio, alcuni eccellenti teologi, anche nell’epoca moderna: un Romano Guardini, un Ètienne Gilson, un Romano Amerio, senza parlare del grande, grandissimo Kierkegaard - un protestante che aveva visto tutta la miseria del protestantesimo e che si era spinto quanto mai vicino alla posizione cattolica, senza però aderirvi -; tuttavia, in effetti, il grande pubblico, e non solo nella cultura profana, ma anche in quella cattolica, non li conosceva se non di nome, né li aveva letti, se non di sfuggita, perché ormai si era largamente diffusa l’idea che la teologia ha poco o niente da dire all’uomo moderno, così come, del resto, anche la filosofia.

Il 13 ottobre del 1917, in attesa del centenario

Durante una visione del 1820, fu rivelato alla beata Anna Caterina Emmerick che Satana sarebbe stato liberato dalla catene circa ottanta anni prima dell’anno 2000. Tale periodo di libertà per l’Angelo decaduto sarebbe durato un secolo.

Tracimerà?

                      Francesco: la misura è colma!       Parte quarta                              
Francesco ha infine trovato la tiara pontificia che gli si addice (1)

11. Francesco, parossismo dell’ecumenismo conciliare

Riguardo all’ecumenismo, Francesco è in perfetto accordo con i «papi» conciliari, tutti ispirati dal Vaticano II sul valore delle altre «confessioni» cristiane e delle «religioni» non cristiane. La sola specificità del suo pontificato, come negli altri domini, consiste nel rendere la rottura conciliare ancora più dirompente, portandola alle sue ultime conseguenze logiche.
Vediamo alcune citazioni.
La prima tratta dalla conferenza stampa tenuta nel corso del suo viaggio verso Manila il 15 gennaio 2015:

«Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana.» (103)

La seguente è tratta dalla sua intervista con Padre Antonio Spadaro dell’agosto 2013:

«Nelle relazioni ecumeniche questo è importante: non solo conoscersi meglio, ma anche riconoscere ciò che lo Spirito ha seminato negli altri come un dono anche per noi.» Alla domanda di Spadaro su come il Papa veda il futuro dell’unità della Chiesa, Francesco risponde: «dobbiamo camminare uniti nelle differenze: non c’è altra strada per unirci. Questa è la strada di Gesù» (104).


I ciechi siamo noi

TEMPO DI CIECHI E BRIGANTI

Il tempo dei ciechi condotti da briganti. Travolti da un pacifismo ridicolo non sappiamo ancora che le oligarchie sono in guerra contro di noi molto più dei tagliagole islamici peraltro largamente armati da loro 
di Roberto Pecchioli  


Dio acceca coloro che vuole perdere, scrisse il profeta Isaia. Il nostro è un tempo di accecati e di creduloni, guidati da mascalzoni e briganti. Non occorre scomodare l’Altissimo o attribuirgli colpe che non ha: i ciechi siamo noi, che ci siamo lasciati cucire gli occhi ed abbiamo regalato il nostro cervello ad esigentissimi padroni. Ben più vera è l’osservazione di Gilbert K. Chesterton, per cui l’umanità, da quando non crede più in Dio, è disposta a credere a qualsiasi cosa. Tranne alla realtà, aggiungiamo noi.

E' la liturgia a fare la differenza



Padre Amorth e l'ultimo liturgista    


Per commemorare la scomparsa del grandioso padre Gabriele Amorth, uomo della Provvidenza, che ha salvaguardato e rinnovato la consapevolezza demonologica negli ultimi critici e decisivi decenni, mi pare bello andare a recuperare un articolo di Satiricus, giovane penna genovese, da anni attiva sul medesimo blog che ci vede da poche settimane suoi collaboratori. L'articolo in questione si intitola L'ultimo liturgista ed è un'ode alla profonda opera liturgica compiuta da Benedetto XVI. Sul finire dello scritto l'autore riporta alcune parole di p. Amorth, che gettano luce sulla figura del pontefice tedesco, sul valore della liturgia rettamente celebrata, sul peso specifico della liturgia Vetus Ordo rispetto agli adattamenti sociologici del Novus Ordo. Riportiamo interamente il brano, incluse alcune frasi un po' audaci e barocche del nostro amico Satiricus.