ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 25 novembre 2016

Un mostro proveniente dall’Oriente

Quella profezia su Fatima 500 anni prima dalle Apparizioni



27 novembre Beata Margherita di Savoia, sposa esemplare, terziaria e poi monaca domenicana
e quella profezia su Fatima 500 anni prima dalle Apparizioni…
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La Beata Margherita di Savoia, da non confondere assolutamente con l’omonima regina d’Italia vissuta ben cinque secoli dopo, era imparentata con le principali famiglie reali d’Europa: suo padre era il conte Amedeo di Savoia-Acaja, mentre sua madre era una della sorelle di quel Clemente VII che durante il Grande Scisma si dichiarò papa ad Avignone.
Prima di arrivare alla profezia su Fatima, è importante conoscere alcuni passaggi inerenti alla figura, credibile e santa, della beata Margherita di Savoia. Nata a Pinerolo tra il 1382 ed il 1390, sin dalla sua giovinezza fu l’immagine del candore ed una precoce saggezza le fece aborrire tutto ciò che invece il mondo è solito amare. Rimasta ben presto orfana, passò con la sorellina Matilde sotto la tutela dello zio Ludovico, che per mancanza di eredi maschi diretti succedette al defunto Principe Amedeo.

La Chiesa non è uno Stato

La fede, la Chiesa, la scomunica. Qualche precisazione

    Dopo il mio articolo sulla scomunica mi hanno scritto molte persone e alcune mi hanno chiesto: perché la Chiesa prevede la scomunica per chi procura l’aborto e non in tanti altri casi di comportamenti gravissimi, come l’uccisione di un essere umano già venuto al mondo, la violenza sessuale, la pedofilia, la tortura e via elencando?
Premetto che il mio non è stato un intervento di tipo tecnico e giuridico (non ho competenze in proposito) sulla scomunica e sui casi in cui è o non è applicata. Ho voluto piuttosto, relativamente al caso balzato in primo piano dopo il documento «Misericodia et misera», ovvero l’estensione a tutti i preti della facoltà di assolvere il peccato di aborto procurato, approfittare della circostanza per ragionare un po’ sul significato che la scomunica ha per la madre Chiesa, un significato spesso equivocato, perché è di contenuto spirituale con finalità pedagogiche e pastorali (ti sei messo fuori dalla comunità, stai lì per un po’ e medita su ciò che hai fatto, e quando ti sarai pentito potrai rientrare) ed è ben diverso da quello a cui si è portati a pensare normalmente (la scomunica come un’esclusione a vita, una sorta di «ergastolo» a cui la Chiesa ricorre per sanzionare e reprimere).

“La forza della Verità”

L’Afghanistan è in Italia

E’ ad esempio nella caserma Caverzerani di Udine che l’immigrazionismo ha trasformato in un bivacco di invasori (vulgo: profughi)


L’esercito torni nelle caserme. Ma non per oziarci, per liberarle. Cosa ci fanno i nostri soldati in Libano, Mali, Somalia, Kosovo, Afghanistan? L’Afghanistan è in Italia. E’ ad esempio nella caserma Caverzerani di Udine che l’immigrazionismo ha trasformato in un bivacco di invasori (vulgo: profughi). Sono 800 pachistani e appunto afghani che dormono, mangiano, bevono, si ubriacano, sporcano, non puliscono, si drogano, si picchiano e pregano quel dio che ha ordinato loro di scannarci (però in due moschee diverse perché altrimenti si scannano anche fra correligionari). Ne ha scritto Irene Giurovich sul Giornale: un reportage che lascia a bocca aperta, reso possibile da un coraggio che le invidio e che le ha consentito di introdursi, come inserviente della Croce Rossa, fra la peggio gioventù d’oriente. “Qui dentro per un eventuale profugo cattolico non c’è storia. Una sera era atteso un profugo-primo ingresso, ma all’ultimo minuto, su segnalazione della Questura, è stato dirottato in un altro campo. Troppo pericoloso. Chi? Lui? No. La motivazione era tutt’altra: era cattolico”. Lassù in Friuli la Croce Rossa si inchina all’occupante (“Le leggi le faccio io”, dice un boss asiatico) e alimenta una testa di ponte islamica con i soldi dei contribuenti. Arrivino i nostri.

Una Questione di Capitale Importanza: Come Reagire di Fronte all’Immigrazione Selvaggia


La costruzione del “Nuovo Ordine Mondiale” richiede la fine della “Vecchia Europa”

Gollum vermilinguo


Il Gollum della Sala Stampa Vaticana, in udienza con Saruman,
esprime alati giudizi a proposito dei Dubia di quattro Principi di Santa Romana Chiesa.

Postato  da 

Il marcito

La Marcia per la vita e l’ultima sentenza di Introvigne

Dopo la pubblicazione dell’articolo in cui Elisabetta Frezza ha parlato delle sue dimissioni dal Comitato della “Marcia per la vita” (clicca qui), è arrivata la puntuale reazione su Facebook di Massimo Introvigne, fu vicario di Alleanza Cattolica. Eccola:

zintr1.
Introvigne, però, commette un errore grossolano, non sappiamo se per smemoratezza o per malafede: agli albori della Marcia non c’era alcun “feroce oppositore del papa”, per il semplice fatto che c’era un altro papa e si parlava di principi non negoziabili, che ora sono stati aboliti.

OR->OP

L'amico protestante del papa nella cabina di regia de "L'Osservatore Romano"

Figueroa
Da qualche tempo c'è una firma che compare con sempre più evidenza su "L'Osservatore Romano", anche in prima pagina e anche nelle colonne degli editoriali.
È quella di Marcelo Figueroa, che da settembre dirige la nuova edizione settimanale de "L'Osservatore Romano" creata espressamente per i lettori dell'Argentina.
Figueroa è lui stesso argentino. E non è cattolico ma protestante, pastore della Chiesa presbiteriana e direttore per venticinque anni della Società biblica argentina.
Soprattutto, però, è amico di lunga data di Jorge Mario Bergoglio, che l'ha voluto vicino a sé anche nel recente suo viaggio a Lund, per la celebrazione dei cinquecento anni della Riforma luterana.

L’auto-castrazione della Chiesa cattolica

LA FINE DELL'EVANGELIZZAZIONE

L’annuncio del Vangelo non è più all’ordine del giorno? mentre ci facciamo ancora dei complessi per le crociate di secoli fa, altri non si fanno alcuno scrupolo di perseguitare a morte i cristiani dei nostri giorni e il mondo tace di F.Lamendola  





Che cosa ne è stato dell’evangelizzazione, cioè dell’apostolato cristiano? L’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo non è più all’ordine del giorno, nella Chiesa del terzo millennio? Come mai se ne sente parlare così poco? E quando diciamo “evangelizzazione” e “apostolato” non intendiamo solo la predicazione del Vangelo presso gli altri popoli e gli altri continenti, ma anche qui, in mezzo a questa Europa e a questo Occidente ritornati pagani, materialisti, edonisti e profondamente smarriti, profondamente infelici.

I loro nomi brilleranno luminosamente il giorno dell’Ultimo Giudizio

SPECIALE – Una nuova voce si leva: il vescovo Athanasius Schneider in difesa dei quattro Cardinali

Riportiamo, in esclusiva per Corrispondenza Romana la traduzione italiana di una dichiarazione in difesa dei quattro cardinali ricevuta da monsAthanasius Schneider, Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Santa Maria in Astana. L’ intervento di S. E. mons. Schneider può essere definito una voce altrettanto profetica di quella dei quattro cardinali.
Non possiamo fare nulla contro la verità, ma solo per la verità” (2 Cor. 13: 8)
Una voce profetica di quattro cardinali della Santa Chiesa Cattolica Romana
Mossi da “profonda preoccupazione pastorale”, quattro cardinali di Santa Romana Chiesa, Sua Eminenza Joachim Meisner, Arcivescovo emerito di Colonia (Germania), Sua Eminenza Carlo Caffarra, Arcivescovo emerito di Bologna (Italia), il cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, e sua Eminenza Walter Brandmüller, presidente emerito della Pontificia Commissione di Scienze storiche, il 14 novembre 2016 hanno pubblicato il testo di cinque domande, dette dubia (termine latino per “dubbi”), che in precedenza, il 19 settembre 2016, avevano inviato al Santo Padre e al Cardinale Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, insieme ad una lettera di accompagnamento. I cardinali chiedono a Papa Francesco di chiarire “il grave disorientamento e grande confusione” relativi all’interpretazione e all’applicazione pratica, soprattutto del capitolo VIII, dell’Esortazione Apostolica Amoris laetitia e dei suoi passaggi in materia di ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti e all’insegnamento morale della Chiesa.

giovedì 24 novembre 2016

La vendetta è sospesa sulle loro teste

Estratti dal Segreto di La Salette

Il testo fu pubblicato integralmente nel 1879 con l'imprimatur di numerosi cardinali e vescovi tra i quali il più conosciuto è Mons.Salvatore Zola, il santo Vescovo di Lecce, che fu padre spirituale
e protettore di Melania la pastorella di La Salette.



"I Sacerdoti, ministri di mio Figlio, i Sacerdoti, per la loro vita cattiva, le loro irriverenze e la loro mancanza di pietà nel celebrare i santi misteri, per l'amore del denaro, l'amore degli onori e dei
piaceri, i Sacerdoti sono diventati cloache di impurità."
"Sì, i Sacerdoti chiedono vendetta, e la vendetta è sospesa sulle loro teste. Guai ai preti e alle persone consacrate a Dio che per la loro infedeltà e la loro cattiva condotta, crocifiggono di nuovo mio 
Figlio!"


Il Vangelo di Gesú Cristo non è piú conosciuto

Le profezie della Madonna de La Salette si stanno per avverare

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Apparizioni di La Salette 1846, Approvazione Ecclesiastica 1848 e Imprimatur del messaggio
La Santa Vergine, in apparizioni riconosciute autentiche dalla Chiesa, ha affidato a veggenti messaggi e profezie poi puntualmente verificatesi.
Qui intendiamo parlare della apparizione della Madonna sulla montagna del La Salette, (paesino del Delfinato, poco distante da Corps, sulla strada tra Grenoble e Gap), perché il messaggio della Santa Vergine è insieme molto attuale e poco noto: la sua diffusione, infatti, fu ostacolata a causa del contenuto, in particolare di quella parte che oggi ci riguarda piú da vicino.
Il 19 settembre 1846 Melania Calvat, assieme a Massimo Giraud, raccontarono di aver ricevuto un messaggio e un segreto durante una apparizione della Madonna.

Anche la misericordia può essere ideologizzata

Dalla sapienza all’ideologia



Domenica scorsa, 20 novembre, in concomitanza con la chiusura del Giubileo straordinario della misericordia, Papa Francesco ha firmato la lettera apostolicaMisericordia et misera. Ciò che di questo documento ha destato maggiore scalpore è stata la concessione a tutti i sacerdoti della «facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto» (n. 12), facoltà che era stata già concessa all’inizio del Giubileo, limitatamente alla durata dello stesso (qui). Nessuno vuole mettere in discussione la legittimità di tale disposizione, che rientra senz’alcun dubbio tra le facoltà della suprema autorità della Chiesa e che anzi può portare un po’ di uniformità e semplificazione nella “giungla” normativa finora esistente (disposizioni diverse da una diocesi all’altra; sacerdoti autorizzati e sacerdoti non autorizzati ad assolvere; religiosi col privilegio di rimettere le censure; ecc.), che poteva creare solo confusione nei fedeli. Mi siano però permesse un paio di osservazioni.

Chi lo ama, lo segua!

Dov’è andato Lutero? All’inferno. Parola della Beata Maria Serafina del Sacro Cuore di Paolo Deotto

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z100aldila100 domande sull’aldilà”, di Don Marcello Stanzione e Gianandrea de Antonellis, edito da Gribaudi, è un libro agile, in piccolo formato, scritto, come dice il titolo, con lo stile semplice e accessibile della domanda e risposta. È un libro molto utile, perché pone le domande (e dà le risposte) su quei temi che al giorno d’oggi sembrano diventati tabù: la morte, l’inferno, il paradiso, il purgatorio… Oggi si parla molto di accoglienza, di accompagnamento (non si sa bene dove), di lotta alla corruzione, di misericordia, magari si chiede ogni tanto anche un’amnistia, perché in carcere non si sta bene,eccetera, ma si direbbe che la morte sia stata dimenticata.
Quindi “100 domande sull’aldilà” è un libro utile, né lo è solo come promemoria; è utile perché sappiamo quanto è diffusa l’ignoranza sulle verità più elementari della Fede. Cosa non strana, se consideriamo che non si parla nemmeno più di lezioni di catechismo, ma di “percorsi di iniziazione cristiana”.

Esse conoscono la sua voce

NON E' LA VOCE DEL PASTORE

 Il sacerdote deve essere la guida per gli altri: se la guida si confessa dubbiosa cosa succederà? Lui è responsabile della loro sicurezza, si è assunto la missione di condurli illesi verso il porto della fede nella pace del Signore 
di F. Lamendola  

Il buon pastore conosce le sue pecorelle, ed esse conoscono la sua voce, dice Gesù parlando non solo di se stesso, ma anche dei suoi apostoli e di quanti, nel suo nome, si faranno carico della sua raccomandazione: Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo. Vi è qualcosa, dunque, nella voce del pastore, nel suo tono, nei suoi modi, per cui le pecore lo riconoscono e vanno con fiducia verso di lui, e così egli le raccoglie e le conduce nell’ovile, dove saranno al sicuro nelle ore buie della notte, fino a quando il giorno ritornerà, ed esse usciranno di nuovo a pascolare, incontro alla luce del sole. Ma che cosa, esattamente? Niente in particolare, ma, nell’insieme, quasi tutto: quella dolcezza, quella bontà, quella familiarità, che permettono alle pecore di riconoscerlo, e che non vi sono nei falsi pastori, per cui esse si guardano bene dall’ascoltare la voce di costoro e dal seguirli. Il buon pastore ispira fiducia: non perché lusinga le pecore, non perché fa tutto ciò che esse vorrebbero, ma perché si pone verso di esse con quel misto di autorevolezza e di autentica dedizione, che rende credibile il suo richiamo. Egli è pronto a dare la vita per loro, ed esse lo sentono. Tale era l’atteggiamento che assumevano i buoni, vecchi parroci di una volta nei confronti dei loro parrocchiani, quando ancora non si era diffusa la follia modernista per cui i laici ne sanno una più del prete, e per cui il prete deve venire incontro ai loro desideri, magari negoziando i valori non negoziabili, smettendo di parlare della croce, del sacrificio e del peccato, ma parlando solo di misericordia, bontà e perdono.

La neo-chiesa overtoniana

Aborto e “finestra di Overton”

mercoledì 23 novembre 2016

Per chi usa il principio di non contraddizione, è chiaro che la neo-chiesa overtoniana vuole derubricare il peccato d’aborto. I mass media ne prendono atto, amplificando iperbolicamente, ciò che è già in embrione, unico embrione che è sacrosanto abortire…
La lettera del papa Misericordia et misera ha sollevato il solito polverone mediatico e intra-ecclesiale, che insieme vanno di concerto. Quello ecclesiale è il più preoccupante perché richiama immediatamente la “finestra di Overton” (QUI e QUI). Sulla base della finestra di Overton, si possono costruire (e sono state costruite) campagne a favore di alcune idee non ancora accettate dalla società. Le idee passano dalle seguenti fasi:

impensabili (inaccettabile, vietato);
radicali (vietato ma con eccezioni);
accettabili;
sensate (razionalmente difendibili);
diffuse (socialmente accettabili);
legalizzate (introdotte a pieno titolo)

“Pervĭcax ”, ergo sum

L’OSTINATO SILENZIO VERSO I “DUBIA” POSTI DAI CARDINALI


“Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male”, così la Parola di Dio. E come non vedere la tenace ostinazione a non voler rispondere ai dubia che con garbo e zelo quattro Cardinali hanno posto?

Lo hanno fatto prima privatamente, restando totalmente ignorati, poi seguendo quello che Gesù ci insegna nel Vangelo, lo hanno fatto pubblicamente. Ma ancora ostinato silenzio.

A volte anche il silenzio è terribilmente arrogante. E superbo.


Dubia, atto di giustizia: rispondere risolverebbe le ambiguità di ermeneutiche non cattoliche"Si sta diffondendo un’ermeneutica non cattolica e progressista senza fondamenti teologici". Secondo Robert Gahl, della Pontificia Università della Santa Croce "è dunque un atto di giustizia domandare che il dubbio sia risolto e che sia risolto dal pontefice. L’appello dei cardinali è un atto filiale in cui si chiede al papa di esercitare carità in un momento di chiaro smarrimento perché c'è un unico modo possibile per interpretare Amoris Laetitia".

Bei tempi. Andati.


Voce del verbo scomunicare. Che fa rima con amare

    Dopo la decisione di concedere a tutti i sacerdoti la possibilità di perdonare il peccato di aborto, contenuta nella lettera apostolica «Misericordia et misera» di Francesco, è tornata d’attualità una parola che sa d’antico: scomunica. Nel diritto canonico, infatti, la Chiesa prevede proprio la scomunica per chi si rende responsabile di un peccato così grave.  Viene dunque da chiedersi: perché in certi casi la Chiesa prevede la scomunica? E che cos’è precisamente la scomunica?
La pena della scomunica, come dice la parola stessa, equivale a una sorta di esilio: la persona è messa fuori dalla comunità, è esclusa dalla comunione con tutti gli altri fedeli e non può né ricevere né impartire i sacramenti.  È come se la madre Chiesa dicesse al figlio che ha sbagliato: a causa di ciò che hai fatto, sei fuori. Anzi, meglio ancora: ti sei messo fuori da solo, resta lì per un po’ e medita su ciò che hai fatto.
Ma come fa la Chiesa da un lato a predicare la misericordia e dall’altro a «mettere fuori»? Non c’è una contraddizione?

mercoledì 23 novembre 2016

"Fiducioso abbandono"

P.Manelli e le incredibili accuse: "Ha una morale e una lezione questa vicenda?"

Un acuto commento di Piero Mainardi in margine alla richiestadi archiviazione  della posizione di Padre Manelli, disposta dalla Procura della Repubblica di Avellino.

Rilancio sulla questione p. Manelli e Francescani dell'Immacolata dopo la richiesta di archiviazione del PM della procura di Avellino dalle accuse infamanti che gli erano state rivolte.


Ha una morale e una lezione questa vicenda? 

Sì e non una sola.

La prima e più importante è questa: non si lascia solo col pretesto della fiducia in Dio e nelle autorità della Chiesa un innocente, fidando nel fatto che Dio farà trionfare la verità.

Esse diventeranno per voi una rete..

INVASIONE ISLAMICA E APOSTASIA

Invasione islamica, apostasia e castigo divino. L'invasione che rischia di minare le nostre radici cristiane dalle fondamenta e alcune frasi alquanto discutibili pronunciate da Papa Francesco durante omelie e discorsi ufficiali 
di Cinzia Palmacci  


"Perché, se fate apostasia e vi unite al resto di queste nazioni che sono rimaste fra di voi e vi imparentate con loro e vi mescolate con esse ed esse con voi, allora sappiate che il Signore vostro Dio non scaccerà più queste genti dinanzi a voi, ma esse diventeranno per voi una rete, una trappola, un flagello ai vostri fianchi; diventeranno spine nei vostri occhi, finché non siate periti e scomparsi da questo buon paese che il Signore vostro Dio vi ha dato. Ecco io oggi me ne vado per la via di ogni abitante della terra; riconoscete con tutto il cuore e con tutta l'anima che neppur una di tutte le buone promesse, che il Signore vostro Dio aveva fatto per voi, è caduta a vuoto; tutte sono giunte a compimento per voi: neppure una è andata a vuoto. Ma, come ogni buona parola che il Signore vostro Dio vi aveva detta è giunta a compimento per voi, così il Signore farà giungere a vostro danno tutte le sue parole di minaccia, finché vi abbia sterminati da questo buon paese che il vostro Dio, il Signore, vi ha dato. Se trasgredite l'alleanza che il Signore vostro Dio vi ha imposta, e andate a servire altri dèi e vi prostrate davanti a loro, l'ira del Signore si accenderà contro di voi e voi perirete presto, scomparendo dal buon paese che egli vi ha dato".
(Giosuè 23, 12-16)

Un punto di partenza, per dove?

Povero matrimonio, dopo AL 

Sul misericordismo e i danni che continua a mietere

di Marco Manfredini
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zdstrVorrei commentare alcuni passaggi significativi di un articolo comparso su Noi famiglia & vita, supplemento di Avvenire del 30 ottobre (1), per capire dove sta andando la CEI.
Si inizia con una minaccia:
Amoris Lætitia non è un punto d’arrivo ma è un punto di partenza. Il testo, pur ampio e articolato, non intende mettere la parola fine dopo l’intenso lavoro sinodale.
Ampio è ampio, non c’è che dire: duecentosessantaquattro interminabili pagine. Che non intenda mettere la parola fine sull’argomento è un po’ riduttivo però; ci si aspettava una sintesi che mettesse chiarezza ed un minimo di ordine al caos sinodale, invece ne è uscito un documento che ha elevato la confusione e l’indeterminatezza a metodo, con l’aggravante di essere atto di magistero.

Pannolone per incontinenti?

Il papa tace, ma i cardinali suoi amici parlano. E accusano


Il prefetto del nuovo dicastero per la famiglia attacca l'arcivescovo di Philadelphia, Charles J. Chaput, per come attua "Amoris laetitia" nella sua diocesi. Ecco le linee guida finite sotto processo

di Sandro Magister



ROMA, 23 novembre 2016 – Non una parola è uscita dalla bocca di papa Francesco, dopo che quattro cardinali gli hanno pubblicamente chiesto di sciogliere cinque grossi "dubbi" sollevati dai passaggi più controversi di "Amoris laetitia":

> "Fare chiarezza". L'appello di quattro cardinali al papa

O meglio, una non risposta il papa l'ha data, quando nell'intervista a Stefania Falasca per "Avvenire" del 18 novembre a un certo punto ha detto, dando del tu all'intervistatrice, sua amica di lunga data:

"Alcuni – pensa a certe repliche ad 'Amoris laetitia' – continuano a non comprendere, o bianco o nero, anche se è nel flusso della vita che si deve discernere".

E un'altra non risposta l'ha data nell'udienza generale di mercoledì 23 novembre, dedicata proprio all'opera di misericordia "consigliare di dubbiosi":

"Non facciamo della fede una teoria astratta dove i dubbi si moltiplicano".

In compenso, si sono messi a parlare al posto del papa non pochi ecclesiastici della sua cerchia, i quali hanno fatto a gara nel dire che l'esortazione postsinodale "Amoris laetitia" è già in sé chiarissima e non può dar adito a dubbi, e quindi chi li solleva in realtà attacca il papa e disubbidisce al suo magistero.


Dallo scaffale basso all'archivio?

L’ABORTO VA NELLO SCAFFALE PIÙ BASSO

Il Papa non lo declassa a “dramma superficiale”, ma “non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere”. La svolta, la dottrina, la percezione e la fine di un’epoca di valori non negoziabili



Roma. “Concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto”. Lo scrive il Papa al punto dodici della Lettera apostolica Misericordia et misera, pubblicata ieri a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia. “Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario”. Frasi che subito hanno indotto a parlare di sanatoria, di declassamento del peccato d’aborto a qualcosa paragonabile a una lite tra nuora e suocera da illustrare con dovizia di particolari al confessore più o meno distratto. O a teorizzare paragoni tra l’aborto e un reato di mafia, mettendo sul bilancino i due elementi e controllando con occhio attento quale pesa di più ai fini della salvezza.

Allargare il solco

LO SFIORA MAI UN DUBBIO ?

 Il papa assolve l’aborto? Non basta una bella confessione per lavarsi la coscienza non è come dopo un furto di caramelle. Per un cattolico è un omicidio: visto che non lo dice il papa diciamolo noi l’importante è che qualcuno lo dica
 di F. Lamendola  



Sulle prime pagine dei giornali è stato un coro all’unisono: il papa assolve l’aborto. Tutti hanno dato questa chiave di lettura della Lettera apostolica Misericordia et misera, con la quale ha voluto concludere l’Anno Santo, e con la quale viene resa permanente la delega ai sacerdoti (e non più solo ai vescovi) per assolvere i credenti dal peccato di procurato aborto volontario: tanto le madri che hanno abortito, quanto medici e infermieri che hanno eseguito l’intervento.
Fra tutti, spicca il quotidiano La Repubblica, capofila di un vero e proprio “partito”, quello della cultura gnostico-massonica, che vorrebbe assorbire e rimodellare, secondo le sue idee ispiratrici, la Chiesa cattolica, e che mai come in questi ultimi tempi sembra essere giunto a un passo dal trionfo della sua paziente ed abile strategia d’infiltrazione. Il titolone del 22 novembre 2016 recita: Aborto: la battaglia sui temi etico, così Francesco sfida i vescovi conservatori, dove il tutto sembra ridursi a una battaglia ideologica fra conservatori e progressisti, con il papa all’attacco dei primi e alla testa dei secondi, ben deciso a far prevalere la sua fazione. Tristissima (e interessata) interpretazione; ma anche, paradossalmente, fin troppo veritiera.

Un ombrello grande e lungo un anno

Il Giubileo della misericordia. In cauda venenum 

Misericordia et Misera chiude l’Anno della Misericordia con la sorpresina finale: Aborto? Sì, è peccato… però… insomma, non facciamone un dramma… E appare più chiaro perchè il bilancio in rosso del Giubileo non ha scosso Bergoglio. Aveva in serbo altri programmi…

di Elisabetta Frezza
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zrgrdMio figlio più piccolo è venuto da me, ieri sera, dopo aver sentito non so quale spezzone di tiggì, a dirmi che Papa Francesco aveva bestemmiato Gesù.
Dal suo punto di vista, aveva rinunciato a proteggere i suoi colleghi bambini nel grembo della loro mamma. Di fatto – aggiungo io dal mio punto di vista – assolvendo ex ante le strutture di morte e i loro boia e becchini, ha rinunciato anche a proteggere le povere mamme, mollate senza più imbracature nel precipizio dell’omicidio/suicidio, seriale e sterilizzato, in balia del sinistro tamtam che le coarta a fare “scelte consapevoli” distruttive.
Ed è proprio così, la notizia vera è questa, appena nascosta dietro il velo non più pietoso delle parole vuote che servono solo a farla digerire agli esegeti acculturati, che si affretteranno a dire che la dottrina è salva perché l’aborto resta un “peccato grave”.