L'INEFFABILE MISTERO DELL'UOMO DELLA SINDONE. INTERVISTA A EMANUELA MARINELLI, SPECIALISTA DOC
Oggi arriva alle sue conferenze con passo deciso e spesso porta con sé un proiettore, le diapositive e anche quella valigetta con dentro una copia del sacro telo a dimensione naturale, che poi fa aprire a qualcuno del pubblico presente. Ma tutto è cominciato quasi per caso, oltre quarant’anni fa. «La prima volta che ho visto l’immagine del volto di Cristo come è impresso sulla Sindone era il 1975 ed ero in via della Conciliazione a Roma. Ero affacciata alla vetrina di un negozietto di souvenir e vedendo questo volto rimasi colpita. Lo riconobbi, certo, ma non sapevo chi fosse l’autore, pensavo fosse una litografia o qualche tecnica particolare. Così entrai e chiesi alla suora che era lì. Mi disse che era la Sindone e mi spiegò cosa fosse. Uscii scettica, pensando che, se la fede si riduceva a questo, era ben poca cosa. A quel tempo avevo 25 anni e non stavo certo a pensare a queste reliquie».