ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 20 maggio 2017

Maggio di spine senza rose

Maggio di veglie contro l'omofobia (che non esiste) Così certa Chiesa sposa l'omosessualità - VIDEO
Il mese di maggio è per eccellenza il mese della Madonna. E' da sempre il mese mariano dedicato alla preghiera del Santo Rosario. Purtroppo negli ultimi anni, complice l'istituzione della Giornata Mondiale contro l'Omofobia (17 maggio), siamo costretti ad assistere ad un triste spettacolo: parrocchie e diocesi che ospitano veglie, prediche ed iniziative contro l'omofobia. La verità però è che l'omofobia non esiste; è un'invenzione che ha un unico e semplice obiettivo: imporre l'omosessualità come un valore positivo. Anche nella Chiesa.

di Riccardo Cascioli
20-05-2017 

Unendo ai mattoni della tradizione, la calce della dignità

L’accoglienza è un principio etico, non un diritto. E chi marcia oggi, lo fa per l’etica dello sfruttamento 


Oggi a Milano si tiene il corteo pro-migranti, “20 maggio senza muri” l’hanno chiamato. Un serpentone da Porta Venezia al Castello Sforzesco, luogo scelto per l’arrivo: un castello, massima espressione della fortificazione e della difesa, divenuto luogo di centramento per apolidi di ogni risma. Capite da soli, di cosa stiamo parlando. Sono oltre mille le associazioni che hanno aderito e, in testa al corteo, sfilerà la crème della crème del buonismo in cachemire: da Pietro Grasso, presidente del Senato all’Unicef, da Roberto Vecchioni a Lella Costa, da Claudio Bisio ad Emergency, da Carla Fracci all’ANPI fino all’ineffabile sindaco Beppe Sale e a quella Emma Bonino che è l’agente provocatore dei vari Soros del mondo nel nostro Paese. Da almeno 40 anni.

“Ma sempre c’è stata quella gente” ?


RATZINGER A FUMONE. BURKE A CAMPO DE’ FIORI. A QUALCUNO STANNO SALTANDO I NERVI.

La lettura di tre notizie apparse ieri mi fa pensare che a qualcuno stiano saltando i nervi. E che stiamo entrando in una pericolosa fase di involuzione del genere: chi non è d’accordo col capo via la testa. Una degenerazione populista inedita nella vita della Chiesa moderna. Spero sinceramente di sbagliarmi; non è un modo di dire. Lo spero davvero. Però ci sono segnali tutt’altro che tranquillizzanti.
Il nodo, mi sembra di capire, ancora una volta consiste nella risposta non data – a un anno di distanza – dalle cinque domande rivolte al Pontefice da quattro cardinali su dei punti controversi della sua esortazione apostolica Amoris Laetitia. Domande rivolte in spirito di obbedienza, seguendo una procedura classica nella Chiesa, e cioè chiedendo al Pontefice a alla Congregazione per la Dottrina della Fede di dare un chiarimento. Due mesi dopo che le domande erano state rivolte, quando i cardinali hanno saputo che il Pontefice non aveva intenzione di rispondere hanno reso pubbliche le questioni. Che riguardano tutti, e che in buona sostanza si possono ridurre a una: è lecito, in peccato mortale e senza cambiare il proprio comportamento, fare la comunione?

L'araba fenice

Svelata la fonte di Scalfari e Bergoglio: è il quinto vangelo 


di Léon Bertoletti
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A malincuore, ecco, a malincuore. Nella controversia scritturistica tra due fondatori di chiese cartacee, tra due biblisti del giornalismo, tra due apostoli in comunità di fedeli lettori, tra due direttori magni, tra due dottori filosofi e teologi, sant’Eugenio da Civitavecchia e il beato Vittorio da Bergamo, tocca dare ragione al primo, purtroppo. Scalfari scrive di “quattro Vangeli sinottici”. Feltri lo bacchetta, spiegando che “i Vangeli canonici sono quattro, mentre i sinottici sono tre”. Ufficialmente è questo che s’insegna ai corsi dei chierici, ma a sproposito. Repubblica, si sa, è come la Bibbia: non sbaglia mai nemmeno quando sbaglia e non fa errori di distrazione. Libero, invece, è un manuale di magia nera. Forse per effetto di qualche strana pozione, per aver bevuto l’intruglio dell’amnesia al posto del caffè mattutino, il suo direttore dimentica il mito, la leggenda, la tradizione orale; cancella l’arcidiacono Pacifico, il manoscritto di Vivario, il monaco greco, fra Michele minorita, il convito di Lione, Pietro d’Artois, il cavalier Du Breil, il sacerdote Domenico De Lellis; tralascia, insomma, Mario Pomilio e il mistero del Quinto Evangelio.

Bergoglio e Lady Gaga uniti nella lotta


IL CAOS? E’ IL METODO DI GOVERNO DEL GLOBALISMO.


A Teheran, fra i partecipanti alla conferenza  internazionale New Horizon, ho potuto conosce finalmente il Comitato Invisibile di Tarnac, autore  collettivo, nel 2008,  del breve, ma epocale saggio “Gouverner Par le Chaos”.  Governare attraverso il caos.
Rievoco in breve la storia, ovviamente ignota ai lettori. Nel novembre 2008,  la polizia francese arrestò in modo estremamente vistoso, brutale e  mediatico una decina di giovani abitanti a Tarnac, un  paesino del Corrèze, con l’accusa di progettare atti terroristici e di averne già messi in atto altri,  come danneggiamenti  alle linee ad alta velocità (TGV). In inchieste durate anni, s’è scoperto che: terroristi anarchici di Tarnac erano controllati giorno e notte (è il caso di dirlo)   da un poliziotto britannico che si era infiltrato,  e aveva messo incinte alcune signorine del gruppo terroristico; che i servizi francesi  ne sapevano ogni mossa; che i danneggiamenti al  TGV erano stati perpetrati da ecologisti tedeschi. Alla  fin fine, si intuisce cha la sola cosa per cui il potere ha considerato pericoloso e da smantellare il gruppo di Tarnac, la vera bomba da esso confezionata, era proprio il libretto – una novantina di pagine – concepito nel loro ambiente:

Una babelica confusione

IL MALE MODERNISTA

    Il male partiva da lontano e non l’abbiamo visto. I tanti preti infedeli e narcisisti che non hanno il fegato di dire che il cristianesimo è solo una creazione umana e che essi non credono in alcun Dio trascendente 
di Francesco Lamendola  





La ventata di modernismo che si è abbattuta sulla Chiesa cattolica in questi ultimi anni, specialmente sotto il pontificato di Francesco, e che ha di fatto sostituito una neochiesa gnostica e massonica, anzi, una vera e propria contro-chiesa, alla Sposa di Cristo, veniva da lontano e non abbiamo saputo vederlo per tempo, né comprendere quanto fosse grande e imminente il pericolo che esso rappresentava, per la fede cattolica e per le anime.
Di fatto, sin dagli anni Novanta del secolo scorso, sotto il pontificato di Giovanni Paoli II, e poi, al principio di questo secolo, durante il pontificato di Benedetto XVI, la ventata modernista ha bussato con la forza di un vento d’uragano alle porte della Chiesa e delle nostre coscienze, mostrandosi con il suo vero volto: non c’era bisogno di riconoscerlo, esso non si nascondeva, né si travestiva, ma sfidava ormai apertamente la vera dottrina per adulterarla e per sostituirla con la sapienza del mondo, sempre rincorrendo le mode, la popolarità, l’applauso facile, gli umori del secolo, e carezzando le debolezze umane. Puntando le artiglierie contro un “nemico” sin troppo facile, cioè una Chiesa e una gerarchia arroccate a difesa, chiuse nel loro orticello e insensibili al “grido” degli ultimi, e specialmente dei “poveri” (una parola passe-partout coniata in omaggio alla demagogia pura e semplice, quasi che il povero abbia sempre ragione, anche in questioni di dottrina e di fede), i modernisti, agendo dall’interno del clero cattolico, hanno mirato a trovare un compromesso e una conciliazione fra il Vangelo e i due aspetti salienti della civiltà moderna: lo scientismo e l’edonismo. 

Senza darlo a vedere




Fatima liquidata


Ci sono due vie per diventare refrattari alla realtà – alla realtà pura e semplice, quella che si mostra nella sua evidenza a chiunque abbia una mente sana. Una è quella del sentimentalismo narcisistico: ripiegato su ciò che “sento” o “non sento”, sono tutto teso a gustare le mie sensazioni, pensando di trovarvi Dio o di percepire la sua grazia quasi fosse un fenomeno fisico, piuttosto che un dono soprannaturale. L’altra è quella dell’intellettualismo contorto, che “piega” la realtà ai miei schemi mentali fino a farvi rientrare qualsiasi cosa, anche la più abnorme. Il denominatore comune è la centralità dell’io, che ha bisogno di garantire il proprio benessere. La seconda opzione è da sempre la specialità dei clericalismi di opposte sponde, ma anche la prima, grazie ai movimenti ecclesiali, si è conquistata un posto di tutto rispetto. Sono poi possibili anche varie combinazioni: per giustificare scelte dettate dall’emotività, posso sempre tentare ardite arrampicate sugli specchi con gli attrezzi della teologia, antica o moderna.


Locústa, et bruchus

Il Grillo "sparlante" ammette il complotto anti-Sarah
La lettera di Benedetto XVI a sostegno del cardinale Sarah e della sua azione a difesa della liturgia autentica, ha fatto saltare i nervi a chi sta procedendo a una rivoluzione "protestantizzante". E così il liturgista Andrea Grillo si lancia in un violento attacco contro Sarah e Benedetto XVI e rivela il piano per far fuori Sarah. E anche il cardinale Maradiaga ci mette del suo...
Se qualcuno poteva avere dei dubbi riguardo al significato della post-fazione di Benedetto XVI al libro sul silenzio del cardinale Robert Sarah (vedi qui), ci ha pensato uno dei “golpisti” a fugarli. Il liturgista Andrea Grillo, docente al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo e considerato molto apprezzato a Santa Marta, si è infatti scagliato con inaudita violenza contro il cardinale Sarah («incompetente» e «inadeguato») e Benedetto XVI, sempre definito Ratzinger o vescovo emerito, nonché causa del “fallimento” (clicca qui).

venerdì 19 maggio 2017

Parlare con satana

...et venit locústa, et bruchus, * cuius non erat númerus 
(Psalmus 104, 34)



GrilloShock. "Esiliare Ratzinger per sempre". E vuole chiudere i conti con il Summorum Pontificum


Generalmente quando parliamo di certa gente non facciamo nomi, ma questa volta l'entità delle affermazioni urlate da Andrea Grillo in un'intervista è tale, che è obbligatorio citarlo. Il "teologo" di fama ha infatti rilasciato dichiarazioni sconcertanti riguardo Benedetto XVI, reo di aver semplicemente scritto una postfazione al prossimo libro del card. Sarah. 

Parlare con Dio



FATIMA. UN LIBRO DI SPIRITUALITÀ E TEOLOGIA DI PADRE LANZETTA SU PENITENZA E PECCATO.

Il centenario delle apparizioni di Fatima è appena iniziato, e certamente nel corso di questi prossimi dodici mesi assisteremo a un proliferare di iniziative editoriali per commemorare e studiare quello che è stato senza dubbio il fenomeno sovrannaturale più straordinario degli ultimi secoli. Ma a quanti siano interessati ad approfondire da un punto di vista spirituale e teologico il messaggio che la Madonna ha dato ai tre pastorelli, e tramite loro a tutto il mondo permettiamo di suggerire la lettura di un’opera particolarmente ricca e approfondita: “Fatima. Un appello al cuore della Chiesa. Teologia della storia e spiritualità̀ oblativa”, di padre Serafino Lanzetta, dei Francescani dell’Immacolata, per i tipi delle Casa Mariana Editrice, Frigento (AV). E’ la casa editrice dove appaiono pubblicazioni dei Francescani dell’Immacolata.

Much ado..?


Reggio Emilia: tanto rumore per nulla… di nuovo 




Il prete ammodernato:
Giordano Goccini


Il “portavoce” ammorbato:
Edoardo Tincani

 

I personaggi che difendono:
aspiranti ecclesiastici?
   
Allora, sabato 3 giugno 2017,  dopo la festa della Repubblica del 2, la città che porta quasi ironicamente il nome “Reggio”, e cioè Reggio Emilia, si sciropperà una delle ormai solite variopinte “parate militari” di vari tipi di “froci”, invertiti, pervertiti ecc.
Sarà una giornata trionfale, visto che gli organizzatori del grande evento parlano di partecipazione corale di tutta l’area padana del Nord-Est. Una partecipazione che partendo dallo slogan truffaldino del “tutti uniti nella differenza” per costruire “una serie di ponti”, intende “procedere spediti verso il matrimonio egualitario, per il bene di tutte le coppie, e soprattutto dei bambini”.
Una cosa splendida, cioè, che più che una sfilata, sarebbe un evento politico:  “a oggi sono 13 le città che hanno aderito al nostro appello, e 3 sono i patrocini in dirittura d’arrivo. A questi si aggiunge il sostegno della Regione, della Provincia di Reggio Emilia, di associazioni e realtà economiche: … ancor una volta Reggio Emilia si dimostra una città di sinistra e all’avanguardia sui diritti”.
(Dichiarazioni riportate da Reggioonline del 13 maggio).


“Troppa verbosità nella Chiesa”

L'elogio del silenzio di Benedetto XVI

“Troppa verbosità nella Chiesa minaccia la grandezza della Parola”. Pubblichiamo ampi stralci della Prefazione scritta dal Papa emerito all’ultimo libro del cardinale Sarah

Papa Benedetto XVI (foto LaPresse)
Da quando, negli anni Cinquanta, lessi per la prima volta le Lettere di sant’Ignazio di Antiochia, mi è rimasto particolarmente impresso un passo della sua Lettera agli Efesini: “E’ meglio rimanere in silenzio ed essere, che dire e non essere. E’ bello insegnare se si fa ciò che si dice. Uno solo è il Maestro che ha detto e ha fatto, e ciò che ha fatto rimanendo in silenzio è degno del Padre. Chi possiede veramente la parola di Gesù può percepire anche il suo silenzio, così da essere perfetto, così da operare tramite la sua parola ed essere conosciuto per mezzo del suo rimanere in silenzio” (15, 1s.). Che significa percepire il silenzio di Gesù e riconoscerlo per mezzo del suo rimanere in silenzio?  

Prodigi o illusioni?

"Nessun dolore, nessuna reazione: a Medjugorje capimmo scientificamente che non era una truffa" 
Medjugorje sì o no? Oltre le opinioni personali bisogna stare ai dati scientifici e alle risultanze degli studi medici effettuati sui sei veggenti. Il test più completo e mai confutato da nessuno venne effettuato nel 1985 da un'equipe di luminari italiani. Il capo spedizione, Luigi Frigerio, racconta alla Nuova BQ gli esami, anche invasivi, su quei pazienti speciali: "Non avevano la benché minima reazione al dolore. Scientificamente è inspiegabile". La sorpresa di Ratzinger dopo aver letto il dossier: "E' possibile che il divino si manifesti. Lo pensa anche Giovanni Paolo II". 

Questo può far problema ai devoti della Gospa?


Tutte le novità su Medjugorje dopo le parole di Papa Francesco


La sortita su Medjugorje di Papa Francesco dall’aereo papale di ritorno da Fatima ha avuto larga eco. Su migliaia di apparizioni, solo sette sarebbero autentiche, ha detto il pontefice. Ma sul lungo corso l’effetto deflagrante potrebbe essere meno clamoroso di quanto ci si potrebbe aspettare osservando le accese reazioni al giudizio di Bergoglio. Almeno stando ad alcuni precedenti che arrivano proprio dalla terra del Papa, l’Argentina.
IMPAZZA LA POLEMICA 
Sconcerto per chi crede alle presunte apparizioni. Malcelata soddisfazione per chi guarda con scetticismo al fenomeno. Occasione per i critici del pontificato di attaccare Bergoglio. C’è poi una posizione limite che ogni tanto fa capolino sui social: tra Medjugorje e il Papa, si scelgono i messaggi della presunta Gospa. Un caso esplosivo. In una lettera ad Avvenire, un frate carmelitano definisce “offensive” le parole del Papa per il popolo che segue i messaggi di Medjugorje. Marina Corradi, rispondendogli, riassume i termini del pericolo: se si dovesse fare a meno del messaggio di Medjugorje, a certe persone cosa resterebbe?

Vero ma incredibile?

Riparare i peccati non è presunzione
Sentir dire da un prete che la preghiera offerta a Dio in riparazione dei peccati altrui è presuntuoso, è incredibile. Mostra di non conoscere l’essenziale differenza tra l’espiazione operata dal Signore Gesù e l’azione riparatrice attuabile dai suoi discepoli. Scrittura, Magistero, epserienze mistiche e Tradizione ci mostrano perché queste parole ci portano fuori strada dalla via indicata da Cristo.

L’ignoranza delle più elementari competenze ‘professionali’, che sarebbe legittimo dare per scontate in un ministro di Dio, è causa di errori grossolani. Per la verità si deve dire che è con-causa, insieme alla impudica strumentalizzazione ideologica del linguaggio con cui si tratta delle cose più belle e più sacre della fede cattolica.

“Aiuto, sta tornando Gesù!”?

Ma quale post religione, in Francia vanno forte i "giovani bigotti"

Qualcosa è cambiato nella patria della laïcité. Tra i giovani dai 18 ai 29 anni i credenti sono al 53 per cento. Solo nove anni fa, erano il 34

Foto LaPresse

Roma. Giovani bigotti che rivendicano la propria fede. Con orgoglio, s’intende. Il Monde è forse un po’ sprezzante nel descrivere il ritorno al religioso nella Francia dove a essere sacra, negli ultimi decenni, era la laïcité. Qualcosa è cambiato. Lo dicono gli indicatori numerici, elaborazioni di statistiche autorevoli, e – soprattutto – le masse di giovani che non si fanno scrupoli a esibire simboli della propria fede, che frequentano le chiese e vanno in pellegrinaggio. Sia chiaro, si tratta sempre di una minoranza (creativa), i giovani che si definiscono credenti sono sempre al di sotto del cinquanta per cento della popolazione, ma tra i giovanissimi (dai 18 ai 29 anni) i credenti salgono al 53 per cento.

giovedì 18 maggio 2017

Un serpente con la bocca aperta

È stato proposto uno strano logo per la giornata mondiale della gioventù.


Sabato scorso è stato divulgato il logo della Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà tenuta a Panama (22-27 gennaio 2019).
È stato progettato dalla studentessa Ambar Calvo (20 anni) e secondo l'autrice mostrerebbe il canale di Panama, la silhouette di Nostra Signora e una croce.

Molti interpretano il logo come un serpente con la bocca aperta che divora la croce, la quale sembra sciogliersi all'interno del corpo del rettile.

Foto: © World Youth Day, #newsEhahvkqhdn
https://gloria.tv/article/6mvqtL8qdqpZBdu3NUFzFLcoq

La curia di Reggio Emilia e la processione in riparazione del gay-pride: la fantasia al potere 


Il vescovo ha già fatto sapere che lui non vede, non sente e non parla. Invece parla il responsabile della “pastorale giovanile”, al quale va riconosciuta una creatività non indifferente. Interessanti novità in tema di dottrina e di morale. Buone probabilità di dichiarare lecito anche l’omicidio. E questa sarebbe “Chiesa cattolica”? Ma per favore…
di Paolo Deotto

Alcune certezze terrificanti


L’immenso viaggio e il miliardo di euro da dare


DI MIGUEL MARTINEZ
kelebeklerblog.com
Come sapete, di Repubblica parlo spesso, volentieri e male.
Ma questa volta c’è un articolo straordinario su una delle questioni fondamentali dei nostri tempi: le centinaia e centinaia di migliaia di giovani maschi africani che rischiano la vita, e spessissimo la perdono, per arrivare in Europa.
Quando un giornalista d’Occidente cerca di raccontare storie d’altri, sappiamo che di mezzo c’è una marea di storie, un’infinità di mondi orali che esulano da ogni comprensione dell’idiota medio iperletteralizzato delle parti nostre, con  i suoi Principi, le sue Certezze e tutto il resto.
Però qualcosa, in mezzo alle storie, passa:

Apericena


I forni di Assad

IL MATTATOIO
Il Dipartimento di Stato americano ha comunicato al mondo la notizia sconvolgente che Assad ha costruito forni crematori per eliminare ogni traccia delle esecuzioni di massa che sta conducendo contro gli oppositori.
In una conferenza stampa il 15 maggio scorso, Stuart Jones, vice-Segretario per gli Affari del Vicino Oriente, ha dichiarato che: “a partire dal 2013 il regime siriano ha installato un forno crematorio all’interno della prigione di Saydnaya. Lo scopo è eliminare le prove e nascondere l’entità della omicidi di massa che avvengono nel carcere stesso”.

Il carcere di Saydnaya è venuto alla ribalta della cronaca nel Febbraio scorso, quando Amnesty International ha pubblicato un report di 40 pagine intitolato: “Il mattatoio umano. Stermini di massa nella prigione siriana di Saydnaya”.
Il documento è un atto di accusa senza riserve dei crimini che il regime di Assad avrebbe commesso all’interno della prigione militare a 30 km a nord di Damasco, dove dal 2011 “migliaia di persone sono state giustiziate extragiudizialmente in massacri di massa effettuati di notte e nel massimo segreto”.

Consputuros fuerint?

E. Frezza dal quotidiano La Croce: ‘Sputateci pure addosso, il 3 giugno ci saremo e sfileremo orgogliosi’


Cattura
Con un articolo di rara potenza (ottimo contraltare alla rara pavidità di Famiglia Cristiana: ) Elisabetta Frezza lancia dalle colonne del quotidiano “La Croce” il suo invito alla Processione del 3 giugno. Ne riportiamo la felice conclusione [RS]:

Pulcinella?

Ora gli esperti di geopolitica cominciano a riflettere su cosa c’è dietro la misteriosa “rinuncia” di Benedetto XVI 

benedetto-xvi

Nell’ultimo numero – appena uscito – di Limes, l’autorevole rivista di geopolitica dello stesso gruppo editoriale di Repubblica ed Espresso, viene pubblicato un saggio del professor Germano Dottori, che si occupa di Studi strategici presso la Luiss, è consigliere scientifico di Limes, membro di altri importanti centri studi ed è stato consulente presso commissioni della Camera e del Senato in materia di affari esteri e difesa.

Dunque il saggio di Dottori – intitolato “Perché ci serve il Vaticano” – ricostruisce lo stretto e decisivo legame fra la politica estera della Stato italiano e la presenza a Roma del papato che ha un’influenza planetaria. Un rapporto anche conflittuale.


Servus servorum Dei?

MA IN COSA CREDE, COSTUI ?

    Una nuova "Controchiesa". Ma in che cosa crede, costui? francamente, fino ad oggi non lo si è capito molto bene. Lo si è sentito fare affermazioni bislacche, sgradevoli, sconvenienti, e anche proferire qualche bestemmia 
di Francesco Lamendola  






Dal marzo del 2013, un miliardo e 300 milioni di cattolici sono appesi al filo delle sparate incessanti di papa Francesco, il quale, col suo protagonismo, col suo autoritarismo (nessun papa lo è mai stato tanto, nei tempi moderni), col suo sfrenato narcisismo, ha attirato l’attenzione su di sé a un punto tale, che la Chiesa, e perfino il Nostro Signore Gesù Cristo, sembrano tutt’uno con lui; mentre lui, fino a prova contraria, è solamente il pastore del gregge, il servus servorum Dei, e quindi non avrebbe alcuna autorità per fare e disfare, come sta facendo, creando una situazione, come lui stesso ha detto, dalla quale non si potrà più tornar e indietro.
Sorge perciò la domanda: in che cosa crede, costui? Perché, francamente, fino ad oggi non lo si è capito molto bene. Lo si è sentito fare affermazioni bislacche, sgradevoli, sconvenienti, e anche proferire qualche bestemmia; come quando ha detto che Gesù, sulla croce, si è fatto diavolo, si è fatto brutto da fare schifo (mentre san Paolo, che alcuni citano per “scusare” quella frase, ha detto che Gesù, sulla croce, si è fatto peccato, concetto teologicamente appropriato, ma che non ha nulla a che fare con le cose dette da Bergoglio); o come quando ha dichiarato che, nella Santissima Trinità, le tre Persone sono sempre intente a litigare fra di loro (e dove lo ha sentito dire?), senza però che nulla traspaia all’esterno; non solo discordi, dunque, ma anche ipocrite. Pertanto, è lecito, anzi, è doveroso, domandarsi in che cosa creda costui.
Un nostro amico sacerdote ci esprimeva tutto il suo disagio, tutta la sua sofferenza, per l’indirizzo che la Chiesa cattolica sta prendendo, precisamente sotto l’impulso e l’incoraggiamento di papa Francesco, anche se la deriva risale a molto prima e cioè agli anni del Concilio Vaticano II.

Gosposta?

http://www.lafedequotidiana.it/la-vignetta-del-giorno-francesco-gordon-15052017/


Monsignor Sigalini: “Papa Francesco male interpretato su Medjugorje”


“Papa Francesco non ha criticato Medjugorje, sbaglia chi interpreta le sue parole in quel modo, si legga il testo  con attenzione e senza prevenzione.” Lo afferma a La Fede Quotidiana Monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina che commenta il contenuto delle dichiarazioni papali al ritorno da Fatima su Medjugorje.
Eccellenza, Papa Francesco, ancora una volta, ha detto che non gli  piace una Madonna  postino e questa volta espressamente ha accostato  le sue affermazioni a Medjugorje…
” Non mi pare una novità. Nel recente passato aveva detto le medesime cose, dove sta la notizia? Io penso, tuttavia, che non abbia parlato male o criticato Medjugorje in quanto tale. Sbaglia dunque chi interpreta le sue parole in quel modo, si legga il testo con attenzione e senza prevenzione”.

Più di una blindatura?

Ratzinger "torna in campo" con il cardinale isolato da Francesco

L'anticipazione della prefazione di Ratzinger al libro del cardinale Sarah fa ipotizzare un "clamoroso" ritorno nell'arena ecclesiale del papa emerito

Benedetto XVI si è sempre tenuto in disparte. O quasi. Da quanto Joseph Ratzinger ha abdicato al trono di Pontefice, non ha mancato in alcune occasioni di mandare alcuni messaggi, senza mai presentarsi in netta contrapposizione con papa Francesco.

Ratzinger vs Bergoglio?

L'ultima "discesa in campo" risale a pochi giorni fa, quando Benedetto XVI ha dichiarato che "con il cardinal Sarah la liturgia è in buone mani". A prima vista si direbbe nulla di strano. In realtà come spiegato da Riccardo Cascioli su La Bussola Quotidiana, "il Papa emerito – pur con il suo stile discreto - scende direttamente in campo a difesa del cardinale Robert Sarah che, come prefetto della Congregazione per il Culto divino, è stato ormai isolato ed emarginato dalle nuove nomine di papa Francesco, e pubblicamente smentito nel suo indirizzo dallo stesso Papa".

mercoledì 17 maggio 2017

Una figura di Donna di Paradiso

Bruno Cornacchiola, il veggente di Roma



26:47


Credimi - concluse - per salvare l’umanità bisogna far spogliare i preti e far togliere il velo alle suore, chiudere tutti i conventi! Bisogna instaurare nella chiesa una base democratica che comandi, abolendo il potere assolutistico del Papa! Tutti devono presiedere l’assemblea come facciamo noi protestanti; bisogna togliere la Confessione, perché la Bibbia non ne parla..., l’Immacolata, perché la Bibbia non ne parla..., e tante altre idolatrie che la Chiesa ha inventato e conservato! “.

Più lo ascoltavo e più cresceva in me un odio profondo e violento contro Romano Pontefice, il Successore di Pietro. Pensavo: se riesco ad uccidere il Papa, “il capo della sinagoga di satana’’ come lo chiama Otto, libero l’umanità da tutti i mali.