ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 2 luglio 2017

Il rinnovamento verrà da cattolici che credono..

Ciò che i cattolici possiamo imparare dal liberale papa Francesco 

Dopo il licenziamento del cardinale Müller, non c'è dubbio che papa Francesco sia un Papa solo per i liberali radicali. È il papa dei cardinali Kasper, Cupich e Coccopalmerio. Non è il papa dei cardinali Müller, Burke o Caffarra. Francesco non è un Papa per i cattolici.

La differenza tra il liberale Francesco e i suoi predecessori conservatori si può vedere nelle loro nomine. La mia ipotesi è che fuori dalle dieci importanti nomine fatte da Giovanni Paolo II o da Benedetto XVI otto erano liberali, due erano conservatori. Sotto Francesco, su dieci nomination, dieci sono liberali.

Da ciò possiamo trarre due conclusioni. Dobbiamo innanzitutto ammirare la determinazione di Francesco a portare avanti la sua agenda radicale liberale e distruggere tutti coloro che considera i suoi nemici. Immaginate che nel passato recente ci sarebbe stato un Papa con la stessa determinazione a promuovere il bene e tutto ciò che è cattolico.

In secondo luogo, dobbiamo renderci conto che il rinnovamento della Chiesa non verrà né dai liberali né dai conservatori. Francesco spinge per un programma liberale di cui sappiamo già che è un fallimento gigantesco, dato che è stato realizzato in molti paesi, già prima che Francesco diventasse Papa. In tutti questi paesi la Chiesa è oggi in crollo. Ma il rinnovamento non verrà dai conservatori, perché sono solo una variante meno convinta e annacquata dai liberali.

Il rinnovamento verrà da cattolici che credono, in primo luogo, nella liturgia cattolica e, di conseguenza, nella fede cattolica. Dalle famiglie di questi cattolici nascerà una nuova generazione di chierici, una rinnovata gerarchia.

– di P. Reto Nay


Foto: © Greater Boston Tridentine, CC BY-NC#newsYosiakmdyy
Via Mueller La svolta del Papa
di Lorenzo Bertocchi02-07-2017
Mons Ladaria
Con un comunicato della Sala stampa vaticana ieri è stato dato l'annuncio ufficiale, il cardinale Gerhard Ludwig Müller non è stato confermato nel suo ruolo di prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Le notizie anticipate venerdì pomeriggio hanno trovato conferma, la sorpresa, invece, è stata nell'annuncio del successore.
«Il Santo Padre Francesco», si legge nel comunicato della Santa Sede, «ha ringraziato l'Eminentissimo Signor Cardinale Gerhard Ludwig Müller alla conclusione del suo mandato quinquennale (…) ed ha chiamato a succedergli nei medesimi incarichi Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I., Arcivescovo titolare di Tibica, finora Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.»
Il mancato rinnovo di Muller non si è tradotto con la nomina di uno dei nomi circolati più volte per la sua sostituzione, dal cardinale Schonborn, a monsignor Victor Manuel Fernandez, ma con un passaggio di consegne interno alla congregazione. Si è trattato di un cambiamento più “naturale” del previsto.
Monsignor Ladaria, 73 anni, gesuita spagnolo, viene considerato un teologo e un prelato di orientamento “conservatore”, non certamente un liberal. Basti ricordare che proprio monsignor Ladaria, in qualità di segretario della Dottrina della fede, nel 2014 firmò una risposta ad un sacerdote francese che chiedeva se un confessore può dare l’assoluzione a un penitente che, essendo sposato religiosamente, ha contratto una seconda unione dopo il divorzio. La risposta indica chiaramente che «non si può assolvere validamente un divorziato risposato che non prenda la ferma risoluzione di “non peccare più” e quindi si astenga dagli atti proprio dei coniugi, e facendo in questo senso tutto quello che è in suo potere.”».
Rimane comunque l'inusuale mancato rinnovo al cardinale Muller, 69 anni, perchè è abbastanza raro che un prefetto non veda confermato il suo incarico. Segno evidente di una mancanza di sintonia tra Francesco e il prefetto.
Questa mancata sintonia, che si è manifestata soprattutto durante il doppio sinodo sulla famiglia, ma anche su altri temi, in un certo senso trova conferma anche nel rifiuto da parte di Muller di qualsiasi incarico, visto che sembra aver scelto di ritirarsi in Germania a vita privata. Il ruolo della Congregazione per la Dottrina della fede è stato abbastanza sminuito in diverse occasioni, soprattutto quando le osservazioni che provenivano dall'ex Sant'Ufficio sulle bozze di documenti magisteriali di Francesco venivano regolarmente disattese e non considerate.
Monsignor Ladaria, scelto da Francesco anche per presiedere la commissione che sta studiando il caso delle diaconesse, riprenderà in mano anche il fascicolo relativo al possibile rientro nella piene comunione ecclesiale della Fraternità S. Pio X, i seguaci di monsignor Marcel Lefevbre. C'è da aspettarsi competenza e serietà, ma anche un profilo molto più basso rispetto all'ex prefetto.
Nel 2008, intervistato dalla rivista 30giorni, diceva: «Non mi piacciono gli estremismi, né quelli progressisti, né quelli tradizionalisti», e aggiungeva che la congregazione si muove con discrezione e «parla esclusivamente con i suoi atti».
Dopo le accuse per “gravi abusi sessuali” al cardinale George Pell, arriva ora la sostituzione del prefetto per la congregazione della Dottrina della fede. E' una svolta nel papato di Papa Francesco, vedremo in quale direzione andrà ora la barca di Pietro. 

Non è la prima volta, sarà l'ultima?

Era il 376 dopo Cristo, quando i primi barbari chiesero “asilo” come profughi



Non è la prima volta, che noi italiani abbiamo a che fare con la calamità chiamata ‘immigrazione’. C’è una potente analogia che possiamo fare, volgendo lo sguardo al passato. Esercizio fondamentale per chi non vuole commettere errori già commessi.

Alla fine del IV secolo dC, l’impero romano era la più grande civiltà del pianeta. Ma nell’estate del 376, registra lo storico Ammiano Marcellino‘voci terrificanti si diffondono lungo i confini occidentali che i popoli del nord, i barbari, stanno creando nuovi e insolitamente grandi tumulti‘.

Sulle rive del Danubio, lungo la frontiera balcanica dell’impero, funzionari romani segnalano l’arrivo di decine di migliaia di uomini, donne e bambini: saranno noti ai posteri come i Goti. A differenza di quelli di oggi, almeno, ebbero il ‘buongusto’ di portarsi donne e bambini.

“Obbedientissimi“ i gesuiti?

Si deve tornare al caso Dupuis per capire il ruolo dei gesuiti e i loro rapporti con Benedetto XVI




Forse non sono in molti a ricordare, o a conoscere, la vicenda che ebbe al centro la figura e l’opera del gesuita belga Jacques Dupuis (1923-2004), missionario per trentasei anni in India, teologo e fautore, un po’ in anticipo, di un indirizzo ecclesiale che oggi appare praticamente scontato, tale è stata la dimensione del suo trionfo, cioè quello di un “dialogo” con le religioni non cristiane spinto fino ad investire, direttamente o indirettamente, un punto chiave della dottrina cattolica: la salvezza mediante la sola adesione ai dogmi e alla disciplina della Chiesa. Docente alla Gregoriana, stimato come autore di libri moto importanti, il suo testo Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso (Toward a Christian Theology of Religious Pluralism), del 2001, tradotto in tutte le principali lingue europee, fu causa di un acceso dibattito interno alla Chiesa. In esso, l’autore va oltre la semplice affermazione, già fatta dal Concilio Vaticano II, che semi di verità sono presenti anche nelle altre religioni, suggerisce che anche le altre religioni conducono alla Verità divina, indipendentemente dalla indispensabile mediazione di Gesù Cristo. Ciò, naturalmente, attrasse l’attenzione della Congregazione per la dottrina della fede, il cui prefetto, il cardinale Ratzinger,  chiese dei chiarimenti e delle modifiche al sacerdote, cosa che diede luogo a una penosa controversia, cui parteciparono, compatti, gli altri gesuiti, schierati a sostegno del loro confratello, (diversamente da quanto era accaduto al tempo del caso” di Teilhard de Chardin), e che venne resa pubblica dal cardinale austriaco Franz König.
Il vaticanista Giancarlo Zizola, storico esponente dell’ala cattolica progressista, ha messo a fuoco il nodo della questione, naturalmente secondo il suo punto di vista, in questo passaggio della sua biografia Benedetto XVI, pubblicata subito dopo l’ascesa del cardinale Ratzinger al soglio pontificio (Milano,  Sperling & Kupfer, 2005, pp. 314-318 e 322-323):

Le "fortune" di questo pontificato..


Come Francesco prepara il posto al suo successore


Francesco non ha nessuna voglia di passare alla storia come papa "di transizione". Quello che fa, vuole che sopravviva alla sua dipartita. E per esserne certo istituzionalizza le cose a lui più care, le fa diventare stabili, con tutti i numeri per tirare avanti da sole.
La Giornata Mondiale dei Poveri è una di queste sue creature, ufficialmente canonizzata poche settimana fa.
L'idea di Jorge Mario Bergoglio che la Chiesa è come un "ospedale da campo" si concreterà da qui in avanti ogni anno, a novembre, in una festa delle opere di misericordia a favore di affamati, ignudi, senza tetto, forestieri, carcerati.
Con il papa, questo papa, che a Roma pranzerà assieme a centinaia di poveri, sarà difficile a un suo successore non fare lo stesso. La prova generale Francesco la farà a Bologna il 1 ottobre, dove nel programma della visita c'è già scritto che a mezzogiorno il papa sarà a "pranzo con i poveri nella basilica di San Petronio".

Quante gocce fanno traboccare il vaso?


Il “caso Müller”    
          


(Roberto de Mattei, in Il Tempo, 2 luglio 2017) La rimozione del cardinale Gerhard Ludwig Müller rappresenta un momento cruciale nella storia del pontificato di papa Francesco. Müller infatti, nominato prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede il 2 luglio 2012 da Benedetto XVI, ha solo 69 anni. Non è mai accaduto che un cardinale lontano oltre cinque anni dall’età canonica del pensionamento (75 anni) non sia stato rinnovato per un secondo quinquennio.
Basti pensare che vi sono prelati che, pur avendo dieci anni di più del  cardinale Müller, occupano ancora importanti incarichi, come il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontifico consiglio per i Testi legislativi, lo stesso porporato il cui segretario è stato recentemente colto in flagrante dalla gendarmeria pontificia, nel corso di un’orgia omosessuale a base di droga all’interno di un Palazzo appartenente al Vaticano. Coccopalmerio però aveva mostrato il suo apprezzamento per la Amoris laetitia, spiegando che «la Chiesa è sempre stata comunque il rifugio dei peccatori», mentre Müller non aveva nascosto le sue perplessità verso le aperture della Esortazione pontificia,  sia pure con dichiarazioni di natura oscillante. 

Timbri e francobolli?

Il cardinale Müller, come Benedetto XVI,dà una frenata ad un possibile accordo dottrinale con la FSSPX 




La Casa Generalizia della Fraternità San Pio X ha comunicato a tutti i suoi membri il contenuto di una lettera del cardinale Gerhard Müller, la quale ha prodotto negli ingenui l’effetto di una doccia fredda, anzi gelata.
Ecco i principali e più saporiti estratti di questa lettera:

Forse sì, forse no?

In Vaticano si apre il nuovo fronte: i preti anglicani
L’ultima della serie – in attesa di nuovi immancabili aggiornamenti – è che fino a qualche settimana fa uno era prete o non lo era. Adesso può esserlo in parte. E' quanto sostiene il cardinale Francesco Coccopalmerio in una recente pubblicazione a proposito dei sacerdoti anglicani. Ma il Magistero lo smentisce. 

E’ diventata ormai l’attività più praticata – ed evidentemente più remunerativa in termini di prestigio ed accesso ai posti che contano - nell’ecumene cattolica quella di demolire ciò che si erge ritto e stabile, anche solo di qualche centimetro da terra, di rendere fluido ciò che è solido e gassoso ciò che è liquido.

“Majora premunt”?

DE MINIMIS NON CURAT PRAETOR

Questa anonima massima giuridica medievale significa che un magistrato – il praetor – deve trascurare particolari di poco o punto rilievo per occuparsi delle questioni veramente cogenti. Essa è di uso comune, per lo più con valenza generica e non prettamente giuridica: significa, infatti, che non bisogna perdersi dietro alle piccolezze. Questo si legge, a un dipresso, ad locum 1137, in “Dizionario delle sentenze latine e greche”, di Renzo Tosi, ed. Bur.
A fianco di tale brocardo può collocarsi, per corrispondenza inversa,  altra espressione di analogo messaggio, passata in sentenza, che dice: “Majora premunt” (Lucano, I, 673), cioè, urgono cose più importanti di cui è necessario stilare una graduatoria, una scala delle priorità, come amano recitare i grandi soloni della politica quando discettano delle problematiche sociali assai spesso concludendo col porre le questioni minori in cima alla scala.



Pilato se ne lava le mani, Fredrich Overbeck - Musei Vaticani


sabato 1 luglio 2017

E’ la neo Chiesa di rito argentino

Don Bosco: santo, educatore, prete di strada


Sono tante le ferite all’anima dei cattolici fedeli. Dall’abdicazione del grande papa Benedetto XVI alla successiva intronizzazione di Francesco, poi, sembra che le piaghe si vadano allargando e se ne aprano di nuove. Dalla drammatica vicenda degli abusi sessuali sui minori a casi sempre più numerosi di condotte private ed intime di vita disordinata o addirittura scandalosa, all’affarismo di alcuni sino a vere e proprie enormità dottrinali, il quadro è disarmante. Il “papa nero” Sosa Abascal, numero uno dei gesuiti, ha messo in dubbio la verità dei Vangeli (“non c’erano telecamere al tempo di Gesù”) e negato rotondamente l’esistenza del Maligno. Gli esempi sono troppi e così diffusi da far temere che avesse ragione Paolo VI allorché denunciava, insieme ad un “pensiero non cattolico” diffuso nella Chiesa, il fumo di Satana penetrato nel corpo vivo dell’istituzione. La memoria va ad un grande filosofo e sacerdote dell’Ottocento, Antonio Rosmini, ed al suo libretto, che gli costò in vita le attenzioni del Sant’Uffizio, intitolato “Le cinque piaghe della Santa Chiesa.”
Serve aria fresca, una prassi ed un pensiero cattolico che, fedele al “depositum fidei”, torni a parlare di Dio ad un mondo diventato infedele, o, peggio, indifferente. Un grande esempio ci viene dalla figura di San Giovanni Bosco, anzi, semplicemente, Don Bosco, il grande prete astigiano dell’Ottocento che unisce tre straordinarie caratteristiche, o carismi, come si diceva. Innanzitutto, Don Bosco è un santo, e non solo perché tale lo ha proclamato la Chiesa sin dal 1934. Ma fu anche un eccezionale educatore e, come oggi usa dire, un prete di strada. Torino ed il Piemonte conobbero, in quel periodo, una preziosa fioritura di figure eccezionali. Oggi vengono chiamati i “santi sociali”, Giuseppe Cafasso, amico e collaboratore di Don Bosco, l’uomo che seguiva i condannati a morte sin sul patibolo, Giuseppe Cottolengo, il vero paladino degli ultimi, dei più sfortunati e disgraziati tra gli esseri umani, Francesco Faà di Bruno, scienziato ed infaticabile animatore della stampa, Giulia di Barolo, nobile di origine francese. L’ultimo grande, già in pieno Novecento, fu Don Orione.

Chi accoglie chi?

Ricordate le barricate “razziste” di Cona? Ora le fanno i migranti lì ospitati. Contro altri migranti


“Oggi le comiche” fa un baffo a questo Paese, siamo veramente alla frutta. Mentre ci camminano con i tacchi a spillo sui coglioni h24 per ricordarci che l’accoglienza è un dovere, sapete cosa succede a Cona, il piccolo paesino del veneziano balzato agli onori delle cronache lo scorso gennaio per le barricate erette dai cittadini contro l’arrivo di migranti? Che gli stessi migranti non vogliono altri migranti! Razzisti del cazzo, altro che risorse!

Avete dimenticato ciò che è il Battesimo e ignorate la dottrina cristiana.,

Scusi, lei che ne pensa del caso Mortara?



In questi tempi di somma confusione teologica e morale, dove pare che a un cattolico sia lecito dire tutto e il contrario di tutto, e dove, in nome del “discernimento”, dell’”accompagnamento” e della “misericordia”, si è indotti a pensare che bazzecole come la Verità, la Giustizia e la Dottrina, per non parlare dell’Amore stesso, dell’Amore vero, quello cristiano, che è cosa divina e ben diversa dall’amore puramente umano (e, talvolta, in se stesso perverso), passino in seconda linea e diventino delle entità trascurabili, qualcosa di negoziabile, proponiamo un test facilissimo per capire chi abbiamo di fronte e se sia un cattolico serio oppure un cattolico progressista, cioè da operetta, o addirittura un modernista, cioè un eretico travestito da cattolico e segretamente nemico implacabile sia del cattolicesimo, sia della Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Il test consisterebbe in questa breve, lapidaria domanda: Scusi, lei che ne pensa del caso Mortara?

Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto».

Müller trasferito? Un altro colpo alla continuità dottrinale

Il cardinal MullerIl cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede, non sarà confermato nel suo incarico alla scadenza del quinquennio il prossimo 2 luglio. La notizia potrebbe essere ufficializzata oggi stesso ed era da tempo nell'aria. Nell'interpretazione dell'esortazione Amoris laetitia, è stato uno strenuo difensore della continuità della dottrina della Chiesa in materia morale

Amoris immunditia

Festini gay in Vaticano e il cardinal Coccopalmerio

                                        orgia
Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. 
Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce…
Fa discutere quanto è accaduto in questi giorni: un alto prelato è stato colto in flagrante nel corso di un’animata orgia a base di sesso e droga all’interno del Palazzo del Sant’Uffizio.
Il Fatto quotidiano ne ha parlato per primo, 3 giorni fa, in questi termini: “..L’inquilino dell’appartamento, stando a quanto raccontano in Vaticano, è un monsignore che svolge le mansioni di segretario di un importante porporato a capo di un dicastero della Curia romana…I n Vaticano bocche cucite o quasi sull’operazione delicatissima svolta dagli uomini comandati da Domenico Giani.

Amoris Darwinismus

Amoris Laetitia, Avvenire già parla di riforma della dottrina 

L’inserto di Avvenire “Noi genitori e figli” attualmente in distribuzione è dedicato all’Esortazione postsinodale Amoris laetitia. La parte più interessante riguarda la lettura del documento di Papa Francesco come occasione e spinta per il rinnovamento della teologia morale. Ne parlano due teologi, uno dei quali, il Prof. Chiodi, da poco nominato membro della rinnovata Pontifica Accademia della Vita. 


Questa dichiarazione di intenti di Avvenire, non nuova a dire il vero, ma in qualche modo “ufficializzata” sul quotidiano dei vescovi italiani, è interessante prima di tutto perché confuta definitivamente l’idea di chi continua a dire: la dottrina non cambia, il documento è solo pastorale.

Ma come twitta bene il muto...

VIDEO - Charlie deve morire: così si è rotto l'argine
Con il silenzio-assenso dei vescovi all'eutanasia
Quello che sta accadendo con Charlie rappresenta una svolta epocale per la nostra società. Un bambino totalmente espropriato ai genitori da uno Stato che lo condanna a morte. E la Chiesa? L'inquietante silenzio pervenuto dalle gerarchie è stato interrotto solo da pavide voci che ci hanno raccontato false verità, dando così il silenzio assenso all'eutanasia.

Avverso alla ragione e alla dottrina

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Preti profetici?


Se qualcuno non l’avesse ancora capito, opporci con la ragione e con la dottrina all’avversario che abbiamo di fronte è perfettamente inutile, visto com’è dichiaratamente avverso alla ragione e alla dottrina. L’individuo che i poteri occulti hanno collocato al vertice della Chiesa Cattolica, quando sragiona di un Cristo che si sarebbe fatto letteralmente peccato e persino diavolo, non fa altro che ripetere pedissequamente le tesi aberranti e blasfeme di tale Martin Lutero, frate nevrotico del XVI secolo che spinse il suo disturbo fino alla follia, facendosi – lui, sì – demonio che spaccò la Chiesa visibile e fece scorrere fiumi di sangue. L’occupante del soglio pontificio lo cita alla lettera, in barba ai diritti d’autore, tradendo così la propria vera fonte di ispirazione, se ci volessero ulteriori prove al riguardo. Il suo maestro è un pazzo che riuscì a introdurre la contraddizione addirittura in Dio, aprendo la strada ai vaneggiamenti di un certo Hegel, dai quali è poi derivato il marxismo, la più distruttiva e mortifera delle ideologie mai apparse nella storia umana. Il “pensiero” del jefesudamericano non è altro che un miscuglio di tutto questo, condito – come se non bastasse – di “benedizioni” pentecostali… Un bel minestrone davvero! C’è ancora chi si illude di ottenere risposte da cotal personaggio?


venerdì 30 giugno 2017

Essi fanno una colpa molto grave



                    Azione, non Dialogo.




  Tutta la Rivoluzione, scoppiata in questi decenni in casa cattolica, è avvenuta in nome del dialogo.  La nuova chiesa si è concepita in contrapposizione alla Chiesa del passato proprio in nome del dialogo: ti dicono che la Chiesa prima del Concilio era una chiesa in difesa, mentre ora la Chiesa ha capito che bisogna aprirsi, aprirsi in un dialogo continuo con il mondo.

  In nome di questo dialogo hanno anche preteso il cambiamento della Messa: la Messa di prima, nella sua sacralità, sarebbe la Messa di una Cristianità in “difensiva”, preoccupata di distinguersi dal mondo; la nuova messa sarebbe, invece, la messa di un cristianesimo in “dialogo”, lievito nascosto nella pasta del mondo.

  Ciò che occorre capire è che hanno cambiato la messa per cambiare il cristianesimo, questo è il punto!

Uno speciale allontanamento da DIO?

L'ombra dell'Anticristo sul mondo. Da un'antica e attualissima omelia di J.H. Newman

Sullo sfondo St Mary in Oxford
Durante l’Avvento dell’anno del Signore 1835 John Henry Newman predicò nella Chiesa Universitaria di St Mary a Oxford un ciclo di omelie o letture su The Patristical Idea of the Antichrist le quali furono poi raccolte e pubblicate nel Tract 83 (consultabile in J.H. Newman, Discours and Arguments on Various Objects, vol. 2, Longmans Green, London 1907, oppure qui). Nella Prima lettura sul “tempo dell’Anticristo” il giovane Cappellano universitario descrive con una impressionante chiaroveggenza i segni che indicano se non l’ingresso finale almeno la prossimità dell’“uomo dell’iniquità”: apostasia, neutralizzazione e riduzione della Fede critiana a fatto della coscienza individuale, oblio e negazione della Verità, lotta alla all’autorità, alla rilevanza pubblica e alla dislocazione spaziale della Chiesa, rinuncia ad educare i giovani al Cristianesimo, equiparazione di ogni culto, tirannia della decisione democratica, spiritualismo, costituirsi di una “confederazione del male” operante in tutto il mondo e, in mezzo a tutta questa distruzione del giusto ordine, la finale tentazione di Satana per ognuno. Qui di seguito, nella nostra traduzione un passo particolarmente rilevante e attuale dell’antica omelia. [A.S.]

Non potrò più fidarmi di te!

Come siamo diventati eretici


Alcuni di voi certamente conoscono Ross Douthat, giornalista statunitense di 37 anni, editorialista del New York Times e autore di alcuni volumi che hanno suscitato un discreto interesse negli Stati Uniti.

Nell’ottobre del 2015 Douthat è stato al centro di un attacco da parte di alcuni intellettuali del mondo cattolico progressista per un articolo pubblicato sul New York Times in cui lo stesso Douthat esprimeva le proprie perplessità sul pontificato di Papa Bergoglio.  Nei giorni successivi l’intellighenzia progressista si mise in moto e produsse una lettera aperta in cui si ricordava al direttore del New York Times che Douthat non aveva alcuna qualifica professionale per scrivere di questi temi e nemmeno per accusare alcun membri della Chiesa di eresia.


Chi tace acconsente..

Un Santo Rosario stasera a Biella, per il piccolo Charlie Guard, vittima di un potere assassino 

Un bambino sarà assassinato, ma i suoi carnefici e i loro mandanti non finiranno, come meriterebbero, sulla forca. Tutto sarà fatto nella “legalità”, questo nuovo mostro diabolico con cui una società in putrefazione copre le sue orribili vergogne.
Tutti conoscono la vicenda del piccolo Charlie Guard. Un tribunale lo ha condannato a morte; l’uccisione dell’innocente è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio. Di quale colpa può essersi macchiato un bimbo così piccolo? Una colpa terribile: è un “peso”. Non vota, non lavora, non fa raccolta differenziata, non partecipa a gay-pride. È malato e bisognoso di cure e di amore. Il potere politico della nazione di cui il piccolo è cittadino non muove un dito: che muoia! Ma soprattutto chi dovrebbe, da Roma, alzare la voce fino a farsi sentire in tutto il mondo, tace. Traditori e complici/vittime del diavolo. Ogni persona dotata di senno tragga le conclusioni.
Il sangue degli innocenti non ricade solo su chi lo versa, ma anche su chi diviene complice del crimine con il suo silenzio.
La società della felicità-ora-e-subito non si accontenta più di assassinare i suoi figli nell’utero materno; va oltre. In questo è coerente. L’azione del diavolo è ormai così scatenata che dobbiamo moltiplicare le preghiere. Un Ave Maria recitato con vera devozione è un terribile colpo per il principe di questo mondo.
Abbiamo ricevuto questo comunicato, che riportiamo integralmente, invitando gli amici che seguono Riscossa Cristiana – da qualsiasi parte d’Italia o del mondo si trovino – a partecipare alla recita di questo Santo Rosario. Invochiamo la misericordia – quella vera, non quella da discount – di Dio, perché la misura è stracolma e ormai qualsiasi castigo è possibile.
PD
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Serata testimonianza e preghiera per Charlie GUARD – per fermare il boia di stato
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Inginocchiati davanti al padrone di questo mondo

GRYGIEL: ABBIAMO PASTORI CHE TACCIONO LA VERITÀ PER PAURA DEL PADRONE DI QUESTO MONDO

Grygiel: abbiamo pastori che tacciono la verità per paura del padrone di questo mondo

«[...] La situazione diventa pericolosa quando questo o quell'altro pastore, oppure arcipastore, cominciano a parlare della Parola di Dio come se esercitassero un potere su di Essa. Inginocchiati davanti al padrone di questo mondo, mettono disordine negli uomini. Subordinano la loro vita con Dio al proprio discernimento, come e fino a che punto li obblighi il Decalogo inciso dal dito di Dio nei loro cuori per la difesa dell'amore affidato al loro lavoro, come debbano comprendere la propria esperienza del bene e del male soprattutto alla luce dei loro condizionamenti storici.

Caccia al Ranger


Cardinale Pell: "un caso montato come processo di caccia di streghe"

Il prestigioso critico letterario australiano Peter Craven ha scritto in The Sydney Morning Herald una revisione schiacciante di "Cardinal: The Rise and Fall of George Pell” [Cardinale: La salita e la caduta di George Pell] di Louise Milligan, che cerca di coinvolgere il cardinale George Pell negli abusi sessuali. Lo chiama "un tentativo di 384 pagine per una profezia autosoddisfatta".

Secondo lui, “Millingan non dà la impressione di essere versata né in questioni di teologia né di legge” e il suo libro “ha molte inesattezze”. La chiama “una scrittora con ferventi convizioni e prosa sensazionalista che supporta le sue intuizioni di fronte a qualsiasi nozione di prova o scrupolo”.

Il vero dramma è l’eresia


L’esecuzione capitale decretata dai giudici di Stato sta per essere applicata su Charlie. A tempo ormai scaduto arrivano anche le parole pavide dei vescovi britannici e del presidente della Pav, Paglia i quali continuano a parlare di accanimento terapeutico. Ma non si tratta di sospendere terapie sproporzionate, bensì di eutanasia. Così si mette a morte un innocente. E’ il silenzio assenso della Chiesa al Male.
Charlie morirà oggi come un condannato a morte Con il pavido assenso di vescovi e alti prelati

Saranno staccati oggi i macchinari che tengono in vita il piccolo Charlie Gard, il neonato di dieci mesi ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra per una rara malattia mitocondriale. Lo hanno annunciato i suoi genitori, Chris Gard e Connie Yates, che hanno perso la battaglia legale arrivata fino alla Corte europea dei diritti umani per portare a proprie spese il bimbo negli Usa e sottoporlo a una cura sperimentale.

La loro immensa superbia li sta perdendo

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Modernisti e progressisti, giù le mani dalla Chiesa


Si direbbe che ai più diretti interessati, o almeno, a quelli che ci s’immaginerebbe essere tali – sacerdoti, religiosi, vescovi, cardinali, teologi – la cosa non importi poi molto: a giudicare da come lasciano fare, da come dicono di sì a tutto, da come fanno buon viso a cattivo gioco, e si adattano con sospetta, camaleontica disinvoltura, alle situazioni più impensate, più incresciose, più blasfeme; si direbbe che, se pure la Sposa di Cristo sta diventando un’adultera sfrontata, o peggio, una immonda prostituta, pronta a vendere i suoi favori al primo offerente, la cosa non li riguardi, né li tocchi più di tanto.

giovedì 29 giugno 2017

Sullo psicodramma migranti in atto in queste ore.

E’ bastata la sconfitta a Sesto San Giovanni per far rinsavire il PD sui migranti? Io non ci credo


L’altro giorno auspicavo la chiusura dei porti italiani come una delle misure necessarie per evitare che la tensione sociale già presente nel Paese a causa dell’eccessiva presenza di migranti (sempre negata dal governo) sfociasse in reazione violenta: sembra quasi che il governo legga RischioCalcolato e lo ritenga degno di ascolto. C’è un problema, però: se passi all’offensiva con l’UE sul tema, devi farlo imponendo un atto unilaterale con un ultimatum chiaro, non paventando l’ipotesi come extrema ratio. Altrimenti, succede che la stessa Europa ti faccia notare questo

«Eretico per eccellenza»

1517-2017:500 anni di sovversione protestante
                    


L’infiltrazione del protestantesimo nella Chiesa conciliare


di Fra’ Pierre Marie, O. P.

Alla vigilia del Vaticano II, il protestantesimo era in declino.
Dei feudi importanti della setta, come Ginevra e l’Olanda, erano diventati a maggioranza cattolica. In Inghilterra, da più di un secolo era in atto un importante movimento di conversione (1), specialmente tra i pastori: un gruppo di duemila pastori si apprestavano a farsi cattolici. Il cattolicesimo progrediva anche negli Stati Uniti d’America.

Mons. Lefebvre amava dire che se il Concilio fosse stato quello che avrebbe dovuto essere, avrebbe comportato la morte del protestantesimo.
Ahimè! Non fu così. Il Concilio venne distolto dal suo fine, e il protestantesimo, soprattutto nella sua branca fondamentalista (che si autodefinisce «evangelica»), conosce oggi un impressionante sviluppo mondiale.

Nel 2015 si contavano nel mondo 610 milioni di protestanti detti «evangelici», di cui più di 200 milioni pentecostali. Si valuta che questo movimento goda di più di 50 mila conversioni al giorno.
In Francia, dal 1950 al 2013, il loro numero si è decuplicato. A credere a quanto dicono, essi fonderebbero nel paese una chiesa ogni dieci giorni.

“Usque ad effusionem pecuniae” ?

La misteriosa ricomparsa del cardinale del Mali. Con tanto di birra

Dicevano (maligni?) che era ammalato, e invece eccolo il nuovo cardinal Jean Zerbo

Alla fine c’era pure il maliano arcivescovo di Bamako, Jean Zerbo. L’avevano dato per disperso e fino a quarantott’ore fa manco si sapeva se sarebbe venuto a Roma per ricevere il biretum rubrum, cioè la porpora cardinalizia. Avevano detto che si era preso la malaria, poveretto. E a quell’età (73 anni) non si può mai sapere…

Se ogni "flatus vocis" del Romano Pontefice sia dogma..


In difesa dei "dubia" dei quattro cardinali, messi in castigo dal papa
Ricevo e pubblico, acconsentendo alla richiesta dell'autore di non rendere noto il suo nome.
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"SE FOSSE COSÌ SEMPLICE RISOLVERE I 'DUBIA', PERCHÉ IL PAPA NON RISPONDE?"
di ***
È stata pubblicata il 27 giugno 2017 su Vatican Insider, alla vigilia del concistoro, una "Lettera aperta ai quattro cardinali dei 'Dubia'", scritta dal Sig. Stephen Walford. In questa lettera si chiede ai Cardinali di rivedere le loro posizioni e di non alimentare il fuoco del dissenso.
Le motivazioni addotte sono di due ordini, che potremmo chiamare materiale e formale:

L' offensiva antimariana

E ora nel mirino della neochiesa c’è Maria Vergine



Abbiamo visto che ogni giorno porta un nuovo tassello al mosaico del vasto disegno perseguito dalla neochiesa per sostituirsi, se possibile inavvertitamente, alla vera Chiesa cattolica, fondata da Gesù Cristo e affidata a san Pietro e ai suoi successori. Al centro della manovra c’è una strategia per assimilare gran parte della dei contenuti della cosiddetta Riforma protestante: in nome di un non meglio specificato ecumenismo, di fatto si sta dando ragione a Lutero, su tutta la linea, a 500 anni di distanza dallo scisma da lui provocato. Dopo averne pienamente riabilitato la figura e l’opera, e dopo averlo definito un sincero cristiano che ardeva di carità per la Sposa di Cristo (tanto è vero che la voleva distruggere), e dopo lo scandaloso viaggio del papa a Lund, in Svezia, per celebrare la festosa ricorrenza del mezzo millennio da che il monaco agostiniano si ribellò al papa Leone X, dapprima pubblicando le 95 tesi contro le indulgenze, nel 1517, poi, nel 1520, bruciando in pubblico la bolla papale Exurge Domine, resta il lavoro pratico di demolizione della teologia e della dottrina cattolica, e della loro sostituzione con la teologia e la dottrina protestanti. Per quanto riguarda la dottrina, non c’è problema: da quando, il 19 maggio 2017, nella sua quotidiana omelia da Santa Marta, il papa ha dichiarato che la dottrina è una cosa cattiva se crea “divisioni”, con evidente riferimento ai luterani, e ha accusato di “fanatismo” quanti la difendono, è ormai evidente che la trincea è stata abbandonata senza che alcuno abbia neanche tentato di difenderla. Resta la teologia; anche qui, peraltro, l’opera di demolizione e di sostituzione si presenta oltremodo facile, perché è stata preparata, abilmente e silenziosamente, da decenni di incontri interconfessionali, da traduzioni della Bibbia interconfessionali, da iniziative d’ogni genere interconfessionali, sicché i cattolici, senza quasi essersene resi conto, sono già rimasti con una teologia che, di fatto, è ancora cattolica solo di nome, e che, come un colosso dai piedi argilla, è pronta per essere abbattuta senza sforzo, al primo serio colpo che le verrà sferrato. E questo colpo, prossimamente, pare proprio che andrà a colpire al cuore la teologia cattolica, attraverso la figura e l’opera corredentrice della Vergine Maria. Il culto di Maria, come è noto, costituisce una delle cose che maggiormente differenziano i cattolici dai protestanti: per questi ultimi si tratta di un culto idolatrico, che non trova fondamento nelle Scritture (lette alla maniera di Lutero e di Calvino, beninteso), ma “solo” (e hanno detto poco…) nella Tradizione: ragion per cui, senza tante cerimonie, hanno abolito l’intera Tradizione, e così, distruggendo la foresta, si sono assicurati d’aver abbattuto anche l’albero più importante di tutti.