LA PIETRA DELLO SCANDALO
Relativizzazione della Verità cattolica e il "deicidio" dimenticato: la preghiera "Oremus et pro perfidis Judaeis" la cui modifica fu un autentico capolavoro di equilibrismo ma anche la pietra che rimossa fa vacillare la Chiesa
di Francesco Lamendola
Per millecinquecento anni, ininterrottamente, nella celebrazione solenne del Venerdì Santo, milioni di cattolici hanno pregato, fra l’altro, con queste parole: Oremus et pro perfidis Judaeis, preghiamo anche per i perfidi Giudei. Una preghiera “cattiva”, nevvero? Meno male che lo “spirito” del Concilio Vaticano II l’ha spazzata via, insieme ad altre insopportabili anticaglie e a non pochi residui di antigiudaismo. Già. Peccato, però, che perfidis non significhi solo “perfidi”, nel senso di “subdoli e sleali”, ma anche, e principalmente, “increduli”, nel senso che i giudei non hanno voluto credere che Gesù, giudeo Lui pure, fosse il Messia da loro tanto atteso e annunciato dai profeti. Si trattava, dunque, di una preghiera per la conversione dei Giudei, affinché anche loro possano godere dei frutti di salvezza dell’Incarnazione del Verbo, così come i cristiani. E, inoltre, cosa ancor più importante, peccato che la preghiera per la conversione dei giudei fosse la probabile risposta, piena di mitezza e di compassione, a una serie di “preghiere” giudaiche, che erano, in realtà, altrettante maledizioni scagliate contro i seguaci del Nazareno. Ce n’era un vero florilegio, tratte dai racconti delToledot Yesu, pieni di sconcezze, insulti e blasfemie contro la religione cristiana e il suo fondatore, un vero e proprio anti-vangelo sarcastico e sacrilego: in particolare, c’era - e c’è tuttora: le cose non sono cambiate, anche se si fa finta di nulla, in tempi di “dialogo” post-conciliare, che poi è un dialogo a senso unico – la Birkat Ha Minim, ossia la “dodicesima benedizione”, parte integrante dellaHamidah, la preghiera fondamentale che ogni ebreo ortodosso recita più volte nel corso della giornata. Peccato, dunque, che più che una “benedizione”, si tratti di una vera e propria maledizione, scagliata con perfetta lucidità e intenzionalità contro i cristiani, della quale esistono varie versioni, e che suona press’a poco così: Che per gli apostati non ci sia speranza; sradica prontamente ai nostri giorni il regno dell’orgoglio, e periscano in un istante i “nozirim” (i cristiani) e i “minim” (gli eretici). E anche se i linguisti discutono tuttora se i nozirim siano tutti i cristiani, o solo gli ebrei convertiti al cristianesimo, la cosa fa poca o punta differenza, visto che i cristiani, in quanto tali, tutti, di origine ebrea e non ebrea, rientrano nella categoria dei minim, i “dissidenti”, ossia gli eretici.