ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 16 novembre 2017

“Il tempo della Vergine”


                        PROSPETTIVE SULL’AVVENIRE 

Proponiamo ai nostri lettori un articolo del filosofo francese Jean Guitton del 1976, che ci sembra di straordinaria attualità per la tematica trattata: l’intervento della Vergine Santissima nella storia dell’umanità; allora come oggi, nel centenario delle apparizioni di Fatima, appare chiaro come la Madre di Dio non faccia mai mancare la Sua intercessione per ricondurre l’umanità tra le braccia salvifiche del Redentore. 

L’attuale incertezza sull’avvenire dell’umanità proietta la sua speranza e la sua ombra anche sul pensiero cristiano. Agli inizi della Chiesa, la fine dei tempi era sembrata molto prossima. Il secolo XIX, pieno di speranza nel progresso umano, credeva in un avvenire indefinito, sempre perfettibile. L’idea della fine dei tempi sembrava una paura infantile. Le ultime guerre, la bomba atomica, l’accelerazione e la convergenza dei processi distruttivi hanno mutato le nostre prospettive. Non sappiamo più se la fine dei tempi è tanto lontana, come la si riteneva all’inizio del secolo scorso. Non sappiamo se il progresso accelerato delle tecniche non avvicinerà la fine, invece di allontanarla quasi indefinitivamente. Questa ambivalenza costituisce il fondo della nostra attuale inquietudine; essa colora i nostri pensieri nascosti, è tanto più forte quanto più la respingiamo. Essa colora anche la coscienza che noi prendiamo dalla fede. Questa fede, ormai, la pensiamo e la viviamo in una prospettiva che si è soliti chiamare escatologica; siamo più attenti di una volta all’idea che le cose del tempo sono ombre e figure, e che un avvenimento finale potrebbe essere assai prossimo.
         Se nel 1975, dopo il Vaticano II, si riflette sulla “medaglia”, sulla “rue du Bac”, sul posto dell’intercessione della Vergine nell’economia della fede, non ci si trova nella identica situazione spirituale del 1940. Ho fatto un’ esperienza curiosa. Ho riletto l’opera sulla Vergine Maria da me scritta tra il 1940 e il 1945 che presentava alcune considerazioni sul rapporto della Vergine Maria con la fine dei tempi: queste pagine erano scritte prima di Hiroshima. Sono alquanto invecchiate. Ora accentuerò ancor di più la visione allora esposta (insieme a molti mistici) sul rapporto della
Vergine con l’escatologia.
         Uno dei temi di Grignion de Montfort era che la devozione alla Vergine sarebbe cresciuta verso la fine dei tempi, che il progresso di questo culto sarebbe un segno dell’avvicinarsi della conclusione della storia umana.

"Noi dobbiamo dare retta ai Cristiani’

MONACO BUDDISTA RISORGE, AFFERMA CHE GESU' E' L'UNICA VERITA' E VEDE BUDDHA TRA LE FIAMME DELL'INFERNO!!



Amici e fratelli, una "divagazione" che non sono solito fare ma mi ha molto colpito questa storia. Fa profondamete riflettere, soprattuto in questo mese di Novembre in cui la Chiesa dovrebbe essere occupata nella meditazione sulle realtà eterne (Novissimi) e che noi stiamo cercando di fare con l'aiuto delle ottime meditazioni quotidiane del padre Stefano Manelli. Lo offro alla lettura di tutti voi:

"Nel 1998 morì un monaco Buddista. Alcuni giorni dopo, si tenne il suo funerale durante il quale doveva essere cremato. Dall’odore, era ovvio che il suo corpo aveva già cominciato a decomporsi – egli era molto chiaramente morto!", secondo il rapporto dell’agenzia missionaria Asian Minorities Outreach: "Noi abbiamo cercato di verificare questa notizia che ci è giunta da diverse fonti, ed ora siamo convinti che essa è esatta", scrivono. "Centinaia di monaci e parenti del morto parteciparono al funerale. Proprio quando il corpo stava per essere bruciato, il monaco morto improvvisamente si mise a sedere, gridando: ‘E’ tutta una menzogna! Io ho visto i nostri antenati bruciare ed essere torturati in una sorta di fuoco. Io ho visto anche Buddha e molti altri santi uomini Buddisti. Essi erano tutti in un mare di fuoco! Noi dobbiamo dare retta ai Cristiani’ - continuò vigorosamente il protagonista - 'loro sono i soli che conoscono la verità!'

Dagli amici mi guardi Iddio..


Amichevole critica alle tesi di Rocco Buttiglione               


(di Roberto de Mattei) Conosco Rocco Buttiglione da più di quarant’anni. Siamo stati entrambi assistenti del prof. Augusto Del Noce (1910-1989) pressola Facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma, ma fin da allora le nostre posizioni divergevano, soprattutto per quanto riguarda il giudizio sulla modernità. Buttiglione considerava compatibile con il Cristianesimo il processo storico inaugurato dalla Rivoluzione francese, io lo consideravo incompatibile.

Le idee riformate


I francobolli vaticani di ieri e di oggi   
               
(di Cristina Siccardi) Sul portale della Cattedrale di Ognissanti di Wittenberg, Lutero affisse le sue 95 tesi contro la Chiesa di Roma, era il 31 ottobre del 1517: vigilia del giorno di tutti i Santi, quei Santi che egli rinnegò con protervia e crudeltà indicibili, così come abolì, con sistemi di stampo totalitario, ogni devozione a Maria Vergine.
Nel 1851, sul timpano di quel portale, venne collocato un mosaico, elementare (per sovvenire alle forme povere e popolari dell’arte luterana) opera di August von Kloeber. Sullo sfondo si profila la città di Wittenberg, mentre in primo piano è posto Cristo in Croce, alla sua destra e in ginocchio Martin Lutero, con la Bibbia tradotta in tedesco; alla sua sinistra e in ginocchio Filippo Melantone con la Confessio Augustana (prima esposizione ufficiale dei princìpi del Protestantesimo, redatta nel 1530 da Melantone stesso per essere presentata alla Dieta di Augusta).

Sensibilità episcopale «new generation»


Su Rivista del Clero il Vescovo “stile don Milani”

(di Mauro Faverzani) A mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, don Lorenzo Milani piace. E tanto. Al punto da dedicarvi un lungo saggio, apparso sul numero di settembre della Rivista del Clero Italiano, per spiegare il ministero episcopale alla luce del pensiero del parroco di Barbiana.
Se ne ricava la figura di un Vescovo estremamente contraddittorio: da una parte pronto alle ampie convergenze, attento al «tutto» ovvero all’«intero corpo della Chiesa» e non autoreferenziale; dall’altra invece non un «padre universale», bensì un «cuore singolare», capace di «un amore speciale verso alcune creature».
E verso le altre? Che ne è del «tutto»?

La fuffa dell’anno


Sinodo dei giovani secondo Romano Amerio   


“Se non lo trovi nella Summa, cercalo in Iota Unum”. Non mi ricordo chi lo dicesse, ma credo sia un consiglio che non si discute: si applica. Lo applico all’argomento fuffa dell’anno, la preparazione al Sinodo dei Giovani. E inizio pure a chiedermi cosa c’entri e come mai si affianchi questo nuovo evento ecclesiale con le tristi iniziative antiliturgiche a antidogmatiche in auge, generalmente sussumibili nell’etichetta ‘luteranizzazione della Chiesa e demolizione della medesima’. Forse che i giovani sono il grimaldello da agitare contro la tradizione?

Dalle parole ai fatti..!?

 DOCUMENTO DI MARX

Viri probati, l'accelerazione della Chiesa tedesca



Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco, membro del “C9” e uno dei principali consiglieri del Pontefice, ha lanciato nei giorni scorsi il dibattito sulla possibilità di ordinare sacerdoti dei laici maturi, i cosiddetti “Viri Probati”, che però manterrebbero i loro legami coniugali. Secondo diversi reportage provenienti dalla Germania, il porporato avrebbe toccato questo tema nel corso dell’assemblea del Comitato regionale bavarese dei cattolici (Landeskomitee der Katholiken in Bayern), che è un’assemblea dei Consigli diocesani delle diocesi bavaresi e a cui partecipano anche altre organizzazioni e istituzioni ecclesiali. Il sito ufficiale della Chiesa tedesca Katholisch.de, afferma che il 10 novembre scorso ha incoraggiato nel suo discorso l’apertura di una discussione sui "Viri Probati". È eloquente il sottotitolo del reportage di Katholisch.de: Papa Francesco ne sta già parlando: il cardinale Reinhard Marx vuole un ampio dibattito sull’ordinazione di preti sposati”.

Il mito del Gran Capo


IL MITO DELLA RIVOLUZIONE TRADITA (E OSTACOLATA). APPLICATO AL REGNO DI PAPA BERGOGLIO. È CREDIBILE?

Nella storia umana e politica ci sono alcuni modelli ricorrenti, comodi e molto usati, in particolare dai fan degli autocrati. Uno di essi è quello: voleva cambiare tante cose in meglio, ma non gliel’hanno fatto fare…Se fosse stato per lui…Lui sì che aveva delle idee ottime…Li avrebbe rovesciati come dei calzini, quelli lì. Dove il “quelli lì” è sempre, di rigore, piuttosto vago. La fisionomia e l’identità di coloro che si sono opposti (in genere vittoriosamente) ai propositi di: riforma, pulizia, chiarezza, trasparenza, onestà, e via virtuosando del Gran Capo non si riescono mai a sapere. Il che è singolare, posto che, in genere, si sanno una quantità di cose e di dettagli. Persino troppi, in certi casi. E di norma il Gran Capo ha a disposizione stuoli di professionisti e dilettanti della penna pronti a divulgare anche i minimi particolari del suo pensiero profondo. Figuriamoci un po’ se, sapendo chi sono gli autori dei bastoni fra le ruote e dei sassolini negli ingranaggi della Gran Macchina della Bontà e della Giustizia non li spiattellerebbero ai quattro venti!

Vanga e cuci..












  • IL CASO STARANZANO
  • Avvenire, che autogol: la lettera? Aggiustata

    Che soddisfazione quando il lavoro è confermato anche dai colleghi. E pazienza se per confermare che la Nuova BQ ha agito correttamente, che nel nostro lavoro significa raccontare la verità, si deve dire invece che ha mestato nel torbido con malignità. Siamo gente di mondo e non ce la prendiamo per così poco, ci basta che la verità dei fatti sia confermata. E la verità dei fatti è che ad Avvenire può capitare a volte che le lettere dei lettori non politicamente corretti, vengano manomesse con quell’abile operazione di taglia e cuci che un buon redattore dovrebbe utilizzare con saggezza e non con la cosiddetta “vanga”.
    Succede che domenica i lettori della Nuova BQ hanno letto l’articolo nel quale si raccontava della lettera che il parroco di Staranzano aveva inviato ad Avvenire sulla vicenda che lo vedeva protagonista nel caso del capo scout gay unito civilmente al suo compagno. Ebbene. Tra la versione pubblicata da Avvenire e quella che il sacerdote aveva inviato alla redazione, comparivano diverse interpolazioni, tagli e accomodamenti che di fatto facevano dire al sacerdote ciò che non voleva certo dire e, in almeno un paio di casi, ne stravolgevano il pensiero.

mercoledì 15 novembre 2017

Forse imbarazzato, forse infastidito?


BEATISSIMO PADRE


Beatissimo Padre la nostra coscienza ci spinge: la lettera con la richiesta di udienza al papa da parte del cardinale Caffarra mancato il 6 settembre. È giusto ricordare alcune cose ai tanti entusiastici ammiratori di Bergoglio 
di Francesco Lamendola  


 

Il 6 settembre 2017 è venuto a mancare, improvvisamente, Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna: era uno dei quattro firmatari della lettera, consegnata il 19 settembre 2016, e contente i dubia circa l’esortazione apostolica Amoris laetitia, lettera che non ha mai ricevuto alcuna risposta da parte del papa Francesco. Qualche tempo prima, il 5 luglio, era venuto a mancare un altro dei quattro, il tedesco Joachim Meisner. Ora di vivi ne restano solo due, lo statunitense Raymond Burke e un altro tedesco, Walter Brandmüller. Caffarra, parmigiano, classe 1938 e, dunque, ormai settantanovenne, era probabilmente il più colto del gruppo: un filosofo morale come, oggi, non ce sono più tantissimi in giro, autore di numerose opere di grande valore, specie sui temi della famiglia, della sessualità e della educazione cristiana.
Non avendo ricevuto risposta, se non il commento velenoso di monsignor Pio Vito Pinto, decano della Rota, secondo il quale essi meritavano che il papa, per punirli, togliesse loro il cappello cardinalizio, i quattro cardinali, dopo un’attesa di circa sette mesi, avevano scritto una seconda lettera, questa volta per chiedere almeno una udienza privata. Rifiutata anche quella: o meglio, nessuno risposta anche allora. Il papa “misericordioso” e pieno di tenerezza, non si era degnato neppure di dare un cenno di riscontro alla loro lettera. È giusto ricordare queste cose ai tanti entusiastici ammiratori di Bergoglio, che essi vedono come il prefetto tipo del papa “francescano” (anche se è gesuita fino alla radice dei capelli), pieno di bontà e di compassione per tutti; ammiratori fra i quali non mancano i laici, da Andrea Grillo ad Alberto Melloni, e senza scordare Franco Cardini, storico esponente della cultura di destra, anch’egli folgorato sulla via di Damasco da questo papa ultra-progressista, che si è circondato di teologi della liberazione, cardinali modernisti e massoni e vescovi “di strada”, i quali tutti insieme fanno a gara nel rinverdire la tradizione comunisteggiante di Dossetti e compagni, quella pseudo profetica di Turoldo e anche quella cripto libertaria e contestatrice di Lorenzo Milani, recentemente riabilitato in pompa magna con tanto di “pellegrinaggio” riparatore del papa in quel di Barbiana, lo squallido luogo del suo sofferto “esilio” da parte della Chiesa brutta e cattiva di prima del Concilio.

Degli altri preti non mi fido..

Un vescovo modernista si confessa

[Il seguente dialogo è inventato, i due protagonisti sono personaggi di fantasia, pertanto eventuali riferimenti a persone realmente esistite sono puramente casuali]

Un vescovo era in fin di vita, ma prima di morire fece chiamare al suo capezzale un sacerdote legato alla Tradizione Cattolica, che in passato aveva ferocemente perseguitato...

- Eccellenza, mi ha fatto chiamare?

- Sì, avvicinati, devo parlarti.

- L'ascolto volentieri.

- Voglio chiederti perdono per tutto il male che ti ho fatto e per le enormi sofferenze che hai patito a causa mia. Adesso che mi trovo vicino alla morte, le vicende terrene mi appaiono in maniera diversa...

Vedono il dito, senza guardare la luna

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“Amoris laetitia” è solo un granellino di sabbia rispetto alla dissacrazione 

Siamo nel 1994. Un uomo di Dio, padre Enrico Zoffoli, scrive poche pagine intitolate Chiesa e uomini di Chiesa – Apologetica a rovescio.  Pagine che dovrebbero essere rilette e meditate, per comprendere chiaramente quanto già era accaduto da molti anni, precedenti alla stesura di questo libretto. Pagine che oggi costituiscono un tesoro prezioso per chi voglia vivere nella Verità e non coltivare la menzogna, che appartiene al Maligno, come ognuno ben sa.
Le pagine si aprano, non a caso, con questo richiamo: «Questa è l’ultima ora. Come avete udito che deve venire l’anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l’ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri» (1Gv 2, 18ss).
L’intento di Zoffoli è quello di scrivere una «chiarificazione perché la Chiesa, per difendersi, ha bisogno soltanto di essere conosciuta e presentata al mondo e alla storia quale Gesù l’ha realmente pensata e istituita». Il resto che riguarda la Chiesa, per Zoffoli, «è irradiazione della vitalità e potenza redentrice, oppure difetto e tradimento di figli indenni, nei quali il mondo deve riconoscere e condannare soltanto se stesso».
Non c’è da temere per la Chiesa – afferma Zoffoli – né per il suo Capo, superiore a tutta la potenza delle tenebre: Egli ha vinto il mondo. I timori devono nutrirsi per gli uomini che la Chiesa-Madre chiama, accoglie, rigenera, compagina, purifica, salva, senza violentarne l’arbitrio, ossia lasciandoli tutti potenziali peccatori, e di fatto, spessissimo, subendone il voltafaccia, il tradimento. Zoffoli avverte che deve preoccupare il contegno di questi uomini, «per la sorte sempre incerta di noi tutti, non per quella della Chiesa, che non ha bisogno di nessuno, mentre tutti hanno bisogno di lei, che, sacramento di salvezza, pazienta, attende, riforma, perdona, trionfa sull’ostinazione e la stupidità umana».

Mi consenta un parolin..

Vescovi americani hanno respinto il candidato di Bergoglio

Vescovi americani hanno respinto la candidatura di Cupich per la Commissione bioetica statunitense: un segnale diretto a Papa Francesco?

vescovi americani hanno votato per l'arcivescovo Joseph Naumann preferendolo al cardinale Blase Cupich, che è considerato un uomo di Chiesa vicinissimo a Papa Bergoglio.


La commissione pro vita dell'episcopato americano non sarà guidata, quindi, dall'arcivescovo metropolita di Chicago: Cupich è stato creato cardinale da Francesco nel concistoro del 19 novembre 2016, successivamente alla nomina ad arcivescovo.Il Catholic Herald ha definito la scelta di Naumann come frutto di un "voto di sorpresa". La particolarità della notizia sta anche nel fatto che l'organo istituzionale in questione è stato posto sotto la guida di un cardinale sin dagli anni 80'. Scegliere un arcivescovo per questo ruolo, quindi, rappresenta un'importante novità oltre che un possibile segnale al Papa. 

Il plot di Casa Bergoglio

Casa Bergoglio tutto procede secondo copione. Ogni interprete sta recitando la sua parte con perizia e professionalità, specialmente chi ha avuto in sorte l’odioso ruolo dell’oppositore. Nell’ultima puntata, il cardinale Müller, aveva vergato una dotta introduzione alla laudatio di Amoris Laetitia firmata da Buttiglione spiegando che le dottrine insegnate dal padrone di casa “possono e devono essere lette” in continuità con il magistero di sempre e la Rivelazione. Poi, ha rilasciato un’intervista, con pezze d’appoggio tratte dalla suddetta introduzione, in cui ha ribadito di opporsi a tutti gli errori morali possibili e immaginabili.

Storicismo da quattro soldi


TEOLOGIA E SITUAZIONISMO


Tacere sui valori essenziali per evitare il conflitto? porre le questioni di fede sul terreno sdrucciolevole del “contesto”? una volta imboccata la china del situazionismo si scivola nello storicismo e si affoga nel relativismo 
di Francesco Lamendola  

Per esser chiaro, era stato chiaro: fin troppo. Nella famosa intervista al direttore de La Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, della fine di agosto del 2013, quindi appena cinque mesi dopo la sua elezione al soglio di san Piero – quella in cui paragonava la Chiesa cattolica a un ospedale da campo dove, per prima cosa, si medicano le ferite degli uomini, poi ci si occupa del resto, papa Francesco, fra le altre cose, aveva affermato:
Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite… E bisogna cominciare dal basso. […]
Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione.[…]
Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. L’annuncio di tipo missionario si concentra sull’essenziale, sul necessario, che è anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore, come ai discepoli di Emmaus.. 

Più provvidenziali che mai.

RVC: UN FATTO REALMENTE ACCADUTO CI CONFERMA CHE I DUBIA UN ANNO DOPO, SONO PIÙ VIVI, NECESSARI E PROVVIDENZIALI CHE MAI…




 Romana Vulneratus Curia (RVC per gli amici) torna a farsi vivo con una storia, vera, che ci riempie il cuore di fiducia. Perché è una storia di coraggio e di serietà, quella che ahimè sembra mancare a molti livelli nella Chiesa di oggi, e purtroppo non solo in quelli bassi. Ma gustatevi il racconto (vero, insistiamo) di RVC.

Clima di Chiesa liquida

Unità dei cristiani: l'incubo continua

“Potente è la tua mano Signore” così titola il sussidio per la settimana dedicata alla preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio 2018) e fin dal titolo ci fa sorridere: se la mano del Signore è tanto potente, perché architettare una mole di stravaganze umane al fine di affastellare un’apparenza di unità che il vestito di Arlecchino a confronto è uno smoking? Perché non lasciare che il Signore agisca secondo i mezzi suoi propri: Grazia e sacramenti?

Non c’è niente da fare, le iniziative per l’unità dei cristiani si confermano tra le situazioni più ridicole in cui la Catholica va a tuffarsi regolarmente.
Sfoglio il libretto - e mi rifiuto di perdere tempo in una analisi serrata - ma subito saltano all’occhio due stramberie. Due, e poi chiudo l’opuscolo e mi dedico ad altro.

martedì 14 novembre 2017

Stiamo giudicando troppo?


COMPRENDERE PER REAGIRE   
   
    
Per poter reagire bisogna comprendere. Loro ridono hanno lo sguardo brillante si sentono soddisfatti possono fregarsene di quel che sentono tanti loro confratelli specialmente sapendo di esserne proprio loro la causa 
di Francesco Lamendola  



La domanda che ci tormenta incessantemente, e che tormenta tutti i cattolici rimasti fedeli al cattolicesimo, e non confusi o traviati dal modernismo strisciante che si è insediato nel cuore della Chiesa, sovvertendo dall'interno dottrina, pastorale e liturgia, è sempre la stessa: come è potuto accadere? Come è potuto accadere che duemila anni di storia, duemila anni di Tradizione, duemila anni di Vangelo, si stiano squagliando come nebbia al sole, nel cuore e nella mente di tante persone che pure continuano a professarsi e a considerarsi cattoliche, senza rendersi conto che non lo sono più, e che stanno seguendo dei pastori del pari non cattolici, anche se tali si spacciano, ma sono, in realtà, eretici e apostati? Dobbiamo assolutamente arrivare a comprendere come una cosa del genere, un fenomeno così imponente, impressionante, globale, abbia potuto verificarsi, senza che quanti l'hanno vissuto e lo stanno vivendo, ne abbiano una chiara ed esatta percezione

«Dio citerà in giudizio ogni tua azione»..

Nostra Signora a Santa Brigida a proposito del celibato ecclesiastico

L'ultima chiamata per i tiepidi?


I "dubia" compiono un anno e sono più vivi che mai. Nuovo appello di Burke al papa

(Intervista col cardinale Raymond Leo Burke raccolta da Edward Pentin del National Catholic Register)
D. – Eminenza, proprio oggi è passato un anno da quando lei, il cardinale Walter Brandmüller e i due cardinali recentemente scomparsi, Carlo Caffarra e Joachim Meisner, avete pubblicato i "dubia". A che punto siamo?
R. – A un anno dalla pubblicazione dei "dubia" su "Amoris laetitia", che non hanno ottenuto alcuna risposta dal Santo Padre, constatiamo che la confusione sull’interpretazione dell’esortazione apostolica è sempre maggiore. Per questo motivo si fa ancora più urgente la nostra preoccupazione per la situazione della Chiesa e per la sua missione nel mondo. Io, naturalmente, continuo ad essere in regolare contatto con il cardinale Walter Brandmüller per quanto riguarda questi gravissimi problemi. E tutti e due rimaniamo in profonda unione con i due cardinali defunti Joachim Meisner e Carlo Caffarra, che ci hanno lasciati nel corso degli ultimi mesi. Così, ancora una volta faccio presente la gravità della situazione, che continua a peggiorare.

Gesuiti In testa, o fuori di testa?

L'IMPEGNO ANTIMASSONICO
Papa Luciani e la guerra di dottrina con i gesuiti


Nella seconda puntata su Albino Luciani abbiamo affrontato la sua adesione profonda all'enciclica così dibattuta del suo predecessore, l'Humanae vitae. Divenendo papa, Luciani sapeva benissimo che avrebbe dovuto prendere sulle spalle una croce molto pesante. Si presentò subito al popolo di Dio come egli era: un insegnante di catechismo per fanciulli ed un pastore. Per Luciani non vi era alcuna difficoltà a tenere insieme le due cose: il pastore non vuole che nessuna delle sue pecore vada dispersa, per questo è pronto ad indicare ad ognuna, con tutto l'amore e la pazienza possibili, la retta via dell'ovile.

Ma io vi conosco..


GESU' LI HA GIA' GIUDICATI !         


Le parole di Gesù che descrivono perfettamente la situazione: «Voi che prendete gloria gli uni dagli altri», il passaggio chiave che risponde alla domanda: "come è possibile la presente deriva relativista e materialista" 
di Francesco Lamendola   



Da anni andiamo cercando la radice più profonda della deriva relativista, materialista ed edonista che sta travolgendo, insieme alla società civile, anche la Chiesa cattolica, benché i cattolici progressisti ed i membri modernisti del clero abbiano la strana pretesa che non di una deriva si tratti, ma di un rinnovamento, di un approfondimento della fede, di una maggior penetrazione del significato delle Scritture; e crediamo d’aver trovato la risposta complessiva, che comprende tute le altre risposte parziali, in un passo delVangelo di Giovanni, che qui riportiamo (5, 31-47) e nel quale Gesù parla, senza essere accettato, anzi, suscitando critiche e malumori, ai suoi stessi discepoli, molti dei quali lo abbandonano:

“Eretico”,“scomunicato”,“scismatico”(?).

P. Pasqualucci : Una scomunica invalida - Uno scisma inesistente, Solfanelli, 2017


Pubblico qui  la Presentazione di questo mio libro, appena uscito con l’editore Solfanelli, gentilmente fatta da Maria Guarini sul suo blog Chiesa e Postconcilio. spotblog.ie  il 31 ottobre 2017

** * * 

Una scomunica invalida - Uno scisma inesistente. Due studi sulle consacrazioni lefebvriane di Écône del 1988 - Paolo Pasqualucci


P. Pasqualucci : Una scomunica invalida - Uno scisma inesistente. Due studi sulle consacrazioni lefebvriane di Écône del 1988, Solfanelli, 2017, pp. 164, € 13 [qui]

Da parte di alcuni, comprese autorevoli personalità ecclesiastiche, si continua a ritenere in qualche modo “scismatica” la FSSPX. Che mons. Marcel Lefebvre non abbia mai attuato né voluto attuare scisma alcuno, viene ribadito con ricchezza di argomenti in questi due studi del 1999, pubblicati ora per la prima volta in volume da Paolo Pasqualucci, autore del secondo (Una scomunica invalida – Uno scisma inesistente), da lui ampiamente rielaborato per l’occasione. 

Magna la misericordia..

Bergoglio la pensava proprio come Caffarra e Burke


Ad un anno dai Dubia, riportiamo un passo del cardinal Bergoglio, interrogato nel 2009 sul “rifiuto della Chiesa di impartire la comunione ai divorziati che si sono risposati” (Jorge Bergoglio, Papa Francesco. Il nuovo papa si racconta, p. 87).
La risposta di Bergoglio può oggi apparire sorprendente, perchè va nella direzione esattamente opposta a quella propugnata nelle tanto famose quanto volutamente ambigue note di Amoris laetitia.

Le modalità di questo monstrum

Il card. John Dew ed un vescovo protestante

Il Card. John Dew, Arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda), ha partorito una nuova creatura liturgica da inserire nella Messa: la Lectio divina, ossia un rito che arbitrariamente sostituisce la proclamazione del Vangelo dal parte del Sacerdote o del Diacono prescritta dalle Rubriche del Missale Romanum. Ne dà oggi notizia LifeSite News (qui).

lunedì 13 novembre 2017

L'arcano linguaggio delle lacrime materne di Maria

« L’appello muto » delle lacrime della Madre: “figlio, non disprezzare quel dolore”!



Maria ha parlato tante volte invitando alla penitenza, alla conversione del cuore: ora Ella piange. Le sue lacrime sono un messaggio rivolto agli uomini del nostro tempo. Il suo pianto è la continuazione del messaggio materno di Maria che chiama gli uomini alla penitenza, alla conversione. Ma qual è il significato più profondo di questo eclatante fenomeno

La strategia della "rana bollita"


LA RANA BOLLITA DI BERGOGLIO


La rana comincia a fumare? La strategia dei piccoli passi è quella con cui la neochiesa si sta sostituendo un pezzo alla volta alla vera Chiesa cattolica da quell'11 febbraio del 2013 in cui Benedetto XVI annunciò le dimissionI 
di Francesco Lamendola   


 
   
Potremmo chiamarla, e alcuni l'hanno chiamata, la strategia dei piccoli passi: è quella con cui la neochiesa si sta sostituendo, un poco alla volta, un pezzetto alla volta, una parola o un gesto alla volta, alla vera Chiesa cattolica, quella che va scritta con la maiuscola, perché è la Chiesa dei Santi, fondata da Gesù Cristo e poggiante con la base sulla terra, ma protesa nel mondo ultraterreno, assistita dagli Angeli e dagli Arcangeli e da Maria sempre Vergine, passando per le anime sante del Purgatorio e del Paradiso, fino al trono di Dio.
Piccoli passi, ma quotidiani, metodici, implacabili: e un piccolo passo al giorno, ciò significa un enorme cambiamento nell'arco di quattro anni e mezzo. Quello che il papa Francesco voleva, ciò che aveva annunciato fin dall'inizio: cambiare la Chiesa. Non erano parole al vento: voleva farlo, lo sta facendo, lo ha fatto, insieme al neoclero animato dalle sue stesse intenzioni e finalità: i vari monsignori Paglia, Galantino, Lorefice, Perego, D'Ercole, Cipolla, Castellucci,  e i vari religiosi come Sosa Abascal, o i vari teologi come Andrea Grillo. Così, un piccolo passo al giorno, da quell'11 febbraio del 2013 in cui Benedetto XVI, a sorpresa, annunciò la sua intenzione di rassegnare le "dimissioni", divenute poi effettive il 28 febbraio (ma egli è tutt'ora vivo, vegeto e relativamente in buona salute, per cui vi sono contemporaneamente due papi: situazione a dir poco anomala) fino a oggi, il cambiamento appare enorme, radicale e, forse, irreversibile: questa non è più la Chiesa di appena cinque anni fa. Alcuni la chiamano anche la strategia della "rana bollita": alzando la fiamma a poco a poco,quasi insensibilmente, la rana non si accorge che la stanno bollendo ancor viva, e, quando se ne accorgerà, sarà ormai troppo tardi per salvarsi. Ad altri fa venire in mente la cosiddetta “finestra di Overton”, ovvero l'arte (scientifica) di cambiare radicalmente le opinioni della gente, senza che questa si renda conto in alcun modo di essere stata sapientemente e capillarmente manipolata, fino a sentire e pensare l’esatto contrario di quel che sentiva e pensava solo poco tempo prima.