Venti luterani
Questo è quello che avviene. In molte chiese, i sacerdoti, dai pulpiti, affermano: «Dio non può essere offeso dal peccato»; «L’uomo non può peccare perché non è libero di resistere al male»; «L’uomo, dunque, non contrae alcun dovere di riparazione»; «D’altra parte, il sacrificio di espiazione non è cristiano, perché residuo di paganesimo»; «La morte di Cisto non è un sacrificio di espiazione»; «Egli non ha redento l’uomo»; «L’uomo, perciò, rimasto fondamentalmente traviato, non è capace di bene ed è schiavo del maligno»; «Per salvarsi, gli basta riconoscersi peccatore e credere nella potenza di Cristo risorto»; «Il quale non è affatto un suo modello di vita»; «Per cui è inutile per l’uomo promettere e sforzarsi di correggersi»; «Egli può soltanto affidarsi alla misericordia di Dio, che salva tutti»; «La Messa non è un vero sacrificio, ma un banchetto comunitario che celebra la potenza salvifica del Cristo risorto»; «Il pane consacrato non si trasforma nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo, non avendo altra funzione che quella di simboleggiare la presenza spirituale di Lui, che, risorto, tutti trascina sul Suo carro di fuoco».
E’ così negato il sacrificio incruento che si rinnova durante la celebrazione della Santa Messa, essendo esclusa la presenza reale di Cristo ed è quindi reso vano il culto di adorazione. Eliminando il sacrificio si elimina anche il Sacerdozio ministeriale: l’Eucaristia è celebrata dalla comunità dei credenti, tutti indistintamente partecipi dell’unico sacerdozio. Escludendo il Sacerdozio ministeriale crolla la Gerarchia ecclesiastica, l’Ordine Sacro. Si mira a distruggere la Chiesa, perché questa non ha alcuna ragion d’essere senza l’Ordine Sacro. Della Chiesa restano i soli credenti in Cristo (pietre vive), che animati dal suo spirito, traggono i propri lumi dalla Bibbia, interpretata secondo la personale ispirazione di ciascuno.