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domenica 18 febbraio 2018

Non si aspettavano una resistenza culturale


Papa Francesco e i blog. Un rapporto difficile


Recentemente il Corriere della Sera ha lanciato un titolo sulla sua edizione online, che recitava: Papa Francesco, «I blog che mi chiamano eretico? Conosco chi li scrive e non li leggo».

All'interno Bergoglio dice: «Non posso negare che ce ne siano, di resistenze. Le vedo e le conosco. Ci sono le resistenze dottrinali. Per salute mentale io non leggo i siti internet di questa cosiddetta “resistenza”. So chi sono, conosco i gruppi, ma non li leggo, semplicemente per mia salute mentale. Se c’è qualcosa di molto serio, me ne informano perché lo sappia. È un dispiacere, ma bisogna andare avanti. Quando percepisco resistenze, cerco di dialogare, quando il dialogo è possibile; ma alcune resistenze vengono da persone che credono di possedere la vera dottrina e ti accusano di essere eretico».

Da queste frasi evinciamo alcune informazioni:


-Come era già noto, un circolo ristretto riporta al Papa una lettura distorta ed edulcorata di questi spazi online, visto che l'accusa di eresia (a parte qualche raro caso), non è mai stata formulata da nessuno. Anzi, la critica si riferisce a pochi ambiti ben precisi.

-Quando si parla di resistenza al cambiamento, non si parla di divergenze di carattere amministrativo. Su questo punto manca chiarezza. Un conto è la riforma amministrativa del Vaticano, di cui francamente non interessa nulla al fedele medio, un altro è il cambiamento dottrinale, che produrrebbe devastazioni spirituali. Purtroppo l'ambiguità su questo punto è voluta. La propagandata "riforma della Curia" è in realtà un tentativo di sovversione del cattolicesimo.

-Ancora una volta qualcuno, anzi Bergoglio stesso, sminuisce i blog e i siti critici verso l'attuale linea papale. Se però questi blog vengono citati così frequentemente, da persone che dichiarano di non leggerli (però li leggono eccome) qualche motivo ci sarà.

-Il motivo è presto detto: i rivoluzionari non si aspettavano una resistenza culturale. Pensavano di occupare la Chiesa e imporre, come hanno fatto 50 anni fa, la loro visione distorta. Solo che l'altra volta da un lato non c'era internet e dall'altro il popolo cattolico non era consapevole delle reali volontà degli innovatori. Gli stessi cardinali conservatori riuscirono ad arginare il fenomeno. Oggi invece tutti i veli sono caduti.

-Un altro motivo è che questi blog sono molto seguiti. Alcuni spazi ricevono milioni di visite mensili. Ciò che spaventa i rivoluzionarottuagenari è la capacità di diffusione capillare, l'incontrollabilità, il fatto che questi spazi siano sostanzialmente autoconvocati. Il fenomeno per questi prelati asserragliati fra le mura leonine è incomprensibile. Soprattutto non riescono a capire come tutti i fake che architettano vengano scoperti in pochi minuti. Il falso matrimonio in aereo è un esempio eclatante. I fautori dell'ecumenismo non hanno capito che il web è in effetti lo strumento più ecumenico (nel senso letterale di "globale") che sia mai stato ideato e, quindi, anche in Italia si possono leggere i giornali cileni.

-Un terzo motivo, che spaventa forse più di tutti questi signori, è che il fenomeno coinvolge una fetta di fedeli mediamente "giovane", che dà voce anche al "basso clero" (giovane e meno giovane) che ormai è sul piede di guerra. I parroci di mezz'età e i giovani coadiutori, in sostanza, anche se non possono ribellarsi per via del voto di obbedienza, sono arci stufi di vedere negato ciò per cui hanno dato la propria esistenza. Non si parla di preti in talare, ma di preti in canottiera con cui tempo fa capitava di litigare per il loro progressismo, che ora, pur rimanendo in canottiera, sono convinti che si stia esagerando e che sia ora di finirla. È chiaro che la questione anagrafica metterà apertamente in crisi le pseudo riforme. Per questo la riforma cardine del post Concilio, che prevede il pensionamento dei prelati a 75 anni, è stata recentemente, messa in discussione da Francesco stesso. I progressisti non hanno ricambio generazionale e devono quindi mantenere le cariche ad oltranza.

-Motivo ulteriore, il fenomeno è internazionale, non solo italiano. Anzi in Italia è meno influente che in altre realtà. Nel mondo anglosassone, ad esempio, è talmente pervasivo da influire sulla stampa blasonata.

-In sostanza, si evince che sulla questione mediatica il Papa è mal consigliato da gente che non capisce i fenomeni che ha di fronte. Certo, chiedersi perché sia sorta una critica così diffusa forse da parte loro è troppo.
di Francesco Filipazzi
http://www.campariedemaistre.com/2018/02/papa-francesco-e-i-blog-un-rapporto.html

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