TRADIZIONALISTI "VERI CATTOLICI"
Tradizionalisti o semplicemente "veri cattolici"? i timori di padre Gioacchino Ventura non erano esagerati: il pelagianesimo sta rientrando in grande stile nella Chiesa cattolica è "l’eresia" che compendia tutte le altre eresie
di Francesco Lamendola
I cattolici progressisti e modernisti, vale a dire gli eretici progressisti e modernisti che si nascondono dietro la maschera del cattolicesimo, hanno creato una parola con la quale bollare a fuoco i cattolici veri, i quali, naturalmente, hanno il torto di opporsi ai loro disegni e, in particolare, al loro tentativo di modificare la dottrina, rivoluzionare la liturgia e impadronirsi del vertice della Chiesa: questa parola è tradizionalismo.
Specialmente a partire dal Concilio Vaticano II, l’evento che fa da discrimine fra la vera Chiesa cattolica e la neochiesa massonica e gnostica, l’espressione “cattolici tradizionalisti” acquista sempre più un significato inequivocabilmente negativo; e, a partire dalla scomunica di monsignor Lefebvre, nel 1988, si carica ancor più di valenze negative, perché indica la prossimità con un movimento di scomunicati; e poco importa che Lefebvre e gli altri quattro vescovi da lui ordinati siano stati scomunicati per ragioni meramente disciplinari e non dottrinali: né avrebbe potuto essere altrimenti, visto che nessuno ha potuto trovare la benché minima parola o azione eretica da parte loro, ma, al contrario, una fedeltà assoluta alla Chiesa e ai suoi insegnamenti di sempre. Quanto ai vertici della Chiesa, alle Conferenze Episcopali, al Collegio dei cardinali e ai sommi pontefici, sia prima che dopo il 1988, hanno giocato d’astuzia, ponendosi, sul modello politico della vecchia Democrazia Cristiana, in una posizione centrista fra “modernisti” e “tradizionalisti”, come se i due opposti “estremismi” fossero equivalenti, mentre il modernismo è una eresia, condannata formalmente come tale da san Pio X nel 1907, mentre il tradizionalismo, nell’accezione comune del termine è, semplicemente, una posizione di fermezza e intransigenza nella dottrina e nella fede cattolica, dunque l’esatto contrario di una eresia.