ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 22 aprile 2018

Guerrra evitata?


I Gentiti, stando con Dio sono protetti dagli Ebrei,
ma senza Dio, scelgono di farsi loro vittime.

Guerrra evitata? – I

Alla fine del mondo ci saranno “guerre e rumori di guerre”, dice il Nostro Divino Signore (Mt. XXIV, 6), ma “Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine”. Nelle ultime settimane abbiamo sicuramente avuto rumori di guerra, inclusa la minaccia in Siria di un grave scontro tra le forze armate degli Stati Uniti e della Russia. Da allora la minaccia sembra essersi attenuata.
Cos’è successo e quali sono le prospettive per il futuro? Siamo al sicuro dalla Terza Guerra Mondiale?

Fatima si sta compiendo nelle sofferenze del Corpo mistico di Cristo

Mons. Nicola Bux, il Motu Proprio Summorum Pontificum, Fatima e l'apostasia nella Chiesa...


Uno dei più importanti liturgisti italiani commenta le divisioni nella Chiesa cattolica provocate da una bassa adesione ai dogmi e all’autentico magistero.
di Claudio Cartaldo (27-09-2017)

Nicola Bux, pugliese, era vicinissimo a papa Benedetto XVI. Insegnante a Gerusalemme e a Roma, Bux con Ratzinger ha condiviso le riforme realizzate negli anni del papato. Soprattutto quella liturgica, con l’apertura (e il ritorno) ai riti latini e della Tradizione cattolica della Chiesa.

Tra le altre cose, Bux è anche “amico” di due dei firmatari dei dubia contro l’esortazione apostolica di papa Francesco. Quei Raymond Leo Burke e Walter Brandmuller che tempo fa chiesero spiegazioni a Bergoglio circa l’Amoris Laetitia e che non hanno mai ottenuto risposta. Dopo la correzione filiale pubblicata nei giorni scorsi (e firmata da 60 tra sacerdoti, teologi e laici), Bux ha risposto alle domande de La Verità, sottolineando le difficoltà che sta percorrendo la Chiesa di Cristo.

La tristezza di non essere santi

PERCHE' E' UN "MERCENARIO"



«Perché è mercenario e non gl’importa delle pecore». Un velo di tristezza si è posato sullo sguardo limpido di quel "vecchio" sacerdote: "tutto ciò che gli era stato insegnato, ora viene denigrato dalla neochiesa progressista" 
di Francesco Lamendola   

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Il vecchio sacerdote mi guarda con un sorriso dolce, ma un’ombra di malinconia nello sguardo, e quell’ombra mi colpisce più di un aperto sfogo, perfino più che se lo vedessi piangere e sospirare, perché conosco la sua pazienza, la sua forza e la sua serenità, cui non è mai venuto meno in mezzo secolo di vita consacrata: Perché questo, sai, caro amico, è un momento un po’ così… Questa notte ho fatto un sogno, era quasi un incubo. Tutto il giorno avevo pensato a questi preti, a queste suore… In sogno vedevo e udivo certe cose, che mi lasciavamo profondamente amareggiato; mi son svegliato al suono della mia stessa voce, mentre dicevo: «No, non potete, non così…». E intanto mi guarda con quei suoi occhi azzurri trasparenti, con quel suo sorriso dolce, ma una piega un po’ amara sulle labbra, e io provo una pena profonda, ma più che pena è una sorda collera, una senso di radicale indignazione. Mi guarda e non so che cosa rispondergli; vorrei dirgli qualcosa, qualcosa che lo incoraggi, che gli restituisca quella serenità che ogni giorno, per cinquanta anni, lui ha distribuito ai fedeli, ai frequentatori della piccola chiesa; ma che dire che lui già non sappia, e senza cadere nella banalità più insulsa? Non è più tempo di parole, questo; non è tempo di frasi vuote, di circostanza. Sarebbe come parlare del tempo a bordo di una nave che è stata speronata e che rischia di affondare fra le onde.

Grave quanto l’aborto?

UN PECCATO COME ABORTIRE



"Rifiutare l’invasione è peccato come abortire?". Non è possibile sottacere a certe affermazioni papali illecite e illegittime, è evidente che il signor Bergoglio ha ormai gettato la maschera e pensa, che gli sia concesso tutto 
di Francesco Lamendola  

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Ormai, purtroppo, ci stiamo abituando a tutto; a sentire in bocca al neoclero le cose più assurde e sconvenienti, più eretiche e blasfeme; e ci stiamo abituando tollerare che dalla bocca del signor Bergoglio siano proferite delle distorsioni sempre più gravi del Vangelo; che egli lo pieghi sfacciatamente a una sua personale ideologia, che, con il cristianesimo - non osiamo neanche dire, come si dovrebbe: col cattolicesimo, perché di essere cattolico lui si vergogna, e lo ha dimostrato molte volte – non ha più niente a che fare. Tuttavia c’è un limite, o almeno dovrebbe esserci, non a tale invereconda operazione, ma alla nostra capacità di sopportazione. Non dovremmo sopportare tutto, perché questo imbaldanzisce gli eretici e i falsi pastori e li rende sempre più aggressivi e sfrontati. La dottrina non è cosa di loro proprietà, ma neppure nostra: appartiene solo a Gesù Cristo; pertanto, difenderla nella sua purezza e integrità non è un diritto, ma un preciso dovere di qualsiasi cattolico degno di chiamarsi tale. Se fosse cosa nostra, potremmo anche lasciar correre: dopotutto, lasciarsi prendere il mantello, e anche la tunica, è una raccomandazione del Maestro stesso; ma c’è una cosa che non si può fare, ad alcun patto e per nessuna ragione: consentire che qualcuno attenti alla verità di Colui che ha detto: Io sono la via, la verità e la vita.

L’eterodossia s’annida in una coscienza oscurata


Padre A. Apollonio, Francescano dell'Immacolata, tuona contro Tonino Bello: "ha profanato la Madonna"!

Nel recentissimo numero di Civiltà Cattolica, 3 ott. 2009, anno 160, n. 3823, pp. 91-92 si recensiscono ben 4 volumi che presentano la figura di mons. Tonino Bello (1935-1993), Vescovo di Molfetta: due di questi libri parlano di lui, e negli altri due è lui che parla, essendone l’autore. Nella benevola seppur rapida recensione, s’accenna alla sua Mariologia e al fatto che nel 2007 è stato avviato il suo processo di beatificazione. Ora, senza voler entrare in merito alla sua personale santità, vorrei mettere in luce il carattere fuorviante, certamente non esemplare, della sua Mariologia.

Co-plasmati

LA POLEMICA
Lo zampino del solito Rahner sull'inferno

Nel pensiero di Rahner, il tema del peccato e dell’inferno sono così trasportati dal terreno metafisico a quello esistenziale. Nell’esistenza, a cui l’uomo si riduce come essere essenzialmente storico, è impossibile giungere a conclusioni definitive e certe sulla responsabilità personale.



Le polemiche sorte dopo le fantasiose (secondo l’ufficio stampa della Santa Sede) rivelazioni di Eugenio Scalfari del suo colloquio con Papa Francesco, hanno riportato l’attenzione di molti sull’inferno. Sappiamo bene che la Scrittura ne parla e il Catechismo non lascia dubbi in merito. Però i dubbi continuano ad emergere qua e là e non solo quelli suggeriti da Scalfari ma anche quelli sostenuti dai teologi. A cominciare anche da Karl Rahner, forse il massimo teologo cattolico contemporaneo, almeno per l’influenza esercitata in vita e, ora, tramite i numerosissimi suoi discepoli, molti dei quali ai vertici della Chiesa.

Ma satana non vince sul nostro Cristo

ALFIE EVANS
"Curare Alfie è faticoso, ma l'arroganza è satanica"

Si può faticare come medici, si può provare angoscia, ma l’arroganza davanti a questioni delicatissime, sul limite misterioso fra vita o morte, ha tutta l’aria di una mentalità priva di umiltà che si considera divina e onnisciente, motivo per cui mi sembra satanica. Ma satana non vince su Cristo. Ecco perché.

Essendo amico di alcune delle persone che lavorano per La Nuova Bussala Quotidiana, sono ormai da molto tempo al corrente della vicenda, ora nota, legata alla vita di Alfie Evans, il bambino di Liverpool, affetto da una malattia non diagnosticata e la cui esistenza è stata ufficialmente giudicata non degna di essere difesa e sostenuta dalle autorità dell’Alder Hey Hospital e dal sistema giudiziario della Gran Bretagna.

"In castigo dei peccati degli uomini”.



  


Una riforma liturgica volta alla distruzione del santo Sacrificio della Messa (1969)

Annibale Bugnini, Buan 1365/75 [nome in codice della loggia massonica cui apparteneva] è stato senza dubbio il più grande prestigiatore di tutti i tempi. Egli ha infatti trasformato, ingannando senza che nessuno se ne accorgesse [tranne sparuti ben informati cani muti] e sotto gli occhi di tutti, la Santa Messa cattolica in un rito rosacrociano. Egli infatti fu colui che lavorò attivamente per la riforma liturgica sotto la guida di Giovanni Battista Montini (Paolo VI). E come ha fatto, con quale trucco? Il trucco sta essenzialmente nell’Offertorio che precede la consacrazione.

sabato 21 aprile 2018

Mentre le preghiere si susseguono incessantemente

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Appello a Francesco. Per Alfie

    Dopo l’appello presentato dai genitori di Alfie Evans alla Corte europea dei diritti dell’uomo, al fine di sospendere la decisione della Corte suprema britannica di respingere il loro ricorso,  restano ormai poche ore per cercare di salvare la vita del bambino ricoverato all’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool.
Mentre le preghiere si susseguono incessantemente, una via percorribile è che la Santa Sede conceda subito ad Alfie Evans ed ai suoi genitori, papà Thomas e mamma Kate, la cittadinanza vaticana. Infatti, se anche la decisione della Corte europea, che si pronuncerà lunedì, sarà avversa ad Alfie e ai suoi genitori, occorrerà subito aver pronta una via d’uscita, e questa può essere rappresentata soltanto dalla cittadinanza vaticana.

Vertigine davanti all’ignoto

DI CHE COSA ABBIAMO PAURA?



Di due cose abbiamo paura: "della nostra parte peggiore e di quella migliore". Superbo? L’uomo moderno è un uomo faustiano: crede di essere "più furbo del diavolo" e s’illude di poterlo ingannare, mentre è vero il contrario 
di Francesco Lamendola  

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Di due cose, fondamentalmente, abbiamo paura: della nostra parte peggiore e della nostra parte migliore. La prima ci fa paura perché non sappiamo quanto in basso potremmo inabissarci, la seconda perché non sappiamo fino a quali altezze potremmo elevarci; e di entrambe perché intuiamo che dentro di noi abita uno sconosciuto, del quale il nostro io attuale non è che l’involucro esterno, la maschera temporanea, che potrebbe saltare in qualsiasi momento, e lasciarci stupiti, inorriditi come all’inferno oppure rapiti in cielo. In fondo sappiamo, e lo abbiamo sempre saputo, che non sono le cose esterne a farci paura: che la paura nasce da un senso di vertigine davanti all’ignoto, e che l’ignoto più grande e misterioso di ogni altro è quello che alberga nelle nostre profondità, non nella dimensione esterna.

La terza generazione di barbari

SUI NEMICI DELLA CIVILTA’ FRA NOI.

Ovviamente, non è che la creaturina sia di sesso incerto. E’ che sono i genitori, ferrei aderenti all’ultima ideologia di moda,  a non aver “voluto rivelare se sono genitori di un maschio o di una femmina, preferendo «liberarsi dagli stereotipi».  La giornalista nemmeno coglie il carattere ideologico, fanatico, del linguaggio dei genitori: «Ho deciso di non assegnare un sesso a Zoomer. Aspetterò che scelga da sola/o in quale dei due identificarsi”.   Dunque “io ho deciso” per Zoomer, al suo posto. Non è assurdo? No, e nemmeno è più una notizia da rilevare con sorpresa, come fa  Il Sussidiario. Ormai alla Università Statale di Milano si tengono “seminari a cadenza mensile sulla medicina e farmacologia di genere”, ossia sull’uso dei farmaci ormonali  che sospendono la pubertà dell’adolescente, in modo che sia lui/lei a scegliere “libero da stereotipi”, più tardi.

Quale futuro per gli Italiani?

LA RABBIA DEGLI ITALIANI


Trasformare la rabbia in volontà di cambiare. Chi sono i traditori del bene dell’Italia? come trasformare il popolo più pacifico, paziente e tollerante di questo mondo "in un popolo d’incazzati": Le convergenze Soros-Bergoglio 
di Francesco Lamendola  

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Un amico, ieri sera, sparecchiata la tavola dal cameriere, diceva, quasi parlando a stesso, mentre fissava il boccale di birra che aveva davanti a sé: Io, in vita mia, non ho mai saputo cosa sia il rancore. Ora lo so, lo sto provando. Ho perso le staffe quando un “migrante” ha suonato alla porta di casa mia, per vendermi non so cosa. Mi son messo a gridare, mia moglie e mia figlia mi hanno rimproverato, mi hanno chiesto se son diventato matto. Matto forse no, ma rancoroso sì. Vedendo quel che succede in Italia, da alcuni anni a questa parte; di come il governo – tutti i governi, di ogni colore politico, si comportano verso gli italiani, specialmente i poveri e quelli impoveriti dalla crisi, e come si comportano verso questi falsi profughi che hanno solo diritti, fin dal primo istante in cui mettono piede nel nostro Paese, e ogni pretesa dei quali è legge; e vedendo come molti, troppi di loro si muovono con spavalderia, con arroganza, delinquono, si approfittano della situazione in tutti i modi, spacciano droga, rapinano, ci riempiono le strade di prostitute e transessuali, ebbene, davanti a questo spettacolo offensivo, inverecondo, insopportabile, sento di essere diventato un altro, non mi riconosco più. Mi hanno cambiato, mi hanno fatto diventare intollerante e scopro di avere un profondissimo rancore, sentimenti che non sapevo neppure cosa fossero.

Jack lo squartatore

ALFIE DEVE MORIRE, DICE LA CORTE SUPREMA. PERÒ TRANQUILLI, SARÀ PER IL SUO BENE!



Cari amici nemici di Stilum Curiae, oggi è un giorno di grande sconforto per chi scrive. Sono cresciuto, come molti della mia generazione, aiutato in questo anche da persone della mia famiglia, nell’idea che la Gran Bretagna fosse un faro di civiltà, di libertà e di coraggio contro i poteri totalitari. Ricordo l’emozione con cui anche in tempi non lontani ascoltavo il discorso di Churchill, quando l’Inghilterra e il suo impero erano rimasti soli a combattere il nazismo (“non ci arrenderemo mai…”); l’emozione della solitaria battaglia contro un Napoleone che sembrava invincibile padrone dell’Europa; la bellissima frase che vuole che ogni uomo sia come un re nel castello, a casa sua; e gli innumerevoli esempi di libertà e di eccentricità individuale fioriti in quel Paese. La decisione della Corte Suprema britannica di negare un’udienza ai genitori di Alfie Evans per dibattere il caso, e di confermare quella che in sostanza è una condanna a morte, infrange le ultime illusioni che chi scrive aveva di considerare la Gran Bretagna – e il mondo anglosassone in modo più ampio – come un punto di riferimento per quanti amano la libertà, e i diritti del singolo individuo, opposti a quello dello Stato. 

La posta in gioco


Propaganda di guerra (e non solo)

L’uso bellico della propaganda risale almeno alla fine del XIX secolo. Durante l’ultimo conflitto mondiale, com’è noto, ebbe un ruolo notevole su tutti i fronti: nazisti, sovietici e Alleati fecero a gara nella guerra delle immagini e della carta stampata. La macchina propagandistica serve, di volta in volta, a giustificare interventi militari, a demonizzare il nemico, a sollevare il morale con veri o presunti successi… con scarso o nullo rispetto per la verità, come ci si può facilmente aspettare. La manipolazione collettiva è condotta su basi scientifiche, come gli studi di psicosociologia di massa, e mira a colpire il ventre emotivo della società, non certo a suscitare riflessioni razionali fondate sulla realtà oggettiva. Quest’ultima, al contrario, è proprio ciò che la propaganda deve nascondere, suscitando il sospetto che i fatti non siano proprio virtuosi. D’altronde, con la separazione tra etica e religione teorizzata nell’Età Moderna, la “ragion di Stato” ha ufficialmente acquisito, al pari dell’economia, un’autonomia pressoché assoluta, che la sgancia da qualsiasi scrupolo morale.

venerdì 20 aprile 2018

Conoscere la realtà alla luce di Dio

In occasione della sua festa ti spieghiamo in poche parole la filosofia di sant’Anselmo di Aosta


Sant’Anselmo nacque ad Aosta nel 1034. Rimasto orfano di padre, prestò abbandonò la casa natale a causa di dissidi con il padre e si stabilì nel celebre monastero di Bec, in Francia. Divenne poi religioso e abate dello stesso monastero e quindi fu nominato arcivescovo di Canterbury. E a Canterbury morì nel 1109.
Conoscere la realtà alla luce di Dio
Per sant’Anselmo, sant’Agostino era sant’Agostino e da lui prese molto. Prese la convinzione secondo la quale si può conoscere la realtà solo nella luce di Dio. Com’è possibile giustificare -si chiedeva- l’esistenza di tante cose, relative e finite, se non si pone come certa l’esistenza di un essere assoluto? Tutte le cosiddette perfezioni che si possono osservare in questo mondo (bontà, ordine, bellezza, armonia, ecc.) non sono mai assolute, ma sempre incomplete e limitate. Ciò dimostra che queste “perfezioni” altro non sono che “partecipazioni” ad una Perfezione assoluta, cioè ad un Bene sommo, ad un ordine infinito, ad una bellezza assoluta, ad un’armonia perfettissima. Di questo, sant’Anselmo era convintissimo, sì: l’esistenza di Dio si può dimostrare attraverso il creato! E a questo dedicò una sua opera, il Monologion.

Relativismo senza frontiere



Come avevamo anticipato mercoledì, l’Ospedale Gaslini di Genova dichiara la propria piena e immediata disponibilità a provvedere al trasporto del piccolo Alfie da Liverpool nel capoluogo ligure e alla sua assistenza nella struttura ospedaliera, dove “vorremmo accoglierlo insieme alla famiglia, fino a quando sarà necessario”.
Il nostro auspicio – dicono la vicepresidente della Regione Sonia Viale e il direttore sanitario dell’ospedale pediatrico Paolo Petralia – è che la nostra disponibilità possa essere considerata e valutata sotto ogni aspetto: vorremmo poter offrire una concreta e reale opportunità di accoglienza ad Alfie e anche ai suoi genitori, Tom e Kate Evans”:
Dunque, c’è una via di salvezza immediatamente praticabile e strutturata per il piccolo Alfie, qualora i suoi sequestratori acconsentano a liberarlo.

“Sei proprio sicuro che sia un idiota?"

Quando manca l'umiltà.


IO SONO, TU NON SEI.

Alle  volte, m'imbatto in persone che appaiono sia per nome che negli atteggiateti dei soggetti che vogliono imporsi tra la gente, questi spesso sono proprio preti, teologi che sentendosi defraudati della loro condizione di studiosi, cercano di atteggiarsi a grandi e sommi esperti e santi della situazione, specie quando s'imbattono in persone che all'apparenza non gli dai due soldi bucati, spesso senza una laurea e senza anni di studi pregressi, com'è il mio caso, e come lo può essere per altri. Oggi giorno sempre più c'imbattiamo in soggetti che dall'alto del loro dottorato in teologia e studi biblici, si sentono defenestrati quando leggono gli articoli di altri che non lo sono. Allora cosa fanno, per non sentirsi da meno, e dato che il loro amor proprio è ferito mortalmente, iniziano a dire, che  anche loro avevano affermano gli stessi concetti che tu vai esprimendo, così fanno credere a chi sta leggendo una certa discussione, che anche costoro sono simili a te, o per lo meno tentano di parar il colpo, senza accorgersi che facendo questo dimostrano la loro totale mancanza di umiltà. Sono persone talmente prese dalla loro condizione di studiosi che non sopportano essere da meno di te, ma che grazie alla volontà di Dio, dimostri di essere superiore a Loro, sta proprio in questo il loro fastidio e la loro ira verso persone come me, o meglio dire verso Dio stesso, che costoro vanno tanto proclamando, non si rendendosi conto nel loro parlare che quando muovono affermazioni in realtà son fatte per accusare Dio di aver scelto uno come me o come voi, senza pregressi studi teologici, senza essersi fatti il mazzo per anni, e alla fin fine con un gesto di rabbia e stizza lo dicono pure, esternano il loro disagio e disappunto, non riuscendo in questo modo a spiegarsi e a capire perché quel Dio che loro dicono di amare, e studiare, abbia scelto un non dotto, per essere suo ricettacolo, ma un piccolo; quando secondo il loro intendere, loro dovrebbero essere i primi a cui Dio si dovrebbe rivolgere, ed invece così non è, la loro ira cresce man mano che persone come me, progrediscono nel parlare e cresce in proporzione al mio esternare e al mio parlare di spiritualità. Per loro io sono un impiccio, una parentesi brutta, un errore della mente di Dio, eppure proprio quel Dio che costoro sentono in quel momento non più loro, ha scelto me, anziché i loro studi teologici. 

Ma non avrebbe potuto dire delle menzogne?

DA ESORCISMO : GLI EXTRATERRESTRI NON ESISTONO , SIAMO NOI …



Da tempo e particolarmente in questo tempo, si parla di dischi volanti e di persone extra terrestri, che si mettono a contatto con noi della terra.
Lei cosa ne pensa?
È un altro meraviglioso trucco di Satana e vi rispondo con le sue stesse parole, poiché gli chiesi spiegazioni in un esorcismo: Nel nome di Dio, rispondi! Come ti chiami?
-Astort . Ero prima un ufficiale delle schiere angeliche.
-I dischi volanti sono opera tua?

Si-si,no-no,ma-va..

CHIESA TEDESCA
Intercomunione in Germania, la riforma respinta

La Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’approvazione del Pontefice, avrebbe rifiutato il “sussidio” ipotizzato dalla Conferenza Episcopale tedesca che permette ai coniugi protestanti di ricevere l’eucarestia nelle chiese cattoliche.


La Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’approvazione del Pontefice, avrebbe rifiutato il “sussidio” ipotizzato dalla Conferenza Episcopale tedesca che permette ai coniugi protestanti di ricevere l’eucarestia nelle chiese cattoliche.

giovedì 19 aprile 2018

Ma verrà il tempo della verità

QUALE PROGETTO EDUCATIVO?


Dobbiamo tornare ad avere un progetto educativo. Verrà il tempo della verità quando la menzogna sarà svergognata e i falsi pastori appariranno per ciò che sono: traditori asserviti al nemico, utili idioti nelle mani del diavolo 
di Francesco Lamendola  
  
 0 340 PADRE SCHINING

La sempre più evidente latitanza di un progetto educativo nella società odierna è forse l'effetto più vistoso della lenta ma costante e metodica conquista della cultura di massa da parte della concezione naturalistica del reale. Detto in parole semplici: se la natura umana è buona in se stessa, allora basta accompagnarla: non c'è bisogno di educare, ma è sufficiente lasciare che il bambino si auto-educhi, ossia basta favorire le condizioni che fanno venire a galla, spontaneamente, le sue qualità e le sue virtù naturali. E siccome la natura è buona, non c'è nulla da vietare, non c'è nulla da sconsigliare: tutte le esperienze vanno bene, tutti gli istinti sono positivi, l'importante è che l'individuo si realizzi, senza limitazioni o mortificazioni da parte della società. Strana combinazione: i fautori della bontà naturale, alla Rousseau, sono anche gli accusatori della società, di qualsiasi società, in quanto portatrice di condizionamenti e pressioni che limitano la libera esplicazione dell'individuo e, appunto, la sua realizzazione. Ricordate la trappola sociale di Pirandello, e l'inferno sono gli altri di Sartre? Realizzarsi, ecco la meta della vita umana: ma una meta generica, che ciascuno può riempire coi contenuti che ritiene più confacenti al caso suo: perché si tratta di una "realizzazione" del tutto soggettiva, il cui criterio fondamentale è, in definitiva, l'utile, se non il piacere; e dal cui orizzonte viene bandito tutto ciò che sa di sacrificio, di rinuncia, di sublimazione di alcuni aspetti della propria natura. Logico: se la natura è buona, perché si dovrebbe reprimere qualcosa? E se il bambino è buono, perché vietargli qualcosa? Ed ecco la pedagogia del "vietato vietare" di sessantottesca memoria, o meglio l'anti-pedagogia del '68, in base alla quale chiunque osi dire "no" a qualcun altro, non può essere che un reazionario, un tiranno, un fascista, meritevole del massimo disprezzo e le cui parole non devono esser prese neanche in considerazione.

Troppi leoni avranno il cuore dell’asino

La "battaglia finale" tra Maria e Satana: Montfort, Suor Lucia, T. Neumann e gli "anni di Caino"...


La Profezia cattolica aggiunge apporti rilevanti per illuminare le ragioni profonde dei « Tempi di Maria » ovvero delle numerose manifestazioni della Beatissima Vergine Maria nell'evo moderno-contemporaneo.

In quest’area di riflessione va tenuto presente il pluriforme carisma profetico suscitato dello Spirito Santo in alcuni uomini e donne di Dio che hanno intravisto, preannunciato, descritto e motivato i Tempi di Maria.

Per la sua densità contenutistica, trovo più che sufficiente prendere in esame quanto afferma il “padre e profeta” dei Tempi di Maria, San LUIGI GRIGNION DE MONTFORT, colui forse che meglio di ogni altro ne ha saputo indicare l’intima caratterizzazione e le ragioni fondamentali.

“E' sempre successo così, in tutti i tempi”?



Uno degli aspetti più devastanti e al contempo insopportabili dell’attuale situazione tragica del mondo cattolico è il riduzionismo. Che in fondo è una versione edulcorata, ma forse ancora più velenosa, del negazionismo tout-court (di cui una sorta di escrescenza purulenta è il “bufalismo”, ovvero il far passar per “bufale” tutte le verità che non piacciono). Questo, infatti, è talmente assurdo in sé che tutti coloro che vi aderiscono sono sconfitti in partenza. Hanno avuto gioco abbastanza facile nei decenni postconciliari, con Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i quali, come noto, tenendo duro su alcune posizioni permettevano la valanga dissolutoria su altre (vedi ecumenismo, ma non solo). Ma oggi… dove la valanga dissolutoria agisce a 360 gradi, il loro gioco è divenuto insostenibile. Nessuno al mondo può negare la crisi della Chiesa e le nefandezze del clero attuale a tutti i livelli e su tutti i fronti e tutti i giorni. Del resto, nemmeno molti esponenti dello stesso clero negano, e quindi… E quindi il negazionismo in fondo è l’arma degli stupidi e dei palesi traditori.
Molto più sottile, invece, è il riduzionismo. Vi è un riduzionismo plebeo, “becero” (come si dice a Roma), cafone: è quello di coloro che tacciono sul 99,99% delle quotidiane malefatte del clero (e il loro silenzio è inversamente proporzionale al livello gerarchico del chierico in questione), per poi sbraitare di gioia alla prima vaghissima affermazione che ancora trasuda qualche gene di cattolicità, facendo finta di non capire che è stata buttata lì proprio per ingannare i polli che vogliono farsi ingannare nel vano tentativo di stare a posto con la coscienza o, molto più, con lo scopo di avvalorare esattamente tutte le altre eresie e bestemmie quotidiane.
Ma vi è anche un riduzionismo un poco più colto (solo un poco, in realtà), o almeno apparentemente tale. È il riduzionismo che potremmo definire “storico”: ovvero, quello che non nega affatto il disastro odierno (lo attenua solo), ma lo giustifica con la fatidica sentenza: “è sempre successo così, in tutti i tempi”. Oppure, con l’altra ancor più fatidica e intollerabile sentenza: “la Chiesa ha vissuto crisi peggiori di questa” (e giù con Ario, Lutero, e quant’altro…).

Il cambio di paradigma lascia sgomenti




Il Cattolicesimo romano e il suo rapporto con la modernità

Dopo l'elezione al pontificato del Papa argentino qualcosa è cambiato, l'entusiasmo del primo momento sta lasciando spazio ad una certa inquietudine. Un buon motivo per scoraggiarsi?
  
Il direttore Sebastiano Caputo ha recentemente presentato il breve manifesto generazionale dell’Intellettuale Dissidente, in omaggio non solo ad un progetto che nasce contro l’assuefazione culturale a cui la nostra società (in primis i giovani) è sottoposta quotidianamente, ma per testimoniare e ribadire quale è la linea da seguire, facendo quadrato attorno a delle coordinate ben precise.

L’Intellettuale Dissidente riunisce una generazione cresciuta dopo la caduta del muro di Berlino che odia essere definita “millennials” e non si riconosce nel nuovo mondo liberale e libertario dove tutto permesso ma è niente è possibile.[…] alla base del nostro impegno politico c’è il sabotaggio culturale che mira a destrutturare le colonne portanti della modernità: il culto del progresso, la globalizzazione economica e il buoncostume umanitario occidentale che impone al resto del mondo una civiltà senz’anima né gloria. Così mentre i partiti entrano in campagna elettorale, noi combattiamo la battaglia generazionale. 
Ci vediamo nel futuro.

Ebbene, credo che al fine di poter correttamente leggere, analizzare la nostra società, sia quanto più opportuno scostare le tendine che si frappongono fra il nostro sguardo e il mondo esterno, provando ad esaminare un elemento in particolare: il Cattolicesimo romano e il suo rapportarsi con la modernità.

Senza che sia fatta una diagnosi..



A seguito dell’articolo pubblicato martedì sulla vicenda di Alfie, ho ricevuto il messaggio di un sacerdote che non conoscevo: “Ho seguito passo passo una vicenda simile a quella di Alfie due anni fa con l’aiuto del Prof. Ramenghi (per la neonatologia) e del Prof. Bellini (per il trasporto aereo) di un bambino italiano all’estero al Gaslini di Genova. Tramite i genitori di quel bambino, gli stessi professori sono disponibili a prendersi in carico la questione e appoggiare l’ultimo ricorso dei legali della famiglia di Alfie. Ho letto il suo articolo di ieri e molti altri e l’apprezzo moltissimo in tutta sincerità. Le chiedo se ha qualche idea sul come affrontare l’ultima battaglia legale. I due prof. del Gaslini dicono che, non essendoci una diagnosi, i genitori non possono sapere nulla di questa malattia neppure per il futuro (chiaro che può essere un’arma a doppio taglio, ma intanto salviamo questo bambino). Forse sarebbe una buona leva per liberarlo dall’ospedale inglese! Inoltre non capisco come mai non si riesca a ridicolizzare la motivazione della sentenza che condanna il bambino a morire perché durante il trasporto potrebbe avere delle convulsioni. Questo significa che tutte le persone a rischio non possono essere trasportate? Eliminiamo le ambulanze? Grazie! Faccia quello che può!”

Due più due fa cinque!

Diario di Bordo – 19 aprile 2018: è tempo di tornare ad essere uomini

La società hegeliana vocata alla disintegrazione di ogni valore
morale espone ogni singolo ad un pericolo mortale.
Che fare?
DIARIO DI BORDO
  
 Diario di bordo                                                          
Sanremo di Chiara Mangolini - Il mare è grosso, minaccioso, le onde s’ingrossano a vista ma i marinai sembrano non curarsene e sonnecchiano a prua. Troppe parole e troppi silenzi.
                          Ormai si naviga in uno scandirsi quotidiano
                                di notizie da prima pagina non dette
di sconcertanti fatti che qualche anno fa lasciavano il tempo per il giusto clamore, ma oggi son finiti in una sordida massificazione, nel dimenticatoio della storia che tutti i giorni si scrive sotto i nostri occhi. Guerre indotte e mascherate da operazioni di pace, crisi economiche provocate (fittizie) e disintegrazione di ogni valore, aborti di massa, povertà dilagante, schiavitù di massa di interi popoli, ecc.., sono fenomeni che sembrano non destare più il pubblico sconcerto. Stiamo navigando così. Abbiamo perso la rotta da un pezzo e non vediamo la riva da troppo. 

Cum lavat manus, dicat:

Paolo VI e la riforma liturgica. La approvò, ma gli piaceva poco


"Lo vuole il papa". È così che monsignor Annibale Bugnini (1912-1982), l'artefice della riforma liturgica che seguì al Concilio Vaticano II, metteva ogni volta a tacere gli esperti che contestavano l'una o l'altra delle sue innovazioni più sconsiderate.
Il papa era Paolo VI, che in effetti aveva affidato proprio a Bugnini il ruolo di segretario e factotum del consiglio per la riforma della liturgia, presieduta dal cardinale Giacomo Lercaro.
Bugnini godeva di pessima reputazione presso alcuni dei componenti del consiglio. "Scellerato e mellifluo", "manovratore", "sprovvisto di cultura come di onestà": così l'ha definito nelle sue "Memorie" il grande teologo e liturgista Louis Bouyer (1913-2004), stimatissimo da Paolo VI.